“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 14 December 2014 00:00

Arte, Ricerca, FiorGen

Written by 

Come fosse una creazione unica. Come se le figure delle opere si parlassero, condividendo spazio e discorso. Come non vi fossero soglie, limiti, separazioni tra creazione e creazione. Ed allora...

I ritratti lividi, dai netti segni del tempo, lo sguardo fisso e spaventevole, diretto e i ritratti d’ebano, fanciulleschi, che dirigono lo sguardo verso un punto segreto, che appartiene solo e soltanto alla figura ritratta. Le fanciulle diafane, candide, quasi fantasmatiche, dagli occhi segreti, su cui discende una pioggia di colori e le fattezze giunoniche, materne d’antico, riproporzionate trionfalmente quando s’adagiano a un blocco o sul verde della natura. I fiori lussureggianti, colti in primo piano, emblemi di colori dalle tonalità che sfumano e quelli che invece si distendono come si distende un regno intero di vassalli al cospetto del suo sovrano di cemento o di pietra. Le rifrangenze d’anima rese attraverso le rifrangenze dei volti, l’equilibrio precario ma perfetto imposto ad oggetti e figure stilizzate, certe allegre fantasie da visione onirica, da sogno colorato, tondo nei suoi contorni calcati: un mare che s’increspa dolcemente, un violino che suona nell’aria, la luna che pende legata ad un filo. Ed ancora.
Ballerine immerse nell’algida luce argentea di scena e l’abito di una danza che non è stata mai danzata, icone mitiche e simboli metaforici, scorci paesaggistico-memoriali − che riportano ad un’estate lontana − ed improvvisi avvampi metropolitani, di ferro e cemento. Una grande città, brillante e notturna e una piccola casa, dalla forma volutamente fanciullesca; un’altalena lunare, il movimento del mare, una mano che saluta d’inverno; il fumo di una sigaretta fumata in solitudine e una collina, muta; il dialogo tra la luna e una cava, il silenzio pomeridiano della marina di Calabria, un paesaggio inventato, che lascia senza parole.
Non ci sono titoli, volutamente non ci sono nomi e cognomi d’autori in questo articolo. Non ci sono perché – per una volta – vorremmo tenere tutte assieme le opere perché siano considerate un’opera unica, una sola immensa composizione collettiva. È questo – in fondo – Arte per la Ricerca FiorGen: una composizione collettiva, costituita sì dall’impegno individuale, ma inevitabilmente comune nella sua ideazione, nella sua realizzazione pratica, nella sua conclusione generosa.
Non ci sono titoli e nomi e cognomi perché − titoli e nomi e cognomi − andrebbero letti come si legge una lunga filastrocca senza pause, come si legge un racconto che non ha soste e che impone di proseguire dall’inizio alla fine. Dalla prima all’ultima lettera dell’alfabeto, dal numero zero al numero che neanche si riesce a immaginare: un tutt’insieme per questo concorso d’intenti, di gesti, di presenze e di offerte, capace – per il decimo anno consecutivo – di proporre opere d’arte in luoghi splendidi, dando così visibilità alla bellezza, e di tramutare – questa bellezza – in un sostegno concreto alla ricerca farmacologica, attraverso l’istituzione di un’asta finale.
Ci sono eventi cui si prende parte perché è giusto; ce ne sono altri di cui si è partecipi per il piacere sincero di viverli; poi ci sono occasioni come Arte per la Ricerca FiorGen in cui – buoni propositi e contentezza veritiera – coincidono. Così non importa neanche sottolineare che, per l'ennesima volta, gli alti proventi dell'asta diventeranno borse di ricerca; così come non importa − non in questa occasione − indicare quale opera ha ottenuto la quotazione maggiore sessantadue creazioni di sessantadue artisti: tutte vendute, tutte diventate sostegno alla conoscenza medica.
Ed allora: una medusa d’aglio che naviga in un mare scuro, una tavolozza di colori fragile e intensa come le ali di una farfalla, la forma circolare che le idee hanno in un quadro; la condizione d’attesa e il dilatato momento che precede una scelta, un burattinaio metafisico e la metafisica delle figure contrapposte; un cencio adagiato a una sedia, i colori di una terra di confine, una spiaggia diventata la spiaggia della vita. E la generosità, la bellezza, l'incontro tra generosità e bellezza: capace di favorire e sostenere − davvero − il sapere, la cura, la salute.
Tutto questo ha un nome solo, un solo titolo, da dieci anni: Arte per la Ricerca FiorGen.

 

 

 

 

 

 

 

 

Asta − Arte per la Ricerca FiorGen. X Edizione
curatore
  Filippo Lotti
banditore Roberto Milani
opere di Riccardo Antonelli, Enzo Archetti, Massimo Barlettani, Roberto Barni, Gianni Bellini, Giampaolo Bianchi, Maurizio Bini, Marco Borgianni, Roberto Braida, Fabrizio Breschi, Daniela Caciagli, Luca Canavicchio, Massimo Cantini, Mauro Capitani, Giuliano Caporali, Myriam Cappelletti, Claudia Chianucci, Simone Cioni, Claudio Cionini, Emiliano Colombini, Elio De Luca, Fabio De Poli, Salvatore Esposito, Paul Fabre, Stefano Festa, Franco Mauro Franchi, Danilo Fusi, Giuliano Giuggioli, Giovanni Gorini, Fabio Grassi, Graziano Guiso, Lorenzo Lazzeri, Susan Leyland, Massimo Lomi, Riccardo Luchini, Salvatore Magazzini, Andrea Mancini, Marco Manzella, Giovanni Maranghi, Gianfalco Masini, Fabrizio Michelucci, Lea Monetti, Giancarlo Montuschi, Sergio Nardoni, Elisa Nesi, Francesco Nesi, Alessandro Nocentini, Armando Orfeo, Cristina Palandri, Erno Palandri, Luciano Pasquini, Antonio Possenti, Giovanni Sanesi, Piero Sani, Marcello Scarselli, Lelia Secci, Pietro Soriani, Paola Staccioli, Paolo Staccioli, Serena Tani, Stefania Valentini, Paola Vallini.
Firenze, Auditorium/ Ente della Cassa di Risparmio, 13 dicembre 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook