“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Sunday, 15 March 2015 00:00

Fluido Mercante

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Il palco è innalzato al di sopra del suo consueto livello, ricoperto di uno strato d’acqua, è un’isola scenica che da Venezia volge a Belmonte; i personaggi di questo Mercante di Venezia sono immersi con le caviglie nell’acqua, indossano abiti comuni coi merletti alle maniche (unico rimando ad un tempo remoto) e stivali di gomma, come quando si deve traversare San Marco e c’è l’acqua alta.

Friday, 13 March 2015 00:00

Una mano di stucco

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Nella nona edizione del 1979 del secondo volume de La Cantata dei giorni dispari, Eduardo De Filippo aggiunse il testo Dolore sotto chiave scritto per la radio nel 1958 e andato in onda con la voce dello stesso autore e della sorella Titina, poi affidato alle scene in anni successivi a Franco Parenti e Regina Bianchi ed anche a Luca De Filippo e Angelica Ippolito.
In questa messa in scena il regista Francesco Saponaro, dopo aver revisionato il testo, ha affidato il ruolo di Rocco Capasso a Tony Laudadio e quello della sorella Lucia a Luciano Saltarelli, continuando un lavoro sui testi di Eduardo De Filippo iniziato con la pièce in spagnolo Yo, el Heredero (Io, l’erede) per il Napoli Teatro Festival della passata stagione.

Thursday, 12 March 2015 00:00

La voce dentro ogni bambino

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Voci racchiuse in piccole e fragili 'casette' che si trovano in fondo alla gola, voci da amare o da temere, dolci come lo zucchero a velo o dure come uno sparo; possono accarezzare o trafiggere un cuore utilizzando le parole come dardi. Ogni viaggio della durata di una vita è accompagnato dalla colonna sonora di tutte le voci che si incontrano, loro hanno il potere di creare l'ordine o disordine nel panorama dell'esistenza.

Wednesday, 11 March 2015 00:00

Uno scherzo da saltimbanchi

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La leggerezza e il disincanto. La soave canzonatura di chi tra la grigia certezza di un vivere solido e inquadrato preferisce l’avventuroso inciampo costante di un improvvisar girovago, di un travaglio avventizio.
Due anime saltimbanche improvvisano la scena, due figure che si portano dietro tutto il loro teatro, in due valigie, uno sgabello e poco altro, bagaglio di vita del guitto che prova a mettere insieme il pranzo con la cena di piazza in piazza, di borgo in borgo, di strada in strada, offrendo per le strade, per i borghi, per le piazze, l’incanto effimero di un imbonimento estemporaneo.

Wednesday, 11 March 2015 00:00

Nel teatro di Donna Peppa

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Avevo conosciuto i Naviganti InVersi questa estate, lungo gli approdi di una navigazione di piccolo cabotaggio nelle acque dell'edutainment. Ho rincontrato Vittorio Passaro a Natale, nei credibili panni di un petitiano Felice Sciosciammocca. E ora li ritrovo nel porto della ZTN, Zona Teatro Naviganti, che stanno costruendo insieme, punto di partenza e ritorno di più coraggiose navigazioni.

Tuesday, 10 March 2015 00:00

Psicodramma in un interno

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Protagonista di Qualcosa che non ho detto è l’omissione; come da titolo, riempie la scena – dominata dal bianco – un’assenza concettuale; protagonista di Qualcosa che non ho detto è la rimozione. Abitano l’assito, anch’esse di bianco vestite, d’un bianco che nel singolo dettaglio sfuma e ne connota i tipi umani, tre donne, ciascuna portatrice di un vissuto differente e differentemente complesso. Si ritrovano, in maniera apparentemente inspiegabile, in una camera d’albergo per dover svolgere una non meglio intesa terapia di gruppo; qui i loro vissuti progressivamente emergono in tutta la loro personale problematicità: ciascuna custodisce, più o meno consciamente, un dramma vissuto, un trauma subìto, un linfoma dell’anima sottaciuto.

Tuesday, 10 March 2015 00:00

L'adulta bambina

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Una bambina appare in piena luce, presto si ritrova in un ambiente straniero, indaga e scopre che questo ambiente è la scuola e che, la scuola, in realtà è un inferno. Unico appiglio – sorta di momentaneo conforto sentimentale – è un bambino, che sembra anch’egli disegnare la scuola medesima come la fanciulla la vede: fiamme demoniache e terribili demoni ovunque. Piuttosto “è un incendio e questi sono pompieri”. La disillusione, la sofferenza, l’apparenza di un trauma che non passa.

Monday, 09 March 2015 00:00

L'ambigua voluttà del peccato

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Per raccontare una storia basta una voce; per raccontare una storia basta una penna. Per ascoltare una storia, basta tendere l’orecchio, per leggerla basta sfogliare le pagine di carta. Per far sì che una storia, scritta o letta, prenda forma di scena è necessario crearle intorno uno spazio in cui renderla viva, costruire intorno alle parole – che da scritte diventano dette – un involucro fatto di dettagli, di particolari accessori che la trasformino in visione.

