“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Valentina Chiefa

I Giardini ridicoli di Márai

Corri diritto, taci e ingoi. Il tempo, lo sappiamo, produce salti, ci disgrega – dannato tempo, demone macellaio. Basta una panchina, però. Anche un divano scomodo va bene, e tutto si cerchia, perde finalmente il ricamo rettilineo della strada. Leggendo, trova una posizione rotonda, la Vita. Se poi, infilati in questa dimensione assurdamente curva, un autore ci permette di catapultare in uno di quei giardini “ridicoli” e gravi “alla Čechov”, non bisogna assolutamente fuggire. R-e-s-t-a-r-e, cadere dentro, questo si deve fare. Perché significa che è il libro giusto, che è il magma adatto alla vita… per chi, naturalmente, la vita, ha fame di vederla anche gridata, sussurrata, scomposta e reincollata dalla pagina scritta.

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il Pickwick

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