“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Sunday, 26 January 2014 00:00

La bella Sicilia di Tindaro

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È il momento di sensibilizzare l'ascolto e di essere pronti ad accogliere la preziosa testimonianza di Tindaro Granata, in scena al Teatro delle Briciole di Parma. Il monologo autobiografico è dotato di freschezza e umanità. L'attore non tradisce se stesso e con limpida verità parla de li cunti della sua famiglia siciliana.

Sunday, 26 January 2014 00:00

Il passato, al presente

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Possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi.
                                                               (William Shakespeare)

 

Le casse da trasporto-bibita con su scritto “Staro”, “Effeti”, “Lattebusche”, “Delta Lat”, “Sorgente Alba”. Due piani di legno reclinato che saranno – di volta in volta – tavolo da gioco, binari di una stazione, insegna di un negozio, pedana su cui sedersi, tombe ed esplicita indicazione al pubblico delle parole “Fame” e “Fine”. Sacchetti di polenta istantanea. Pile di cioccolatini Boero. Carte dei cioccolatini Boero, lasciate cadere per terra. E questo dialetto veneto che graffia l’italiano di base, i riferimenti crona-localistici, le allusioni al Nord-Est ed all’effimero imbroglio dell’illusione economica compiute da un fratello e da una sorella, da un "fallito professionista" e da un’aspirante anoressica, da un suicida che non ha il coraggio davvero di suicidarsi e da una suicida che non ha il coraggio davvero di suicidarsi. Questo ed altro in Mio figlio era come un padre per me.

Friday, 24 January 2014 00:00

Fra sogno e utopia

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“Mi chiamano psicologo: non è esatto, io sono soltanto realista nel senso più alto, cioè rappresento tutte le profondità dell’anima umana”.
(Fëdor Michailovič Dostoevskij)

 

Fra i portatori di cultura che maggiormente hanno segnato l’esistenza dei bipedi abitatori di questo globo terracqueo, un posto preminente spetta senz’altro a Fëdor Michailovič Dostoevskij, la cui opera possiede una profondità introspettiva con pochi corrispettivi nella storia della cultura.

“Trattano tutti alla stessa maniera, alla stessa stregua, sia il delinquente che il galantuomo! Naturalmente che succede? Arriva un momento che il galantuomo si ribella e quando è avvenuta la ribellione… in galera, e finisce male!”. Si poteva partire da qui, dall’attualità di questa riflessione di don Gennaro (Eduardo) e farne il leitmotiv della messinscena, a prescindere dalla storicità del delitto d’onore.
Si poteva rileggere Uomo e Galantuomo, alla luce delle querelle sulle immunità parlamentari, e l’impunità “reale” dei “creativi” reati finanziari; si poteva mettere in scena la condizione dell’uomo qualunque che quotidianamente soccombe, impotente, dinanzi al peso dell’esistenza, spiazzato dalla caducità dell’essere e dalle necessità che la mera sopravvivenza esige; si poteva rendere Eduardo ancor più Eduardo: non s’è voluto.

A Napoli è difficile vivere. Napoli è piena di ratti. I napoletani non sanno fare la raccolta differenziata. A Napoli, su ai quartieri spagnoli, alla Sanità, a Scampia è pieno di camorristi. Questo è più o meno l’elenco dei cliché che hanno sostituito quelli più antichi che volevano i napoletani come un popolo di cantanti e suonatori di mandolino che mangiano pizza e prendono tutto alla leggera.

Thursday, 23 January 2014 00:00

Facciamo finta che io ero...

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…il Principe, direbbe il vostro (non più) piccolo recensore. Poi basta aprire le porte dell’armadio della cameretta (meglio quello grande nella stanza da letto matrimoniale) per dare libero corso all’immaginazione e costruire, tre sedie a dondolo a mo’ di carrozze e comodini come improvvisati caminetti, la scena della fiaba.

Monday, 20 January 2014 00:00

Il Teatro visto dal buco della serratura

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Entrare in punta di piedi nelle vite altrui, rubarne squarci di dialoghi, interpretarne volti ed  espressioni... chi non ha mai pensato di farlo? Bene, l'ultima frontiera del teatro contemporaneo vi accontenterà, vi condurrà direttamente nelle stanze dell'intimità a un passo dagli attori. Precisamente al Chiaja Hotel de Charme di Napoli, dove all'interno delle camere dell'albergo, un tempo "allegro" postribolo partenopeo, va di scena DO NOT DISTURB – il teatro si fa in albergo  per la regia di Mario Gelardi.

Tuesday, 21 January 2014 00:00

Di mamma per fortuna ce n'è una sola

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"Chi è amato dalla propria madre è un 'conquistador'"
Sigmund Freud

 

"Non ci sono madri snaturate perché l'amore materno non ha niente di naturale"
Simone de Beauvoir

 

Due grandi verità, se le uniamo ci dicono che l'ambivalenza della natura contempla la luce e le tenebre, il bene e il male, entrambi ne sono i figli prediletti, tra loro non fa distinzioni ed è 'naturale' che questa ambiguità si ripercuota sulla donna che attraverso la sua capacità riproduttiva ne diventa il tramite, il corpo, mediante il quale la natura garantisce la sua sopravvivenza. Questo non vuol dire che il prevalere dell'uno o dell'altro aspetto non comporti conseguenze.

