Teatro La ribalta di legno
«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».
Čechov quando scrisse le Tre sorelle nel 1900 non aveva in mente un dramma, ma considerava il suo testo addirittura una farsa giocata sul confine sottile tra aspettative e realtà. Stanislavskij ci dà testimonianza della delusione dell’autore nel veder rappresentato il suo testo al Teatro dell’Arte di Mosca come una tragedia. In effetti, anche in questo allestimento di Claudio Di Palma, più dell’ironia di certe battute e di alcune situazioni in cui si trovano i personaggi, si coglie l’angosciante “sentimento del contrario” pirandelliano, complice, probabilmente, anche l’allestimento scenico dai toni cupi e dagli arabeschi curvilinei che rimandano a spire inconsce e dal taglio delle luci precise che spaccano di netto il buio.
- Tre sorelle
- Anton Čechov
- Konstantin Stanislavskij
- Claudio Di Palma
- Paolo Serra
- Sara Missaglia
- Sabrina Scuccimarra
- gaia aprea
- Federica Sandrini
- Gabriele Saurio
- Andrea Renzi
- Giacinto Palmarini
- Paolo Cresta
- Alfonso Postiglione
- Massimiliano Sacchi
- Enzo Mirone
- Enzo Turrin
- Luigi Ferrigno
- zaira de vincentiis
- gigi saccomandi
- ran bagno
- teatro stabile di napoli
- Madame Bovary
- teatro mercadante
- Paola Spedaliere
- Il Pickwick
Tutto inizia e finisce a Napoli. Piazza del Carmine. Una veduta da stampa di Raffaele d’Ambra. In fondo la mole violacea del Somma-Vesuvio, minaccioso e fumante come un gigante lontano. In primo piano la strada, lo slargo del Carmine, i palazzi squadrati (prima della lottizzazione Ottieri...), la facciata della chiesa, l’inconfondibile campanile di fra' Nuvolo, che qualcuno ha definito come la punta di una matita stagliata contro l’azzurro del cielo. Entrano i musici, abbigliati in sgargianti giacchette a quadroni gialli e verdi, scarpe con le ghette, farfallini gialli. La tela si alza sul circo, o meglio, su un’idea di circo, un’evocazione attraverso elementi simbolici.
- Circo Equestre Sgueglia
- Raffaele Viviani
- Alfredo Arias
- Massimiliano Gallo
- Monica Nappo
- Tonino Taiuti
- Carmine Borrino
- Lorena Cacciatore
- Gennaro Di Biase
- Giovanna Giuliani
- Lino Musella
- marco palumbo
- Autilia Ranieri
- Mauro Gioia
- Giuseppe Burgarella
- Gianni Minale
- Flavio Tanzi
- Marco Vidino
- Sergio Tramonti
- Maurizio Millenotti
- Pasquale Mari
- Pasquale Catalano
- Luigi Neri
- Alfonso Liguori
- lucio sabatino
- Le Foyer Kriss e Carmen
- Silvio Ruocco
- Elisabetta Giri
- Salvatore Pastore
- Agenzia Cubo
- teatro stabile di napoli
- Napoli Teatro Festival Italia
- Teatro di Roma
- Raffaele d'Ambra
- fra' Nucvolo
- circo
- clown
- Bagonghi
- Teatro San Ferdinando
- Caterina Serena Martucci
- Il Pickwick
(uno)
Nel ’22 Pirandello osserva i Sei personaggi in cerca d'autore nella versione di Pitoëff e ne rimane estasiato comprendendo egli stesso, che pure del testo è l’autore, ciò che ha scritto davvero. Dalla suggestione ricevuta nasce la riscrittura del dramma. Pirandello è conquistato dalla dimensione cerebrale e oltremondana che il copione ha assunto su scena: Pitoëff fa scendere i sei personaggi dall’alto, come da un aldilà, usando un montacarichi ed immergendoli in una luce verde, spettrale, i cui effetti sono aumentati dal trucco bianco sul volto. Fatte della stessa materia di cui sono fatti gli incubi, appaiono come un’allucinazione queste figure livide, sospette, agitate, che penetrano in assito prendendone interamente possesso.