Monday, 09 March 2015 00:00

La ricerca della felicità nelle emoticon

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Nel buio totale si sentono suoni di passi. Una luce bianca forte illumina poi il protagonista in camicia bianca e pantalone nero. La luce si allarga sull’assito e si vedono poggiati a terra un bicchiere di latte a sinistra, in fondo una rosa rossa. Vicino ad un leggio vuoto sulla destra, in avanti, c’è il lungo filo di una webcam. Tutto poggia a terra, dove i piedi di Luca Trezza non stanno mai fermi. Il leggio, la rosa, il bicchiere di latte sono i vertici di un poligono entro cui si svolge l’azione scenica e allo stesso tempo oggettivizzano i pensieri misti a ricordi che si affollano parossisticamente nella mente del protagonista.

Saturday, 07 March 2015 00:00

"Io non sono Casanova"

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A scena chiusa si ode una voce: “Aprite! Aprite! Aprite!”. Poi la tela si apre su uno spazio nudo, foderato di bianchi lenzuoli sui quali si proietteranno le luci, le ombre, le storie. Un uomo anziano, vestito di velluto verde oliva, emaciato, stanco nell’aspetto, sofferente, costituisce l’unica nota di colore. Cinque bianche sedie, munite di ampie ruote, sono disposte in secondo piano, a semicerchio. Altrettante figure femminili vi sono sedute, di spalle. Il capo è ornato da voluminose acconciature, ricche di nastri e complesse trecce, il busto stretto in bianchi corsetti che lasciano nude le spalle, le gonne sono ampi e trasparenti veli bianchi che scivolano morbidi sotto il guardinfante. In mano recano mazzi di fiori, si direbbe di carta. Le pose sono rigide, statiche, quasi meccaniche, non sembrano corpi di donna, ma piuttosto membra di bambole meccaniche.

Thursday, 05 March 2015 00:00

Il lirismo del volgare

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Allo ZTN di Piazza Dante, a Napoli, ecco lo spettacolo Versi Proibiti, una lotta. Tra ipocrisia e autentico naturalismo, del regista napoletano Giovanni Merano, adattamento della scherzosa raccolta datata al 1974 L'inferno della poesia napoletana, pubblicata dall'ex giornalista del Il Mattino Angelo Manna: una scommessa, una sfida, una provocazione lanciata al pubblico ed al sistema di diffusione culturale.

Wednesday, 04 March 2015 00:00

Nel ventre cupo di Napoli

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Tra gl’Inferi ed un Empireo di scarto. Napoli ventre putrido, Napoli decrepita e fatiscente, specola atemporale di una degradazione che il terremoto mette a nudo, facendo sortir fuori brulichio di ratti che rappresentano l’erosione costante, il rosicchiare indefesso, delle fondamenta stesse di un esistere liminare; la marginalità che sembra appartenere ad un inconscio collettivo e che, come un gerbillo insinuato nelle viscere, sembra corrodere dall’interno l’anima plurima di una collettività.

Wednesday, 04 March 2015 00:00

Disposto a tutto, quasi

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La sala del Teatro del Centro Sociale di Pagani per la rassegna Scenari pagani è piena. Il palcoscenico, invece, è vuoto ad eccezione di una sedia giusto al centro ed un piccolo tavolino a margine coperto da una tovaglia rossa con una bottiglia che non farà parte della scena. Da un’uscita laterale della platea, César Brie in abito grigio Principe di Galles, cravatta lilla e fazzoletto nel taschino dello stesso colore, avanza ciondolante a ritmo di jazz verso il palco. Sorride sornione dando subito voce al protagonista, Ciccio Méndez che si presenta raccontando le sue difficoltà a dimagrire.

Tuesday, 03 March 2015 00:00

Amare, soffrire, essere

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Legame e passione, contro ogni desiderio dell'uomo, non sopravvivono alla fugacità del tempo, al cinismo che caratterizza la vita stessa: muoiono e rinascono secondo cicli illogici ed imprevedibili in cui l'amore e la sofferenza si sfidano generando accordi e contrasti all'interno dei rapporti umani.
Questa eterna lotta fra emozioni si esterna attraverso il linguaggio del corpo, si codifica in vere e proprie leggi di attrazione e repulsione.
Ed è quello che si legge nei movimenti di Elisa Melis e Yoris Petrillo, i due interpreti di Romanza – Trittico dell'intimità, lavoro presentato a Salerno in prima assoluta già nel 2013 all'interno della rassegna RAID/Quelli Che la Danza del CDTM e riproposto sul palco del Teatro Sala Ichòs di San Giovanni a Teduccio.

Monday, 02 March 2015 00:00

Una Parure per perdersi o salvarsi

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Una giovane donna bella e seducente, seduta su di una poltrona rosa antico, con occhi semichiusi e uno sfingeo sorriso lascia andare i pensieri all'inseguimento di ricordi talmente lontani da sembrare appartenere ad una sua vita precedente. Parla di sé in terza persona perché in questo modo è stata forgiata dalla penna paterna di Maupassant, e a quella penna − a parole − ha intenzione di restare fedele fino alla fine. Tra tredici raccolte di racconti La parure − scritta dopo la morte del suo amatissimo Flaubert − è tra i più famosi racconti dell'autore, tanto da ispirare diverse trasposizioni cinematografiche: Chabrol, ad esempio, nel 2007 vi trasse un mediometraggio di mezz'ora per la serie Chez Maupassant.

il Pickwick

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