“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Monday, 26 January 2015 00:00

Note sul Pinter di Binasco

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(sul posto in cui siedo)
Siedo – come un’altra decina di spettatori, equamente divisi – direttamente sul palco, alla destra del punto in cui Sara Bertelà, Orietta Notari e Nicola Pannelli si accingono a recitare Una specie di Alaska. Perché sono qui? Perché questo spettacolo ha bisogno che dieci, quindici o venti spettatori siano posizionati ai lati e non – come tutti gli altri, con tutti gli altri – siano invece seduti in platea? Credo vi siano due ragioni.
La prima.

Saturday, 24 January 2015 00:00

Un omaggio in parole e note

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Il vasto palco del Teatro Delle Palme accoglie un pianoforte sulla sinistra e un leggìo sulla destra, pochi metri dietro il quale, vi è un tavolino con dei fiori, una sedia e una chitarra in attesa. La musica inizia in sincrono con l’apertura del sipario, grazie al Maestro Ciro Cascino, che accompagna l’ingresso di Isa Danieli: lei, in abito nero dagli spacchi rossi e la sua splendida, inconfondibile corona di capelli canuti. Non appena intona Chi tene ‘o mare di Pino Daniele le note diventano riconoscibilissime e commosse.

Friday, 23 January 2015 00:00

La cognizione del cartone

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L’ingresso in sala è un tuffo a ritroso nell’infanzia, con la sigla di Daitarn 3 sparata a tutto volume; prendiamo posto canticchiando in un ideale karaoke a fior di labbra – e giuro, non sbagliamo una parola! – ripensando alle imprese di Haran Banjo ed ai primi colorati turbamenti, aventi le sembianze animate di Reika e Beauty, in anticipo di un paio d’anni su Lamù, che ci avrebbe definitivamente aperto breccia nella scoperta della pubescenza; la sigla di Creamy ci piace già un po’ meno, ma ci ritroviamo a canticchiarla ugualmente, cosa disdicevole per un maschietto degli anni Ottanta che non avesse voluto vedersi appioppare dai compagnucci l’epiteto di “femminuccia”.

Wednesday, 21 January 2015 00:00

I rituali sociali di Denis Plassard

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Al Teatro Le Toboggan di Lione va in scena Rites della Compagnia Propos diretta da Denis Plassard. Fondata nel 1991, la compagnia prende il nome dal primo assolo interpretato e coreografato da Denis Plassard, che da sempre esplora il rapporto tra parola e movimento. Registrate, pronunciate o cantate, comprensibili o meno, le parole, in relazione al gesto, sono un elemento fondamentale della sua ricerca teatrale.

Wednesday, 21 January 2015 00:00

Quanto è difficile dire "stupro"?

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(il tema)
Di una violenza Non voltarti indietro racconta non la realizzazione ma le conseguenze. Racconta il silenzio, l’immobilità, l’assenza di reazione; il desiderio di nascondersi, di seppellirsi, di sparire del tutto. Ne racconta – Non voltarti indietro – la difficoltà di vivere la propria condizione di vittima, il rifiuto che ne viene per il mondo, l’incapacità di parlare di ciò che è accaduto. Stupro. Quanto è difficile, ad esempio, dire “stupro”?
Non voltarti indietro racconta di una ragazza che non dorme perché – quando chiude gli occhi – sente l’odore della saliva dell’uomo che l’ha violentata e racconta di un ragazzo che insiste, attende, s’infuria e si placa, aspetta, persevera, penetra in casa e trascina – lentamente, con furbizia e mestiere – questa stessa ragazza di nuovo all’aria aperta, a una vita che sembra la vita anche se ne è soltanto la forma banale che diamo a questa parola.

Tuesday, 20 January 2015 00:00

Shakespeare a colori

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“… labile come ombra, corto come sogno, rapido come saetta”
(Sogno di una notte di mezza estate, William Shakespeare)


Un sogno è un sogno e, senza il bisogno di scomodare Freud, lo si può interpretare, raccontare e far rivivere come più aggrada alla nostra fantasia; un sogno è un sogno, ed è nel pieno diritto del padrone di quel sogno calibrarne luci e colori, timbri e toni di voce; un sogno è un sogno, anche quando è opera teatrale, anche quando autore di quell’opera è William Shakespeare e, proprio perché è un sogno, il Sogno di una notte di mezza estate lo si interpreta, lo si racconta e lo si fa rivivere come lo sogna non più William Shakespeare ma chi di quel sogno s’appropria.

Tuesday, 20 January 2015 00:00

Parata di paradossale umanità

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Il piccolo palcoscenico del Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano e il sipario verde, che si apre e si chiude cinque volte per raccontare altrettante storie apparentemente ordinarie, sono il microcosmo di Human Parade n.1 di Antonio Iavazzo.
Il nome della performance è indicativo di ciò che verrà mostrato sul palco, cioè una parata, una breve carrellata di tipi umani che nell’arco di una scena presentano il loro mondo e i loro abissi esistenziali: le prime due storie, infatti, riflettono questo assunto.