- Sei personaggi in cerca d'autore
- Luigi Pirandello
- Gabriele Paolocà
- Michele Altamura
- Nicola Borghesi
- Riccardo Lanzarone
- Paola Aiello
- Natalie Norma Fella
- VicoQuartoMazzini
- Teatro Kismet OperA
- Progetto Goldstein
- Manuela Giusto
- pirandellismo
- metateatro
- arsenale delle apparizioni
- I giganti della montagna
- Georges Pitoëff
- Teatro dell'Orologio
- Roma
- alessandro toppi
- Il Pickwick
Come si può raccontare uno spettacolo di Ricci/Forte? L’interrogativo è quello che ispira e accompagna l’approccio e la stesura di quest’articolo, un punto di vista che preventivamente deve sforzarsi di trovare un punto angolare dal quale porsi, una angolazione visuale dalla quale cimentarsi in una prova di decodifica che, preventivamente ammettiamo, non potrà essere completa ed esauriente, tanto è denso, ampio e complesso questo lavoro di Gianni Forte e Stefano Ricci; ma soprattutto è questo Darling opera che resta impressa negli occhi più di quanto penetri nella mente, rapendo per il suo potente impatto visuale e rimanendo altresì impelagata in complessità da alambicco nel suo impianto concettuale.
- Darling
- Ricci/Forte
- Stefano Ricci
- Gianni Forte
- Anna Gualdo
- Giuseppe Sartori
- Piersten Leirom
- Gabriel Da Costa
- Romaeuropa Festival
- Snaporazverein
- Théâtre MC93 Bobigny
- Festival Standard Ideal
- Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia
- Festival delle Colline Torinesi
- Orestea
- Frank Sinatra
- Led Zeppelin
- hard rock
- Samuel Beckett
- Giorni felici
- acrobati
- palingenesi
- Antonio Latella
- Il servitore di due padroni
- metateatralità
- Bari
- Teatro Kismet OperA
- Michele Di Donato
- Il Pickwick
Due vite riunite nello squallido sottoscala di una città del Nord la notte di Capodanno si raccontano da “emigranti”. Entrambi provengono dallo stesso paesino del Sud Italia, lo si afferra dal loro dialetto, l’uno più “paesanotto”, l’altro più “intellettualoide”, entrambi condividono lo stesso destino, un destino che sembrano accettare passivamente, almeno all’inizio. Questa è la cornice di Emigranti di Mrozek con la regia di Lucio Allocca, in scena al Théâtre De Poche lo scorso weekend. Il testo dell’autore polacco fu scritto nel 1974 ed è realista, compiuto e poetico, è uno scorcio, un quadro con i suoi confini definiti.
Una donna viene afferrata, piegata, chiusa in un sacco e trascinata in una casa. Il sacco viene aperto e la donna viene spinta, toccata, tastata, interrogata, minacciata e perquisita. Viene unita in matrimonio allo scemo di famiglia. Questa donna viene accusata di ciò che non ha commesso, viene trattata come un fastidio esterno, viene guardata come una tentazione straniera, questa donna subisce un abuso. Eppure questa donna non fugge, non si sottrae, non apre la porta e corre lontano. Questa donna rimane, indossa una veste, accudisce, s’affatica, lava per terra e, quando elabora i propri pensieri, non prende in considerazione l’evasione dal carcere a cui è stata costretta. Mi hanno presa, pizzicata, afferrata, mi hanno acchiappata dice di sé come direbbe di sé chi viene spinto in una cella ma – dalla cella – la donna non si sottrae, non si allontana.
- Furie de Sanghe
- Emoraggia Cerebrale
- Riccardo Spagnulo
- Licia Lanera
- Sara Bevilacqua
- Corrado la Grasta
- Demetrio Stratos
- Vincent Longuemare
- Rachele Roppo
- Paola Sarappa
- Fibre Parallele
- Teatro Kismet OperA
- Teatro Pubblico Pugliese
- ETI
- Ravenna Teatro
- Teatro delle Albe
- dialetto barese
- Bari
- capitone
- grottesco teatrale
- Lo splendore dei supplizi
- Have I None
- Mangiami l'anima e poi sputala
- Due
- Marco Martinelli
- Ermanna Montanari
- Nest Teatro
- Napoli Est Teatro
- alessandro toppi
- Il Pickwick
Ha il sapore amabile e generoso d'una dolce pietanza al retrogusto leggermente amaro e screziato d'antica etnia solare e mediterranea, questo Romeo e Giulietta che Tonio De Nitto e la Factory Compagnia Transadriatica hanno messo in scena al Nuovo napoletano: e ascoltarlo rimato e ritmato al punto giusto, coi giochi di parole e calembour che intatto restituiscono il carattere sottile e avvolgente della poesia del Bardo, e ne ricreano l’artificio arguto agile e corposo al tempo stesso, è un piacere ch'accresce il gusto dell'intelligenza della forse più famosa delle tragedie shakespeariane. Più famosa, certo, ma anche più immielata e incrostata d'annosa e pervicace patina romantica ch'intorbida e avvilisce il senso ultimo della storia dell'amore degli adolescenti veronesi, diventati, loro malgrado, simbolo stesso dell'amor lezioso e sospiroso che velava lo sguardo delle signorine dell'Ottocento sentimentale e un po' patetico.
