“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Saturday, 20 December 2014 00:00

Sul "Natale in casa Cupiello" di Latella

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Segnale portentoso, la cometa annuncia catastrofi
                                         (Giorgio Manganelli)

La Tradizione, quella vera, misconosce la mera replicanza
                                                      (Enzo Moscato)

I giorni pari erano quelli che credevamo sereni. Li credevamo,
bada, era un'illusione. Infatti Natale in casa Cupiello è appunto
una commedia dei giorni pari
                                                    (Eduardo De Filippo)



(una didascalia)
Antonio Latella spinge i propri attori in ribalta, a dire più che a recitare il primo atto di Natale in casa Cupiello: volto fisso al pubblico, una mascherina sugli occhi fino al momento dell’entrata (testuale) in scena, alle spalle una grande stella cometa a fare da sfondo allusivo alle parole. Del secondo atto propone, invece, una trasfigurazione scenica, ambientata nel vuoto del palco (le mura grigie e nude, il cordame del teatro, la porta del retro, i fili di plastica, l’attrezzeria visibile ai lati, un carrello porta oggetti). Del terzo, infine, fa un’opera lirica: a toni bassi, in un buio quasi assoluto, traversato da luci vagamente caravaggesche.

Wednesday, 17 December 2014 00:00

Luparella, Nanà, Enzo, Isa, la guerra, e l'arte

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Luparella è un testo di Enzo Moscato che affonda le sue radici in un periodo particolare della storia partenopea, il ’43. Recentemente l'autore ha sentito nuovamente l’esigenza di tornare sul medesimo tema con un altro spettacolo, intitolato Napoli ‘43, che è stato realizzato per le celebrazioni del settantesimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli. Sicuramente l’interesse di Moscato nei confronti del passato ha qualcosa a che fare con la sua formazione, ma quello che è certo, è che i prodotti dell'elaborazione teatrale in cui convergono gli eventi storici prescelti non sono un mero esercizio nostalgico e commemorativo fine a se stesso, bensì e sempre, un pretesto per parlare del presente con i riflettori ben puntati su ciò che ci sta alle spalle: "Se dimentichiamo il nostro passato siamo già condannati". Il vero argomento, quindi, non è mai l'evento storico circoscritto in un determinato luogo, ma l'esperienza della vita umana, nella sua felicità e nella sua sventura.

Tuesday, 16 December 2014 00:00

I buffoni che disilludono il mondo classico

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Il Teatro Elicantropo ha ospitato alcuni tra i suoi padroni di casa per lo spettacolo Troilo e Cressida. Storia tragicomica di eroi e di buffoni, i cui registi ed attori sono, appunto, gli ex allievi della scuola di Carlo Cerciello, fondatori e membri del collettivo LunAzione.

Monday, 15 December 2014 00:00

L'Adelchi sensibile di Lenz Rifrazioni

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Il 9 dicembre è andato in scena l'Adelchi della compagnia Lenz Rifrazioni. Lo spettacolo è parte integrante della diciannovesima edizione di Natura Dèi Teatri Festival: dieci creazioni internazionali ispirate a I due piani, tema concettuale che, dopo Ovulo nel 2012 e Glorioso l'anno seguente, conclude il progetto triennale alimentato dalle intuizioni filosofiche di Gilles Deleuze.

Saturday, 13 December 2014 00:00

Un corps à mille facettes. Maguy Marin

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La diciannovesima edizione di Natura Dèi Teatri presenta negli spazi post-industriali di Lenz Teatro a Parma dieci creazioni internazionali ispirate a I due piani, tema concettuale che chiude il progetto triennale alimentato dalle suggestioni filosofiche di Gilles Deleuze. Martedì 9 dicembre va in scena Singspiele: il nuovo spettacolo di Maguy Marin, personalità importante della nouvelle danse francese.

Friday, 12 December 2014 00:00

Ettore, Mimma e Mimì

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(la finzione)
Narra la solitudine, Piccolo e squallido carillon metropolitano, costringendo un fratello, una sorella e un altro fratello diventato una sorella a convivere in uno spazio strettissimo, costipato, ricolmo, nel quale il tanfo intasa l’olfatto mentre la vista è ripiena d’oggetti, di mercanzia inutile, di vecchiume: santini, madonne, cristincroce ovunque, in questo scorcio di vicolo, in questa topaia di quartiere in cui – fuori – stridono le urla dei bambini, appuntite "come baionette", mentre − dentro − domina l’odore nauseabondo e stagnante dell’incenso.
Una casa, di una casa una stanza, in questa stanza tre figure che – pur stando assieme – sono dunque lontane l’una dall’altra.

Tuesday, 09 December 2014 00:00

Il teatro degli spiriti

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Roberto Latini fa de I giganti della montagna una partitura scurissima, solitaria, percepibile appena. Innalza tra il palco e la platea un velario sottile, dispone nel piccolo spazio di Sala Ichòs cinque finte zolle di spighe e usufruisce di luci fredde o soffuse, deboli, scarne. Così facendo rende il suo corpo una presenza larvale, mai chiara del tutto, mai davvero definita nella sua dimensione corporea.

