“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Gioacchino Toni

Percorsi berniniani

Il panorama architettonico e scultoreo del primo Seicento, indirizzato dalla controffensiva cattolica al protestantesimo, soprattutto a partire dagli anni Venti, tende a intonarsi alla magniloquenza, a una retorica alta in grado di toccare apici emotivi oltre che a muoversi su di un sottofondo votato a impressionare, insegnare e persuadere, sull’onda di quanto richiesto dalla nuova Ecclesia Triumphans.

Viaggio nell'Universo Gomorra

“In un cortocircuito quanto mai attuale tra realtà e finzione, tra vero e virtuale, Gomorra aggrega per opposizioni: il successo è dolore, la ricchezza si fa reclusione, l’odio lambisce la mitizzazione, lo sdegno il compiacimento, l’eroismo la vigliaccheria, il tragico il grottesco, perfino il maschile e il femminile si toccano, l’ancestrale e il tecnologico”. Così scrive Michele Guerra nel libro Universo Gomorra. Da libro a film, da film a serie (Mimesis edizioni, 2018), curato dallo stesso Guerra insieme a Sara Martin e Stefania Rimini, in cui la complessità strutturale dell’Universo Gomorra viene scandagliata da una pluralità di autori e approcci.

Tucholsky, Heartfield e la potenza del montaggio

Con un’introduzione di Maurizio Guerri e con un saggio di Ursula Bavaj, è da poco giunto nelle librerie, edito da Meltemi, il volume illustrato Deutschland, Deutschland über alles, uscito originariamente nel 1929 grazie alla collaborazione tra lo scrittore, poeta e giornalista Kurt Tucholsky e l’artista John Heartfield, autore dei celebri fotomontaggi realizzati tra il 1921 e il 1933 per la rivista della sinistra radicale tedesca AIZArbeiter Illustrierte Zeitung.

“Walking the Line”, quel confine che non c’è

L’alzata in volo dell’aviazione militare israeliana, con l’obiettivo di annientare quella egiziana, alle 7.45 di quel lontano 5 giugno 1967, segna l’avvio di un conflitto destinato a riscrivere l’intera regione: nel giro di pochi giorni le truppe israeliane occupano la Cisgiordania, la parte orientale di Gerusalemme, la Striscia di Gaza, le alture del Golan e la penisola del Sinai. “Da quel momento, l’occupazione militare e le sue infinite violazioni diventeranno, nella narrazione dominante, una conseguenza accidentale e necessaria nella lotta di Israele per la sua sopravvivenza”.

La storia dello sguardo secondo Mark Cousins

Grazie all'editore Il Saggiatore è stato pubblicato in lingua italiana, con la traduzione di Alessandro D’Onofrio, il volume Storia dello sguardo (2018) del nord-irlandese Mark Cousins, autore di The Story of Film: An Odyssey (2011): un monumentale documentario sulla storia del cinema in quindici episodi dalla durata di un’ora cadauno trasmesso originariamente dall'emittente televisiva digitale britannica More4, costola di Channel4, presentato al Toronto International Film Festival nel 2011 e passato in Italia su Sky.

L’equilibrio precario del graphic novel

La raccolta Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche (Eris Edizioni − Progetto Stigma, 2018) di Luca Negri, in arte Regular Size Monster, presenta otto brevi racconti in cui, attraverso il linguaggio del graphic novel, si strizza l’occhio alle narrazioni cinematografiche non-lineari.

Il genere distopico tra immaginario e realtà

“La fortuna attuale del genere distopico nell’immaginario collettivo si spiega facilmente: malgrado le meraviglie tecnologiche [...] facciano di tutto per saturare il principio di piacere in quell’eterno presente che ha assunto il nome di epoca postmoderna, tuttavia il sonno del mondo globale è attraversato da incubi e pericolose minacce; e anzi, proprio perché il migliore dei mondi possibili ci dicono che è già qui con noi, l’unica cosa che siamo capaci di immaginare nel futuro è l’allargarsi delle contraddizioni che tuttavia già si affacciano. Risultato è il diffondersi delle storie che raccontano un rovinoso descensus verso il peggio...”.

Cultura visuale. Cinema, teatro e new media

Il volume curato da Andrea Rabbito La cultura visuale del Ventunesimo secolo. Cinema, teatro e new media (Meltemi 2018), primo di una serie che si aggiornerà con cadenza annuale, si propone come contributo all’ambito di ricerca della cultura visuale di studiosi e artisti. In questa prima uscita vengono pubblicati scritti di Vito Zagarrio, Ruggero Eugeni, Roberto Tessari, Carla Bino, Salvatore Tedesco, Elio Ugenti, Denis Brotto, Michele Guerra, Andrea Rabbito, Simone Arcagni, Stefania Rimini, Dario Tomasello, Giulia Raciti, Francesco Parisi e Rino Schembri a cui si aggiungono diverse riproduzioni di opere dell’artista Giovanni Zoda.

Ariella Azoulay. La fotografia tra estetica e politica

Ariella Azoulay, nativa di Tel Aviv e docente di Comparative Literature e di Modern Culture and Media presso la Brown University di Providence, Rhode Island e di Visual Culture presso la Bar-Ilan University di Tel Aviv, è una documentarista e teorica della fotografia e della cultura visiva, autrice del libro recentemente tradotto e pubblicato in italiano con il titolo Civil Imagination. Ontologia politica della fotografia (Postmedia books, 2018).

Immagini e guerre contemporanee

Nel un corposo volume curato da Maurizio Guerri Le immagini delle guerre contemporanee (Meltemi 2018)diversi studiosi ragionano a proposito del rapporto immagine/guerra nella contemporaneità. A partire dalle immagini cui gli eventi bellici sono connessi, il volume riflette su alcuni momenti fondamentali di trasformazione dei conflitti bellici della storia contemporanea evidenziando che se storicamente le immagini hanno documentato, pur nella loro parzialità, la guerra, da qualche tempo sembrano essere divenute esse stesse parte della conduzione delle attività belliche; si pensi, ad esempio, al ricorso sempre più frequente allo sguardo offerto dai droni.

il Pickwick

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