- Romeo e Giulietta
- william shakespeare
- Tonio De Nitto
- Francesco Niccolini
- Lea Barletti
- Dario Cadei
- Ippolito Chiarello
- Angela De Gaetano
- Filippo Paolasini
- Luca Pastore
- Fabio Tinella
- Roberta Dori Puddu
- LCDC luminarie
- Cesare De Cagno
- Lucia Lapolla
- Lapi Lou
- Davide Arsenio
- Paola Leone
- Factory Compagnia Transadriatica
- Terrammare Teatro
- Teatri abitati
- Valzer dei Fiori
- pagliacci
- Irène Némirovsky
- Il ballo
- pizzica
- Raffaella Carrà
- Teatro Nuovo
- Luigi Paolillo
- Il Pickwick
Scroscia la pioggia. La scena è vuota di presenze umane. Specchi. Neon dalla fredda luce bianca. Rumore di passi. Affannosi, rapidi, incalzanti. “Stavi voltando l’angolo della strada quando ti ho visto. Piove”. Buio. Le lame di luce dei neon continuano a riverberare il loro ricordo negli occhi. “Io vivo in albergo praticamente da sempre”. La luce si riaccende su un uomo seduto. Indossa un lungo impermeabile blu. Deve essere alto. Magro. Il volto scavato. I capelli corti. Gli occhi azzurri e tristi.
Un attore, sette sedie, un bucale con dei fiori; sette sedie tinteggiate di bianco, sul retro di ciascuna delle quali tinto di rosso è impresso un nome; su una sola di esse è poggiato un cuscino, stigmate del potere regale dell’usurpatore Claudio; in centro di scena un Amleto vestito da Amleto, consapevole d’essere Amleto e di essere lì a raccontare la tragedia di Amleto: la Danimarca non è tanto una prigione, quanto invece una ribalta; attore/regista/narratore – in una sorta di onniscienza postuma – è quest’Amleto vestito da Amleto, cerone bianco e rossetto rosso (pendant con le sedie che di volta in volta andrà ad occupare), a marcarne le evidenze di teatralità, uno stereo evidentemente acceso a giostrare musiche ed effetti sonori in scena dallo stesso Principe di Danimarca, che non ha alcuna intenzione di dissimulare l’anacronismo tecnologico.
I fatti (la versione del Teatro Stabile di Napoli)
“Il Teatro Stabile di Napoli ha come obiettivo – con la domanda 2015 da presentare entro il 31 gennaio 2015 – il riconoscimento di Teatro Nazionale” e, per ottemperare al “requisito indispensabile” (almeno il 50% del personale amministrativo e tecnico deve essere assunto con contratto a tempo indeterminato) procede “a un adeguamento della struttura organizzativa”. In data 12 novembre 2014 – ottenuta nella settimana precedente l’assegnazione di sei milioni di euro “di fondi finanziamento PAC” – il CdA dello Stabile prende atto “del fabbisogno di personale” e fissa “i criteri di reclutamento”: “procedura ad evidenza pubblica al fine di garantire trasparenza e correttezza”; “affidamento ad agenzia specifica per la preselezione delle domande”; “presenza di un garante in seno alla commissione” per la valutazione finale (che avviene per colloquio). Una settimana ancora e – nella riunione del CdA del 18 novembre 2014 – viene stabilito in quindici il numero di nuove unità da contrattualizzare, dotando dunque lo Stabile di un “personale fisso” che “passa da 15 a 30”. L’agenzia che si occupa della “preselezione” è l’Adecco Italia Spa: l’unica in grado di garantire “l’erogazione del servizio nei tempi richiesti” e secondo il preventivo effettuato.
- teatro stabile di napoli
- Comitato per la trasparenza al Teatro Stabile di Napoli
- luca de fusco
- Caterina Miraglia
- Nino Daniele
- Comune di Napoli
- Assunsioni al Mercadante
- teatro mercadante
- Luigi De Magistris
- Teatro Nazionale
- Ordine dei Giornalisti della Campania
- Napoli Teatro Festival Italia
- Adecco Italia Spa
- Fondazione Campania dei Festival
- Adriano Giannola
- alessandro toppi
- Il Pickwick
Mentre in televisione c’è la serata finale del Festival di Sanremo in cui una numerosa orchestra suona la canzone italiana, allo Start, piccolo teatro di Napoli, c’è Michele Sinisi che da solo suona il prologo del Riccardo III in inglese, davanti ad un pubblico poco numeroso ma attento e divertito.
Le parole, una volta pronunciate, sono suono. Se esse appartengono alla lingua inglese, è facile riconoscere loro una certa ritmicità. Dipende dalle consonanti che bloccano e sembrano battere l’aria proprio come fanno le percussioni. E proprio come se suonasse uno strumento a percussioni, Michele Sinisi usa le parole per creare un ritmo.
