Leggere per portarsi oltre i limiti imposti da una visione ristretta dello stato di cose del proprio essere, ciò che rende pressoché impossibile connettere il personale con il sociale. Leggere per sentirsi liberi da possibili concezioni distorte del vissuto privo dell’esigenza di conoscere o immaginare quanto è al di là del quotidiano. Per cercare più luce, insomma.
L’arte in generale ci aiuta a vivere con passione. Disse un giorno − non ricordo chi − che la musica è seconda solo all’amore. Non intendo con ciò azzardare superficiali confronti tra le varie forme artistiche.
Tornando alla lettura. Chi legge si pone anche in relazione emotiva con lo scrittore, qualunque sia il tema. È così che il lettore riceve una sorta di sollievo dalle problematiche vicende del suo tempo o del passato. Che siano in qualche modo personali o dell’umanità in quanto tale.
Si legge nelle situazioni che presentano una personale consonanza. Si legge per sentirsi parte attiva nella comprensione dell’umano.
A proposito della scrittura e della lettura è ancora Franzen a richiamare la nostra attenzione, o meglio a farci riflettere, sulla solitudine, con il brillante saggio Libri a letto nella raccolta del suo libro Come stare soli.
Per completare il quadro che riguarda la letteratura e il suo futuro v’è infine da porre in evidenza come l’Era Digitale possa garantirne un sicuro sviluppo.