“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 04 May 2015 08:50

ART 3.0: AutoRiTratto di Nicola Cirillo

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Per presentare Nicola Cirillo uso le parole di Maria Pia Vicinanza e Maria Pina Cirillo che, attraverso gli articoli scritti per Dentrosalerno, ne hanno sovente testimoniato ragioni, circostanze e pregi artistici.
"Nato nel 1996 a Salerno, dove frequenta il Liceo Artistico 'Sabatini-Menna', fin da giovanissimo assembla ogni materiale di riciclo per costruire cose che rispondano alle sue esigenze creative e manipolative. È però un incontro casuale con la pittura attiva a determinare l’inizio di un percorso che gli ha offerto, nonostante la giovane età, la possibilità di farsi conoscere negli ambienti artistici".

“Sensibile e pensoso, attento alla malia ed al fascino sottile del  paesaggio naturale ed umano, in grado di esaltare le potenzialità cromatiche del colore e di infondere alle sue opere una straordinaria carica emozionale che si disfa e si stempera nell’incantato lirismo dei suoi paesaggi a metà tra fiaba e rappresentazione onirica, Nicola si avvale di una intensa capacità evocativa per leggere l’essenza più intima del nostro cosmo, per entrare direttamente in contatto con le sensazioni più intense, le emozioni più appassionanti, i pensieri più segreti di ognuno di noi... Dilatando le vibrazioni delle cromie secondo ritmi esponenziali che, pur non snaturando l’impianto tradizionale lo arricchiscono e lo rinnovano sotto l’urgenza di una realtà in divenire, le tele si caricano di significati altri, vibrano di vita propria, narrano i miraggi e le secrete cure di un mondo adolescente, puntano sull’intensità del messaggio, riferiscono di una volontà di non farsi sommergere e soffocare da mille tentacolari spettri che affollano il mondo in cui viviamo”.
“E proprio dalla sua capacità di reinterpretare e dare un nuovo senso al proprio vissuto, ed al mondo circostante, di smaterializzare la realtà per depurarla e riproporla libera dalle scorie di un greve materialismo, dalla ricerca di un’immediatezza comunicativa tipica dei digital natives, hanno origine le sue opere... in cui il reale si trasforma in immaginario, vibrante di energie sottese e pregno di infinite emozioni. Tutte giocate su colori freddi e luminosi che rinviano  ad una ricerca di spiritualità ma anche di radiosa e trionfante giovinezza, le tele offrono a quanti ne fruiscono immagini di intatta suggestione”, “la cui cifra  distintiva appare la freschezza di ispirazione e la semplicità esecutiva che rimandano ad un universo interiore fatto di una ritrovata euritmia".
Affascinato dall’arte ma, soprattutto, dalla bellezza di quanto ci circonda e dalla possibilità di offrirne una propria chiave di lettura, Nicola Cirillo predilige l’acrilico su tela o carta e dipinge d’impulso per cogliere l’attimo fuggente, il guizzo di pensiero creativo impigliato nell’ immediatezza dell’emozionalità” ma è affascinato anche dalla fotografia, in particolare dalla macrofotografia naturalistica e dall’immagine in movimento che lo ha portato a realizzare brevissimi cortometraggi. Tra il 2012 ed il 2014 ha partecipato a diverse collettive a Salerno, Massa, Carrara, Roma, Firenze, alla IX edizione della NewFlorenceBiennale ed alla I Biennale di Arte Contemporanea di Salerno.

Quando ti sei accorto di voler essere un artista?

Fin da piccolo ho sempre amato il disegno e il "creare" in generale, ma così, spontaneamente, probabilmente perché compensava la mia timidezza e soddisfaceva inconsapevolmente la mia voglia di comunicare. Ma è stato, poi, quando ho cominciato a capire l'arte, quando sono diventato consapevole che essa è un potente mezzo di comunicazione che, ammaliato, mi sono abbandonato ad essa per far conoscere alla gente quello che è il mio pensiero, la mia filosofia.