Monday, 08 December 2014 00:00

Come mosche da bar

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Assistere nell’arco di soli tre giorni a due spettacoli diversi (ma poi neppure troppo, come si potrà leggere più avanti), portati in scena da parte dello stesso sodalizio artistico consente di avere una visione più approfondita del lavoro svolto e delle modalità con cui lo si svolge; e non solo per la dilatazione del proprio sguardo, cui si offre opportunità di sporgersi di un tanto più in là allargando la panoramica, ma anche – e forse soprattutto – grazie al fatto che è proprio soffermandosi sulle peculiarità che si ripetono, sulle iterazioni, su quelli che chiameremmo tòpoi – e quindi, di fatto, restringendo il cono visivo, fino a lasciare che lo sguardo si soffermi sui dettagli specifici e non sulla visione d’insieme – che il nostro occhio ha la possibilità di entrare in un sistema drammaturgico che sembra identificativo di una poetica.

Monday, 08 December 2014 00:00

Il gioco del genio e la religione dei mediocri

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Eratostrato, chi era costui? Come don Abbondio vado ruminando tra me e me seduto sulla rossa poltrona in platea, davanti al palcoscenico qui al Mercadante. E che c'entra – anzi, perché c'entra – questo carneade con Amadeus e l'inclite gesta sue d'infrenabile irregolato genio? C'entra, perché Eratostrato è colui che per passar alla storia incendiò il tempio d'Artemide, che gl'antichi avevano in conto esser gran meraviglia del mondo allora conosciuto: incapace com'era d'impersonar con qualche probabilità di successo ruoli d'eroe o d'artista o di benefattore delle genti, niente trovò di meglio, per tramandar la memoria sua ai posteri, che distruggere un monumento famoso e celebrato: ogni volta che nella storia dell'umanità qualcuno avesse fatto memoria di quell'opera, inevitabilmente, fatalmente, inesorabilmente, avrebbe insieme dovuto ricordare, inestricabilmente raccordato ad essa, il nome di colui che inopinatamente e gratuitamente quell'incanto aveva sottratto al godimento umano.

Sunday, 07 December 2014 00:00

Geometrie memoriali

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Parte di un trittico – La trilogia degli occhialiBallarini di Emma Dante vive di sussistenza autonoma, pulsa di consistenza propria. Lo lega, al resto del trittico, il riferimento “ottico” (gli occhiali), ma non solo: c’è anche un discorso memoriale, che apparenta ad esempio l’odissea dello “Specchiato” di Acquasanta ai danzatori “a ritroso” di Ballarini. Perché Ballarini, come e più ancora di Acquasanta – di cui pure su queste pagine testimoniammo visione – è sull’essenza della memoria che posa il suo sguardo, e lo fa con la leggiadria poetica che allo sguardo di Emma Dante appartiene, e che sa trasformarsi in immagine per la scena, essenziale e dilatata ad un tempo, racconto in cui si fondono minimale e minuzioso, densità drammaturgica e fluidità della sua resa.

Saturday, 06 December 2014 00:00

Cesira: un ritratto da incorniciare

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Le tre verità di Cesira, è un monologo femminile estrapolato dall'opera Ritratti di donne senza cornice, di uno dei più grandi autori teatrali viventi, Manilo Santanelli. I ritratti che si sceglie di lasciare spogli di una cornice sono sempre quelli meno ben riusciti e di cui si va meno fieri, da qui la scelta di riporli in un cassetto. Cesira è uno di questi tre ritratti e la ragione di questa mancanza di cornice risiede in un eccesso munificente di Madrenatura: il suo volto, infatti, è vistosamente provvisto di un elemento prettamente maschile: i baffi.

Saturday, 06 December 2014 00:00

La corruzione dei costumi

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Recensendo L’ispettore generale di Missiroli – nel 1973 – Angelo Maria Ripellino evita di accennare alla trama: troppo nota, già allora, per farne riassunto. Apprendiamo la lezione e passiamo immediatamente alla regia vista al Bellini.

Friday, 05 December 2014 00:00

Note su "Nunzio" di Spiro Scimone

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(il regista)
Provare a scrivere qualcosa di nuovo su Nunzio è particolarmente difficile: lo spettacolo è andato in scena, per la prima volta, nell’agosto di vent’anni fa e – da allora – è stato raccontato centinaia di volte, è diventato oggetto di saggi monografici, ha generato ulteriori interventi critici. Vale la pena redigere una recensione tradizionale? Probabilmente no. Per questo la preferenza va a un insieme di note suggerite dalla lettura del testo e dalla visione dello spettacolo. Si parte dalle parole del regista, dalle parole di Carlo Cecchi.

Thursday, 04 December 2014 00:00

Mac, Beth, e la tragedia dell’attore

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Sembra molto pop, questa rilettura di Macbeth, a cominciare dalla scena, che è accatasto pletorico di ciarpame da night club demodé; sembra molto pop, ma è solo un’impressione d’abbrivio, propria di chi si può lasciar fuorviare dalla scissione del titolo: Macbeth e Lady Macbeth scissi in Mac e Beth, ovvero due essenze fuse in una vita in comune – quella di coppia – ad incarnare la diramazione di una sorta di dualità junghiana dell’animo umano: Mac la forza, Beth l’anima; Mac il braccio, Beth la mente, che instilla in lui il germe della rivolta, della ribellione, contro il legittimo re di Scozia, o contro il legittimo padrone del teatro Gobetti, poco cambia.

il Pickwick

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