“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Saturday, 08 March 2014 00:00

Troilo e Cressida, eventualmente

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Napoli. Lanificio 25. Uno di quei luoghi bizzarri, quasi surreali, che spuntano in mezzo al degrado e provano a mettere in piedi un altro approccio alla realtà. Fuori la città livida, stranamente silenziosa, svuotata della sua multietnica e brulicante attività diurna. Si varca l’ingresso classicheggiante, memore della ottocentesca manifattura della lana, ormai roso dal tempo e dall’indifferenza collettiva. La porta spazio-temporale ci trasporta in quello strato della città che si muove, nonostante tutto, e che forse può creare davvero fermenti vitali, a patto che non si prenda troppo sul serio, non si cristallizzi in realtà precostituita e autoreferenziale, ché altrimenti recherà in sé già i germi della decomposizione, una volta caduto lo stucco nuovo della facciata, proprio come il portale.

Sunday, 09 March 2014 00:00

Maltrattando Antigone

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Gruppo L’Espresso, in collaborazione con la Scuola Holden di Baricco. Collana editoriale chiamata Save the Story. Obiettivo: raccontare le grandi trame del passato che pare rischino l’oblio, la dimenticanza perpetua, l’abbandono definitivo. Tra queste, l’Antigone di Sofocle. Ad Ali Smith il compito di sottrarre al (presunto) pericolo il testo greco perché continui a vivere, ad essere posto a scaffale e in teatro, ad avere lettori e spettatori.
Il moto d’urgenza produce – dunque – la (nuova) narrazione di una (antica) narrazione; questa (nuova) narrazione diventa un volume, il volume si fa copione per uno spettacolo, lo spettacolo va in scena.

Al suono di un valzer viennese, annuncio dell’ambientazione (Trieste era, fino al Trattato di Rapallo del 1920, annessa all’Impero austro-ungarico), si apre il sipario sull’interno dello studio del dottor S. Sulla scena dominano il pavimento a scacchiera ed il grande specchio opacizzato dagli anni (in realtà una lastra d’allumino), al cui confronto il resto dell’arredo liberty, diventa piccolissimo; piccolissimi appaiono anche gli uomini in scena: Zeno Cosini ed il dottor S., piccolissime le loro vite, piccolissimi i loro sogni.

Friday, 07 March 2014 00:00

Sull'origine dei magnati russi

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Il sipario si apre ed è ancora tutto buio sulla scena, poi lame di luce sono proiettate verticalmente ed orizzontalmente sulle pareti della scenografia, con una cucina misera sulla destra, un tavolo e delle sedie al centro. Una figura femminile, la madre (Elsa Bossi), entra in scena scolpita dalla luce bianca mentre si avvicina ad uno strano altare dalla forma ogivale, rosso, messo nell’angolo a destra. Su di esso vi sono varie icone sacre.

Thursday, 06 March 2014 00:00

Una città a prova di bomba

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Lo spazio domestico di un salone si regala al teatro e gremisce i propri posti a sedere; la quarta parete è velo di sfoglia sottile che cede ad un contatto quasi tattile fra scena e platea. Occupa la parte di sala riattata a ribalta una donna (Federica Aiello) la cui loquela dichiara quand’ancora è fuori scena il proprio status di straniera; status che, una volta fatta la sua comparsa, si arricchirà di altre significative prerogative: straniera, di religione islamica, pasionaria della jihad.

Thursday, 06 March 2014 00:00

Un ballo molto speciale

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Da ogni parte della città arrivano, scortati in automobile o protetti con un ombrello mentre attraversano la strada a piedi, principesse e principi, contesse e conti, dame di ogni parte del mondo ma anche fate e supereroi dei fumetti o dei videogiochi. Non c’è dubbio che si tratti di un evento importante se riesce richiamare la presenza di così alte personalità. Si tratta, infatti, di un gran ballo organizzato da Sua Maestà la Regina Maria Carolina e dal Re Ferdinando di Borbone a Palazzo Reale.

Tutto parte dalla vita, attraversandola, per arrivarvi. E non c’è viltà, sottomissione, paura, per raccontarsi che difenderla è un fatto singolare, pericoloso, per chi rincorre sogni deboli quanto le forti utopie. Specialmente se a rischiarla c’è un’intera comunità di persone schiacciate dalla sciagura di vivere in una terra alla quale appartengono ma che non appartiene più loro, terra che chiede di amarla con l’amaro impeto di una passione impossibile.

