“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 03 August 2015 00:00

ART 3.0: Autoritratto di Italo Bolano

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"La disarmonia della famiglia, la disoccupazione del padre nel dopoguerra e una sua conseguente malattia, segnarono la vita della mia vita, del mio "carma", della mia tristezza. A diciannove anni ebbi l'incarico di insegnare disegno e storia dell'arte al liceo del mio paese; dovetti cercare lavoro agli altri componenti della mia famiglia e presto, dopo l'insegnamento, nel pomeriggio cominciai a costruire, con un solo uomo, una casa, che fu ultimata in cinque anni. Il caso volle che cominciassi poi un'altra costruzione; un Centro Museo Internazionale per tutti gli artisti che capitavano all'Elba quando l'isola era ancora una scoperta. Io, che comunciai a fare le prime mostre all'età di tredici anni, trasformai le cantine di un vecchio cascinale in studi d'arte e luoghi per conferenze, incontri, teatro ed iniziai ad erigere monumenti nel terreno circostante abbandonato per la crisi dell'agricoltura del dopoguerra.

Ho condotto la costruzione di questo ambiente e sviluppato la cultura elbana e non per cinquant'anni e non ho mai avuto aiuti fisici ed economici per cui dovetti alzarmi sempre alle quattro di mattina e fare il pittore, il muratore e l'insegnante.
Conosco, purtroppo, abbastanza l'uomo, amo la natura, ma la vita mi appare spesso assurda.
Il lavoro costante è sempre stato la mia massima consolazione.
Ho sempre cercato di vedere l'uomo e gli altri animali nel loro comportamento e nel loro ambiente dagli spazi più alti o dalle profondità più abissali dove si continuano a scoprire nuove specie.
Amo la libertà interiore e la verità e, per quanto possibile obbedisco alle leggi e ai codici del "sapiens".
Trovo che in genere, i poveri sono più ricchi di umanità e spesso "sanno" più dei cosiddetti intellettuali, sono più inclini alla conoscenza che poi significa semplicemente cultura.
I cosiddetti "intellettuali" spesso mi fanno paura.
Amo le persone che parlano poco, che pensano e che lavorano con interesse e serietà.
L'Uomo ha svilluppato tanta intelligenza, ma non sufficiente per farci andare avanti con lo spirito, quindi non ho creato un vero progresso e una serenità per tutti come i vari messia hanno sempre auspicato.
La sopravvivenza e la difesa della specie sono un'altra cosa; il vero animale, non uccide gratuitamente dopo che si è saziato. Ma dove vuole arrivare?
Non sa che è una semplice emanazione di vita di un attimo nell'universo degli universi dove le galassie distano tra loro anche miliardi di anni luce?
Amo il silenzio mi permette di osservare meglio le cose e il loro rapporto con lo spazio.
Una delle mie foto che più amo rappresenta una immensa spiaggia con un grande cielo azzurro e un piccolo gabbiano impassibile, forse non poteva ancora volare.
In questa apparente immobilità ci posso vedere tanto moviemento, situazioni, rotture e armonia di contrasti.
Mi stimola a fantasticare nell'infinitamente piccolo come nell'immenso, situazioni varie; insomma, qualcosa è in continuo movimento come la vita stessa.
Ciò è quello che vorrei esprimere nelle tele, nelle terre ceramiche, con colori, metalli etc..
Penso che sia per questo modo di sentire che mi sono trovato vicino alla pittura americana  dell'Action painting.
I grandi di questa pittura esistenziale hanno vissuto il dramma nel momento del concepimento dell'opera.
Agendo con abbandono e spontaneità hanno espresso la vera realtà, quella che sentiamo e non vediamo con gli occhi.
Basta un colore che cade su una tela per scatenare il mio dramma con impeto e forza.
Naturalmente tutto non è incontrollato perché la "cultura" agisce inconsciamente. Vorrei che il colore e la forma suggerissero il cielo, il mare, la terra,i pesci, i fiumi, insomma un tuttuno che avesse veramente il sapore della vita, non importa quale. Nel momento della creazione devo dimenticare tutto".
(La mia vita, Italo Bolano)

Quando ti sei accorto di voler essere un artista?
Sicuramente all'età di quattordici anni quando il prof. Alfonso Preziosi, letterato dell'Elba, mi organizzò la prima mostra personale.

Quali sono i passaggi fondamentali della tua evoluzione artistica?

Il passaggio dall'espressionismo figurativo all'espressionismo astratto.

Hai dei modelli a cui ti sei ispirato e perché?
L'Action Painting americana perchè la mia pittura è gestuale, esistenziale.

Cosa pensi del mercato dell'arte, quali sono i limiti e quali le potenzialità?
Il mercato dell'arte purtroppo segue molto la moda e la pubblicità critica.

Se tu potessi suggerire un'idea per valorizzare gli artisti contemporanei cosa suggeriresti?
La possibilità di organizzare varie mostre con selezione preventiva.

Qual è l'opera tua o di altri a cui sei più legato e perché?
Tra le mie opere La nube nera della Beresina, facente parte del ciclo di Napoleone: personaggio che per la sua drammaticità romantica sento particolarmente affine.

Se potessi scegliere, dove vorresti esporre e perché e in quale periodo dell'anno?
A New York, in autunno.

Secondo te si può vivere di arte in Italia?
No se non si entra in un “giro” di galleristi, ma questi, come si sa, hanno già piene le cantine di artisti storici.

Nel processo di crescita e nel tentativo di affermazione e diffusione del proprio lavoro quali sono le difficoltà che, più spesso, incontra un artista?
La difficoltà maggiore è quella di non essere capito per il proprio valore a meno che non si venga presentati da noti critici.

Cosa potrebbe essere migliorato nella comunicazione dell'arte?
Principalmente la scuola: ho insegnato storia dell'arte per  quarant'anni nelle scuole statali e alla maturità liceale ed i programmi dovevano finire necessariamente all'Ottocento. E allora mi chiedo: il tempo in cui vivono gli alunni, il contemporaneo, perchè non è altrettanto importante?

Puoi indicarci un pregio e un difetto della critica d'arte?
Vorrei che la critica d'arte parlasse più  del contenuto (forma e colore) e meno del “titolo” dell'opera che rappresenta il soggetto (spesso pretesto per un artista per creare arte).

Cosa vorresti che i lettori conoscessero di te e della tua arte?
Vorrei che conoscessero la mia personalità e le mie opere nell'insieme.

Infine, che domanda vorresti che ti venisse rivolta durante un'intervista?
Chi sei?

 

 

 

 

 

 

ART 3.0 − AutoRiTratti
Italo Bolano
in collaborazione con Accademia dei Sensi
opere nelle immagini Le ore passano (olio su tela, 2014); Aliena presenza della vita (olio s tela, 2014); Il gesto (olio su tela, 2014); Ajaccio, città mediterranea (olio su tela, 2014); Per Elba (acrilico su carta, n.d.)
in copertina Monumento a Mario Luzi nel'Open Air Museum di San Martino (Isola d'Elba)
website di Italo Bolano

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