“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Silvia Maiuri

L'Almanacco di Pirrotta allo Steri

Almanacco siciliano delle morti presunte è il romanzo Roberto Alajmo da cui Vincenzo Pirrotta ha tratto l’ultimo spettacolo da regista e interprete, Almanacco Siciliano, produzione estiva del Teatro Biondo di Palermo. Il testo racconta in soggettiva gli ultimi istanti di vita di uomini e donne uccisi nel corso di cinquant’anni della guerra di mafia in Sicilia, dalle vittime volute – giudici, magistrati – a quelle casuali cui l’autore concede particolare attenzione. Queste sono Biagio e Giuditta, travolti nel ’85 da un inseguimento a sirene spiegate davanti al loro liceo palermitano; sono i gemelli di Pizzolungo saltati in aria insieme alla madre nell’attentato al magistrato Carlo Palermo; sono Gaetano Bottone e Claudio Domino figli di padri sbagliati sacrificati al dio onore.

Ritorno all'infanzia contro l'oscenità del presente

Al Teatro Libero di Palermo nell’ambito della rassegna Presente/Futuro giunta all’undicesima edizione va in scena il 9 e il 10 giugno Le giocatrici, uno spettacolo di e con Federica Aloisio, Roberto Galbo, Emilia Guarino, Federica Marullo, Alexandre Vella, Sabrina Vicari. Appuntamento di tarda primavera ormai stabile nell’ambito palermitano, Presente/Futuro è dedicato alla scena contemporanea delle arti performative con particolare attenzione alle giovani realtà. In questo canale largamente rientra Le giocatrici, creato da un ensemble di giovani artisti forte di un consolidato rapporto con la città di Palermo.

Che aria tira ai Cantieri?

I Cantieri Culturali alla Zisa, sede di manifestazioni di un certo interesse artistico – ricordiamo l’appena conclusa esposizione colossale del repertorio fotografico di Letizia Battaglia – non sono mai in fermento come in questo periodo dell’anno che vede non solo l’arrivo della calda estate palermitana – imparagonabile a qualsiasi altra estate! – ma, soprattutto, ospita dal 29 maggio al 5 giugno il Sicilia Queer FilmFest giunto quest’anno alla sesta edizione.

Sista Bramini a Palermo con il suo "Teatro Natura"

Alle spalle degli edifici delle facoltà di Agraria e Lettere del campus universitario di Palermo, la Fossa della Garofala è un lungo percorso che collega l’esotico Parco d’Orleans – giardino ornitologico ubicato poco sotto il prospetto del Palazzo Reale – al Boschetto dei Lecci, una conca verde incontaminata dove lecci maestosi convivono con piante di fico d’india. Qui, su un pezzo di terra sconosciuto agli stessi palermitani, Sista Bramini inscena il mito Atteone e la verità dis-velata tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, accompagnata da Camilla Dell’Agnola al violino. La performance è un frammento dello spettacolo Miti d’acqua della compagnia O Thiasos Teatro Natura.

"Caffè amaro". L’Occidente di Simonetta Agnello Hornby

In copertina un ritratto di Marpessa, musa del fotografo Ferdinando Scianna, datato 1987. Un corpo che, sebbene castamente coperto, si lascia guardare per la sensualità naturale della posa nell’atto di affacciarsi al balcone e rivolgere lo sguardo altrove, verso chissà quali sogni, quali speranze. In quello sguardo una carica erotica vagamente infantile, la stessa di Maria, protagonista di Caffè amaro, il nuovo romanzo di Simonetta Agnello Hornby edito Feltrinelli.
Ancora una volta ambientato in Sicilia: tra l’entroterra madonita e la città di Palermo. Un paesaggio che in ogni nuovo romanzo della Hornby si fa più nitido, che appartiene ai protagonisti, come questi appartengono a lui. In Caffè amaro il Sud occidentale è una femmina odorosa e frenetica.

Io e mia madre

Giuseppe Muscarello, fondatore della Compagnia Muxarte, da sempre dedita alla ricerca artistica, porta al Teatro alla Guilla di Palermo il più intimo dei suoi lavori: Io sono mia madre, performance nata dall’esigenza di guardarsi dentro.

Il Potere e il suo opposto

Roberto Andò ha dedicato la prima alla sua città, Palermo, pronto alle reazioni di una stampa locale che conosce bene e accolto dalla fiducia dei conterranei. All'anteprima di Le confessioni, che è nelle sale italiane da giovedì 21 aprile, era presente tutto questo. Dopo la visione del film Andò ha risposto alle domande della stampa con grande sincerità dicendosi ispirato, al momento della creazione, da una suggestione che, trasmessaci, permette ora di scrivere con più coraggio.

"Bastardi a cena", un esperimento sull'olocausto

Sempre più spesso sulla scena d’oggi si tende a ripercorrere i viaggi intrapresi negli anni ‘70 da quelle che furono le pietre miliari della sperimentazione teatrale e che vanno dal Living Theatre alla nostrana avanguardia romana. Quello era un modo di fare teatro a contatto con lo spettatore, parte attiva e irrinunciabile elemento dell’esperimento, spesso violentato dall’insistenza di un approccio tutt’altro che “astratto” o “concettuale” ma invece concreto, umano, esplicito.

Un piccolo palcoscenico che danza

Sabrina Vicari è un fantoccio instabile ma flessibile, ché quando rischia di cadere si rialza prima sull’addome morbido che sulle gambe, come a prendere energia dalla pancia. Arrampicata a una scaletta di ferro a pioli, affacciata nell’ombra di una piccola finestra sul palcoscenico del teatro alla Guilla di Palermo, gioca con leggeri fogli di carta scricchiolanti e due torce per scendere poi sul piano per incontrare lo sguardo del pubblico fermo su quel ventre che muove sinuosamente. Una bambola di gomma vestita di carta velina.

Michael Kohlhaas, ovvero Marco Baliani

Chi ha assistito all’ennesima replica di Kohlhaas, monologo cult del Baliani dei primi Novanta, al teatro Lelio di Palermo, può sentire ancora il trotto dei cavalli, rivivere ad occhi aperti la malia di una narrazione squisitamente asciutta, rigorosa e urgente.

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il Pickwick

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