Quali sono i passaggi fondamentali della tua evoluzione artistica?
Da sempre ho amato disegnare. Quando ero bambino mi divertivo a copiare immagini dai libri di scuola e dalle figurine dei cartoni animati o a riempire fogli di personaggi inventati da me immaginando mondi in cui vivevano e storie di cui erano protagonisti. Mi riusciva bene. Poi un giorno, per caso, mi capitò tra le mani uno scatolino, uno di quegli omaggi che arrivavano con una rivista per imparare a disegnare manga a cui era abbonato mio fratello: conteneva dei tubetti di colori acrilici. Presi un foglio e un pennello poi cominciai a spennellare nella speranza di disegnare un castello su una collinetta. Quel che ne venne fuori fu qualcosa di davvero orribile, ma ciò nonostante da allora abbandonai quasi del tutto penne e pastelli per passare agli acrilici (inizialmente comprati, come le tele, nei negozi cinesi a poco prezzo). Mi divertivo ad andare in giro a fare fotografie per poi portarle su carta o tela con gli acrilici. Cercavo di riprodurle fedelmente, ma non riuscendo finivo per usare pennellate aggressive e rendere in pochi tratti la foto con un tocco "emotivo" tutto mio. Mi piacevano o almeno mi piacquero finché non mi annoiai nel riprodurre foto e cominciai a mettere su tela ciò che mi veniva d'istinto. Lo feci però solo per un breve periodo; poi mi resi conto che si poteva fare di più. Potevo dare messaggi diversi dalle semplici emozioni, messaggi più razionali, più profondi che coinvolgessero il fruitore nella sua interezza non soltanto nella sfera istintiva ed irrazionale. Da quel momento, però, dipingere non è stata più la stessa cosa, ha smesso di farmi sentire bene come prima ed è diventato un peso, ma un piacevole peso. Piacevole perché mentre l'atto del dipingere mi costa fatica, l'opera finita, quando rispecchia le mie aspettative o almeno ci si avvicina, mi gratifica perché sento di essere riuscito a comunicare ciò che volevo, cosa che anch'io capisco completamente la prima volta soltanto lì, davanti al mio quadro. Da un po’ di tempo, sono affascinato anche dalla fotografia, in particolare dalla macrofotografia naturalistica e dall’immagine in movimento che mi ha portato a realizzare brevissimi cortometraggi.

Hai dei modelli a cui ti sei ispirato e perché?
Non ho nessun modello e ne ho tanti. Attingo dalla natura o dalle persone solo alcuni aspetti; ammiro alcune opere dei grandi protagonisti dell’arte o di minori, a volte addirittura di sconosciuti, che mi piacciono o mi comunicano qualcosa. Ritengo che l’incontro con le opere e con le persone sia un momento necessario di confronto ed un’occasione di arricchimento da non perdere. Penso, infatti, che l’uomo debba saper trovare il suo posto nella collettività ma, contemporaneamente, essere capace di trovare momenti in cui riflettere su se stesso, per guardare alla propria intimità e poter affrontare la vita con la marcia giusta.

Cosa pensi del mercato dell'arte, quali sono i limiti e quali le potenzialità?
Non lo apprezzo molto, prevale troppo il concetto di collezionismo, di opera unica. Dovrebbe essere più seriale, aperto a tutti come lo è, ad esempio, quello del cinema in cui i fruitori non si preoccupano molto di non essere gli unici ad aver visto un film o ad avere un dato DVD. Quando qualcosa è unico rischia di generare avarizia: "Io ce l'ho e tu no!". Poi credo che in un mondo "globalizzato" la ricchezza maggiore non derivi dai "pochi che mettono tanto", quanto dai "tanti che mettono poco". Certo è che la comprensione dell'arte, forse per l'educazione o forse per non so che, pare riservata ai "pochi che mettono tanto", anzi solo a pochissimi tra loro. La vera sfida sarebbe riuscire a fare di tutti dei piccoli collezionisti, capaci di provare nell’acquisto di un quadro “firmato” la stessa gioia che provano nell’acquisto dell’indumento griffato da sfoggiare con gli amici.

Se tu potessi suggerire un'idea per valorizzare gli artisti contemporanei cosa suggeriresti?
Una maggiore e migliore educazione all'arte. Personalmente la credo una cosa possibile; c'è chi convince masse di persone a comprare un prodotto, che magari poi si rivela anche più scadente, piuttosto che un'altro. Con la stessa tecnica, e con ben maggiore etica, si potrebbe educare il gusto; non credo ci voglia molto a far preferire alla gente l'arte ad altre cose. Bisogna, però, che chi può, avendo competenze, capacità, volontà e possibilità, sviluppi interesse a farlo.

Qual è l'opera tua o di altri a cui sei più legato e perché?
Ce ne sono due: Ciuffo e Notte primordiale. Entrambe rappresentano periodi della mia vita molto diversi tra loro a me particolarmente cari.

Se potessi scegliere, dove vorresti esporre e perché e in quale periodo dell'anno?

Mi piacerebbe esporre in un salone dalle pareti nere dove non c'è nessuna luce al di fuori di quelle per illuminare i miei quadri, per una totale immersione nell'opera. Il periodo dell'anno e il luogo geografico non mi interessano ai fini artistici, ma poiché potrebbero avere importanza ai fini divulgativi della mia produzione facendo conoscere le mie opere ed il mondo che sta dietro ad ognuna di loro, e hai fini economici perché, se mi procuro un mercato, potrei dedicarmi all’arte quasi esclusivamente, senza dover necessariamente trovare il tempo per dipingere tra un impegno e l'altro, mi piacerebbe esporre a Milano o nelle capitali europee nel periodo che precede il Natale o in estate nelle città che vedono la presenza di un qualificato turismo estivo. Sarebbe anche interessante proporre collettive e personali laddove ci sono grandi meeting di ragazzi per cercare di portare l’arte ai giovani.