Monday, 20 January 2014 00:00

Grande spettacolo di gala!

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Un martellare insistente ed incessante proveniente da fuori scena accoglie il pubblico che cerca la sua poltrona biglietto alla mano. Ai suoi occhi si presenta una scena scarna. Funi sulla sinistra, più avanti una sedia a dondolo con lo schienale volto alla platea, verso il fondale nero dall’altro lato vi sarà una piccola orchestra, delle percussioni, strumenti a fiato, un contrabbasso ed una tastiera. Al centro, in tutto questo nero e a questo vuoto disordinato, vi è un mucchio di scarpe bianche. Siamo in un circo, lo si intuisce subito, il martello sta preparando lo spettacolo.

Sunday, 19 January 2014 00:00

La favola rossa e nera

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Il Re ride, di Luisa Guarro, è al Nuovo Teatro Sanità. Il teatro è una recente “invenzione” nel quartiere della Sanità, dove Padre Loffredo ha deciso di creare spazi per rivalutare la zona e soprattutto impegnare culturalmente e civilmente i ragazzi che ci vivono. All’uscita dell’ascensore che da Corso Amedeo di Savoia arriva fino alla Chiesa di Santa Maria alla Sanità, ho sentito di stare per entrare in un “mare di energia colorata”, molto, molto potente.

Saturday, 18 January 2014 00:00

Di allora, adesso

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Per comprendere la regia con cui Luca De Fusco firma L’amorosa inchiesta di La Capria occorre indirizzare lo sguardo in basso e – solo dopo aver badato ai colori della base di scena – farlo risalire al corpo dell’unica attrice in assito.

Thursday, 16 January 2014 00:00

Zio Vanja coi pugni in tasca

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Esseri umani come macchie grigie su un tappeto di noia; la stagnazione, il ripetersi del vivere sempre uguale come i cicli delle stagioni. In casa Serebrjakov la prigionia dell’inazione attanaglia come una gabbia dalle sbarre invisibili. È una gabbia, una prigione, quella in cui Čechov inscrive i suoi personaggi, è una gabbia, una prigione che Marco Bellocchio costruisce in chiaro legno di betulla (o almeno dalla platea si ha l’impressione che il ligneo candore della scena di betulla sia materiato), separato dal proscenio in legno più scuro.

Thursday, 16 January 2014 00:00

Napoliburgo

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Il merito maggiore di PetitoBlok è simboleggiato da quest’assenza di spazio nel titolo: due nomi che conservano le loro maiuscole vengono uniti, i due nomi sembrano diventare uno solo pur rimanendo distinti, non c’è confusione ma relazione, messa in evidenza di un legame, accostamento senza mutazione, mantenimento delle reciproche caratteristiche pure stando assieme. Così ciò che nasce come farsa da scherzi, da botte e da mangiate, rimane una farsa mentre l’esasperata finzione e la doppiezza del baraccone tintinnante, grottesco, zampillante di mirtillo − che fu opera di Blok − resta un baraccone.

Wednesday, 15 January 2014 00:00

Se il mare non è mare

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Non è un caso che – in Mari – il mare non sia mare davvero: che non vi sia una sola lamina azzurra, nessun tocco di colore chiaro, neanche una finta pittura celeste e che, lo sciabordio da risacca che sentiamo durante la messinscena, funga più da richiamo ritmato e da lento cronometro che da vera connotazione ambientale.
Non è un caso che – in Mari – il mare non sia mare davvero ma un lungo panno nero e che questo panno si distenda, dalla parete di fondo, fin dove siedono gli spettatori: generando questa assenza visibile, infatti, s’annulla il valore del calendario, l’ossessione dell’orologio, l’importanza del dove e del quando di ciò che succede, di ciò che accade, di ciò che avviene semplicemente perché deve avvenire.

Wednesday, 15 January 2014 00:00

Un ibrido Mozart

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Nel cuore di Castellammare di Stabia esiste uno spazio teatrale chiamato CAT. Quarantacinque anni di attività alle spalle, per un teatro che raccoglie l’eredità di Italo Celoro, attore di cinema e teatro che del CAT è stato direttore artistico dal 1991 fino ai suoi ultimi giorni. In scena, in una domenica di gennaio, c’è Amadeus… genio e delitto, partitura teatrale che s’ibrida con la performance musicale, dando luogo ad una forma scenica composita, in cui teatro e musica si combinano e si amalgamano per tratteggiare, in maniera quasi espressionistica, la figura di Wolfgang Amadeus Mozart, nel cui cono d’ombra vive di riflesso il personaggio di Antonio Salieri.

il Pickwick

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