In merito al “bando” per l’assunzione di 15 unità presso il Teatro Stabile di Napoli, come partecipanti alla selezione, proviamo a mettere insieme le numerose anomalie, irregolarità, opacità che abbiamo riscontrato nell’elaborazione, pubblicazione e gestione dello stesso.
Trattandosi di una “comunicazione nazionale” di una struttura legata alla promozione della cultura e dell’arte di Napoli, struttura che vive prevalentemente di finanziamenti pubblici, crediamo che, al di là delle dispute giuridiche sulla differenza fra bando, avviso e concorso pubblico, queste assunzioni debbano garantire il massimo livello di trasparenza possibile.
Fabrizio Monteverde, artista da quasi trent’anni, è una delle personalità più attive dei nostri tempi. Formatosi dapprima come attore ed aiuto regista, e poi come coreografo e danzatore al fianco di grandi come Carolyn Carlson, Moses Pendleton, Peter Goss, Roberta Garrison, ha lavorato poi alle produzioni delle più importanti compagnie di danza italiane tra cui il MaggioDanza, l’Arena di Verona, il Teatro Regio di Torino, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro alla Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, e negli ultimi tempi ha instaurato un solido rapporto collaborativo con il Balletto di Roma, realizzando e spesso riallestendo in chiave moderna alcune tra le coreografie più apprezzate come Giulietta e Romeo, Cenerentola, Bolero, Otello, ed Il lago dei cigni, ovvero il canto, rivisitazione personale del balletto, tuttora in tournée.
- otello
- Fabrizio Monteverde
- Antonín Leopold Dvořák
- Lienz Chang
- Santi Rinciari
- Emanuele De Maria
- Marco Bellone
- Josè Perez
- Anbeta Toromani
- Roberta De Intinis
- Alessandro Macario
- Edmondo Tucci
- Ertugrel Gjoni
- Alessandra Veronetti
- Annalisa Nuzzo
- Carlo De Martino
- Stanislao Capissi
- Corpo di Ballo del Teatro San Carlo
- Balletto di Roma
- Carolyn Carlson
- Moses Pendleton
- Peter Goss
- Roberta Garrison
- MaggioDanza
- Giulietta e Romeo
- Il lago dei cigni, ovvero il canto
- Maria De Filippi
- Amici
- danza
- balletto
- Teatrino di corte
- Teatro San Carlo
- simona perrella
- Il Pickwick
Körper ovvero corpi. Corpi “vetrinizzati” quelli dei sei danzatori scelti da Gennaro Cimmino, direttore del centro internazionale di ricerca coreografica Körper di Napoli, per portare sul palcoscenico le dinamiche evolutive proprie della contemporaneità “digitalizzata”: web, chat, social network e smartphone sono gli unici mezzi di comunicazione e di relazione all'interno delle nuove generazioni. La pubblicità, i mass media, il potere persuasivo delle immagini, hanno contribuito drasticamente a modificare il modo di rappresentare, vivere e rapportarsi al corpo; esso diventa strumento indispensabile di presentazione, di affermazione personale e sopravvivenza sociale. Un corpo esteticamente bello, ostentato fino ai limiti dell'eccesso e del pudore, è oggi un pass di rivincita per essere apprezzati, accettati e rispettati in una società in cui la morale dominante è l'apparenza.
- Aesthetica
- Gennaro Cimmino
- Gennaro Maione
- Vito Pizzo
- Gianni Netti
- Mario Strino
- Sabatino Ercole
- Flavio Feruzzi
- Nello Giglio
- Giovanni Imbroglia
- Körper International Dance Contemporary Art Center
- Körper
- teatro danza
- performance
- selfie
- social network
- fashion system
- piccolo bellini
- Andrea Arionte
- Il Pickwick
Lapèn Lapèn, nuova creazione teatrale di Elena Gigliotti e Dario Aita, è stata presentata al Nuovo Teatro Sanità di Napoli con un gruppo di attori ed attrici bravissimi. Lo spettacolo è ironico, tragicomico e poetico allo stesso tempo e soprattutto ha come immagine fissa la descrizione dell’atmosfera degli anni '90, la musica, il racconto per fotografie, le problematiche familiari.
- Lapèn Lapèn
- Elena Gigliotti
- Dario Aita
- Cristina Donadio
- Lucio De Francesco
- Antonio Gargiulo
- Ivan Marcantoni
- Luca Catello Sannino
- Nella Tirante
- Claudia Monti
- Giovanni Stinga
- Claudio Amadei
- nO (Dance First Think Later)
- Florian Teatro Stabile d'Innovazione
- Associazione Arbalete
- Teatro dell'Orologio
- anni 90
- autismo
- nuovo teatro sanità
- simona perrella
- Il Pickwick