Monday, 03 March 2014 00:00

Brontolano per più di due ore e ci piace!

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New York è nascosta dalle tapparelle vecchie e rotte di una camera d’albergo. La carta da parati è stata sporcata dal tempo come i pannelli di legno sulle pareti, le porte e lo specchio. Gli anni che senza sosta si susseguono non hanno risparmiato nulla. Protette dal vetro e dalle cornici, vecchie foto in bianco e nero e manifesti pubblicitari tengono in vita i ricordi dell’età dell’oro del vaudeville americano. Dalla tv sistemata sul divano vengono fuori le voci dei presentatori, la musica jazz, invece, è nell’aria. Poi una poltrona verde con le frange, uguale al divano, un letto con le testare di legno alte, un comodino con la lampada, uno stendino. Sul fondo la porta aperta sulla stanza da bagno col lavandino viola.

Tuesday, 04 March 2014 00:00

La recitazione della musica

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Il Don Giovanni di W.A. Mozart de I Sacchi di Sabbia è una strana creatura teatrale: concerto, simulazione di un concerto, messa in scena di un concerto e coreografia drammaturgica, partitura per attori che sembrano musicisti ma rimangono attori, interpretazione perfetta di vere imperfezioni fintate.

Friday, 28 February 2014 00:00

Tradizione e nostalgia

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Retropalco in vista, quinte spostate, palcoscenico spoglio. Quando c’era lui … caro lei è teatro nel teatro. Assistiamo alle prove di una compagnia di attori, intenta nella costruzione dello spettacolo.
Siamo negli anni ‘20. Saverio, autore e regista, propone ad un produttore il suo testo ricevendo il finanziamento richiesto. In cambio dovrà accontentarsi degli attori proposti dal finanziatore, tra cui l’amante di un ufficiale fascista, un attore del cinema muto con problemi di droga e un difetto di pronuncia, una vecchia grande attrice ormai alcolista, il figlio poco sveglio di un ex attore e la figlia timida e bruttina di una locandiera. Al fianco del regista, come aiuto tecnico, il tuttofare don Gennaro e la moglie muta di lui.

Friday, 28 February 2014 00:00

Un tuffo dove l'acqua è più blu

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Claudio Di Palma, per una produzione del Teatro Stabile di Napoli, ha lavorato sul testo di Raffaele La Capria Letteratura e salti mortali, un’opera letterario-saggistica di riflessione ed interrogativi sull’atto creativo in letteratura. Lo spettacolo fa parte di quella collana che si compone di frammenti di opere di La Capria per il ciclo L’armonia perduta e che ha cercato di trasformare in teatro la letteratura.

Thursday, 27 February 2014 00:22

Nulla avviene mai… improvvisamente

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Un’imponente scenografia composta da fitte colonne di foglie verdi che cadono dal soffitto in più punti, grossi cespugli sul fondo ed un cinguettio soave rappresentano la serra-giungla in cui si svolge il dramma scritto da Tennessee Williams nel 1958. Il resto della scena è diviso a metà: a sinistra vi sono delle sedie ed un tavolino basso da giardino, a destra sullo sfondo un piccolo tavolo con due sedie e l’ingresso della ricca casa di Mrs. Venable, con dei larghi gradini ricoperti qua e là di verde. Una luce bianca e chiara illumina la scena.

Wednesday, 26 February 2014 00:00

Da un corpo all'altro

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Può succedere, dopo uno spettacolo, di lasciare la sala portando via nella testa un’immagine, una riflessione, una battuta pronunciata. Qualcosa di fatto, detto e per questo destinato a morire nell’evento effimero del teatro continua, invece, a vivere nel nostro corpo, tra i pensieri e i nervi.
“Nessuno vi farà del male” dice un padre ai propri figli prima di morire, lasciandoli soli al mondo. Non vuole che si separino ma che restino insieme ad affrontare la vita. Così accade nello spettacolo di Mario Gelardi e Fabio Rocco Oliva messo in scena al Teatro Sanità. La vita è davanti ai nostri occhi, dall’infanzia alla maturità di due fratelli e una sorella.

il Pickwick

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