Secondo te si può vivere di arte in Italia?
Non so. C'è chi ci riesce e chi no. Il successo dipende più dalla fama che ha un'artista che dalla sua effettiva bravura, ma del resto in quale ambito non funziona così? Certamente se le Istituzioni pubbliche e private si convincessero della validità culturale, sociale ed economica dell’arte, ovviamente non soltanto di quelle figurative, offrendo opportunità ed appoggio per le varie iniziative e manifestazioni, come succede ad esempio in Francia, che invita a Parigi come artisti residenti negli ateliers comunali quanti vengono ritenuti artisticamente validi, si potrebbe tornare a far rifiorire l’arte in Italia come è stato nel corso del Rinascimento, facendo nuovamente del nostro paese la patria dell’inventiva, della fantasia, dell’ingegnosità come spesso è stato nel passato. Del resto non è questo il punto di forza dell'Italia?

Nel processo di crescita e nel tentativo di affermazione e diffusione del proprio lavoro quali sono le difficoltà che, più spesso, incontra un artista?
Troppi stimoli; non si sa mai quale strada seguire, sono tutti allettanti a prima vista e per valutarli accuratamente non basterebbe una vita. Per quanto riguarda invece la diffusione enormi difficoltà sono rappresentate sia dall’elevato costo per potersi permettere uno studio, un atelier, un luogo in cui lavorare quotidianamente sia dalla quasi impossibilità di reperire spazi adeguati e gratuiti per mostre, eventi, manifestazioni. Per non parlare della scarsa considerazione dei mass-media che, tranne casi di personaggi già noti e pubblicizzati, dedicano a tali avvenimenti uno spazio marginale, quando lo dedicano.

Cosa potrebbe essere migliorato nella comunicazione dell'arte?
La maggior parte della gente, giudica l'arte quasi soltanto dalla capacità tecnica di un artista e non tanto dal messaggio che trasmette. Inoltre, in un mondo dominato da un’overdose di messaggi pubblicitari più o meno occulti, anche in questo campo molti giovani (e non solo) rivolgono l'attenzione verso chi la attira piuttosto di rivolgerla "sforzandosi" verso chi la merita ma non sa o non vuole attirarla. Da questo punto di vista certamente un maggiore interesse all’arte da parte dei media o l’utilizzo dei mezzi più usati ed amati dai ragazzi potrebbe aiutare a diffondere la passione per l’arte anche tra i più giovani. Contemporaneamente andrebbe poi migliorata la conoscenza che essi ne hanno. Verrebbe così valorizzata sia l’arte contemporanea che il nostro prezioso patrimonio artistico.

Puoi indicarci un pregio e un difetto della critica d'arte?
È un'arma potente e come tale è dannosa se in mani sbagliate. Un bravo critico può sia spiegare l'arte a chi non la capisce sia fingere di farlo e modificare le informazioni ai propri fini. Inoltre, come nell'arte, indipendentemente dalla bravura, solo pochissimi riescono ad affermarsi e a farsi conoscere in questo campo; ciò dà ai pochi eletti il potere di decretare il successo o l’insuccesso di un artista. Sarebbe, poi, fondamentale che la critica contribuisse a migliorare la conoscenza soprattutto dell’arte contemporanea, sconosciuta alla maggior parte o nel migliore dei casi poco capita, presentando i codici indispensabili per decifrare tale l’arte aiutando i fruitori ad apprezzarne le qualità estetiche ed etiche.

Cosa vorresti che i lettori conoscessero di te e della tua arte?
Vorrei che si soffermassero un po' di più a cercare di comprendere i messaggi che essa vuole comunicare, che non si limitassero a guardare la forma come succede di solito. Sono, infatti, convinto che ogni forma d’arte può contribuire ad arricchire il mondo in cui viviamo ed a lasciare a quanti verranno un patrimonio fatto non soltanto di bellezza ed armonia ma anche di pensieri, emozioni, sensazioni, a volte anche disarmonici, ma comunque fondamentali per proseguire sulla via di una piena e totale comprensione, per entrare in empatia con ciò che ci circonda.

Infine, che domanda vorresti che ti venisse rivolta durante un'intervista?
Mi piacerebbe parlare delle potenzialità che ha l'arte, potenzialità che vengono troppo spesso trascurate.

 

 






ART 3.0 − AutoRiTratti

Nicola Cirillo
in collaborazione con Accademia dei Sensi
elenco opere nelle immagini Notte rossa (acrilico su tela, 2013, part.)  Crocifissione (acrilico su carta, 2013); Tramonto self-made (foto su forex, 2014); La sindone (acrilico su tela, 2012); Notte primordiale (acrilico su tela, n.d.); Ciuffo (acrilico su tela, 2012); Novità risorgeranno (acrilico su tela, 2014); Mareggiata (acrilico su tela, 2013)
website https://www.facebook.com/NicolaCirilloART

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