Sunday, 18 January 2015 00:00

"Questo sono io"

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In questo dipinto la misericordia diventa appannaggio
umano, dovere della società civile, aiuto in chi versa
in condizioni disagevoli e di fatto è oppresso dalla
miseria, dall’indigenza, dalle malattie  ed è perseguitato
dalla sventura. Inoltre, in  ciascun personaggio,  c’è
quella  dignità che è  la condizione indispensabile
della persona umana.
                        
(Vincenzo Pacelli, Caravaggio)

(come lo racconto?)
Ci sono molti modi per raccontare Mettersi nei panni degli altri ma non ho chiaro quale sia adatto davvero. Attraverso il Centro di Prima Accoglienza: ne salgo e scendo le scale, mi siedo su un letto, ne passo i corridoi; ne sento il freddo quando giungo nella grande camerata, ne intuisco il silenzio quando visito una stanza più piccola, laterale, più scura; cerco e trovo con lo sguardo qualche segno che mi rimandi a chi lo abita adesso: un mazzo di carte, un cane di peluche nero e marrone, una valigia di tela; una cornice che contiene il volto della Madonna, una bottiglietta di plastica, la scritta “Solo Gesù ti aiuta” su una cassetta del pronto soccorso. E la pila di “lenzuola per sotto con gli angoli”, di “camicie estive ½ maniche” o di “camicie estive manica lunga” che vedo in stireria. Allora penso che un buon modo d’iniziare la recensione sia proprio rendere questo mio andare che poi è l’andare che Davide Iodice m’impone: devi camminare se vuoi incontrare qualcuno, se vuoi sentirne la storia, se vuoi vederlo mentre ti parla e ti dice di sé e – quindi – cammina in questo posto, cammina ed osserva e, quando sei giunto, fa silenzio ed ascolta, poi voltati e torna di nuovo a camminare.

Saturday, 17 January 2015 00:00

Cri, Pe e il teatro della delicatezza

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Vita che è sostanza di vita senza averne la forma; vita liofilizzata in uno spazio compresso e ristretto, come fosse sottovuoto, da maneggiare con cura e da sorbire a intervalli regolari; vita in pillole, necessarie per vivere una vita sublimata a due passi dalla vita. Due passi: quelli che separano lo spazio chiuso e liofilizzato delle vite di Pe e Cri dallo spazio aperto al respiro del mondo esterno, che è vita altra, che è vita piena.

Thursday, 15 January 2015 00:00

Ivan Karamazov e il teatro

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Esistono tematiche assolute che costituiscono rovello su cui si lambiccano dalla notte dei tempi le menti degli uomini, santi filosofi o perdigiorno che siano. Ed esistono opere, frutto della sapienza umana, che di queste tematiche assolute – la vita e la morte, l’etica e la metafisica, il bene e il male – hanno offerto filtro allegorico, chiave di lettura, interpretazione personale. Vale ciò ad esempio per l’opera di Fëdor Dostoevskij, che è un concentrato diffuso di trattatistica profonda in forma di romanzo.

Wednesday, 14 January 2015 00:00

Le lacrime dei colori primari

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Da un leggio bianco una scrittrice cerca l'ispirazione per una nuova storia. Parole senza senso escono dalla sua bocca, sono lo specchio di una mente assorta dal momento creativo, quando le idee si affastellano indisciplinate e cercano di farsi strada per trovare il proprio posto sul foglio bianco. Alle sue spalle una grande tela immacolata segnata da un lungo squarcio verticale attende in silenzio qualcosa da poter rappresentare.

Tuesday, 13 January 2015 00:00

A teatro per 'una pura formalità'

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Nell'atmosfera intima e ovattata de Il Pozzo e il Pendolo va in scena Una pura formalità di Pascal Quignard, un testo nato per il cinema ma strutturalmente pronto ad offrirsi al teatro con la naturalezza di un abito sartoriale. La vera natura di quest'opera risiede nell'ambiguità, che puntualmente smentisce e capovolge tutte le prime impressioni; l'apparenza è sempre inganno.

Tuesday, 13 January 2015 00:00

Ragionando su Vuccirìa Teatro

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Possibilità rara, e preziosa, quella di assistere a due spettacoli di una stessa compagnia in altrettanti giorni. Permette la comparazione, il confronto, consente di rilevare conferme e smentite, mutazioni, consuetudini, pregi o difetti che c’erano e non ci sono più o che invece  tornano, insistono, segnando una crescita che deve ancora maturare. Di Vuccirìa Teatro osservo, venerdì, Io mai niente con nessuno avevo fatto mentre, sabato, vedo Battuage. Torna quindi – Vuccirìa – a Galleria Toledo, torna sul palcoscenico napoletano che li ha promossi e poi consacrati, torna nel luogo in cui si sono fatti conoscere in città, torna – questo gruppo – nello spazio in cui ha inaugurato un intenso rapporto col pubblico locale e torna facendo crescere, replica dopo replica, il numero degli spettatori. Più di mezza platea piena, per il primo spettacolo; da tutto esaurito il secondo.

Monday, 12 January 2015 00:00

I belli addormentati

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Se il 2014 danzante a Napoli si conclude − oltre che con Picone principe del Regio − con La bella addormentata in versione salentina al Bellini firmata da Fredy Franzutti, il 2015 si apre con la risposta del Palapartenope che propone la versione romantica di Marius Petipa, vate del repertorio classico odierno.

il Pickwick

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