“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Grazia Laderchi

Cesira: un ritratto da incorniciare

Le tre verità di Cesira, è un monologo femminile estrapolato dall'opera Ritratti di donne senza cornice, di uno dei più grandi autori teatrali viventi, Manilo Santanelli. I ritratti che si sceglie di lasciare spogli di una cornice sono sempre quelli meno ben riusciti e di cui si va meno fieri, da qui la scelta di riporli in un cassetto. Cesira è uno di questi tre ritratti e la ragione di questa mancanza di cornice risiede in un eccesso munificente di Madrenatura: il suo volto, infatti, è vistosamente provvisto di un elemento prettamente maschile: i baffi.

In acque profonde

Sospesi nell'aria, attaccati ad un filo, i 'panni' stesi attendono pazienti e inermi un nuovo giorno: due lenzuola, una maglietta con una falce di luna e su scritto 'La Notte Piccante', una bambola gonfiabile a bocconi. Con la luce, che procede dall'alto annullando un'oscurità non attenuata, arriva il ragazzo; avanza con la cautela di chi, non potendo affidarsi alla vista, si serve dell'appendice di un bastone: anche lui è legato a una corda che stabilisce i confini della sua ecumene.

Peter, una storia fuori dal tempo

Un Peter inconsueto, che indossa abiti ottocenteschi e sembra uscito da un romanzo di Charles Dickens, fa il suo ingresso con un grande mappamondo. Con ampi gesti da mimo inizia una serie di evoluzioni con la palla/mondo che, dapprima, si lascia dominare dall'acrobatica camminata di Peter e poi si rifiuta di fargli poggiare la parte dove non batte il sole trasformandolo, così, in un Chaplin indispettito. Si rivolge ai bambini invitandoli a tornare, con la memoria, in un tempo altrove, quando loro avevano ancora le ali e, a lui, era scappata l'ombra: è allora che era avvenuto il loro primo incontro − "ricordate?" − ed è allora che incontrò per la prima volta la bella Wendy e suo padre, il "molto scienziato" Arturo.

Baricco: sugli squarci del tempo e gli incantesimi degli amanti

Il primo gesto che compie Alessandro Baricco, accomodandosi alla scrivania al centro dell'assito, è un gesto accademico frequente e tipico dei 'professori' più carismatici, quelli le cui lezioni registrano sempre il tutto esaurito e gli studenti si presentano con ampio anticipo per accaparrarsi i posti migliori; quelli che alla fine della lezione vengono accerchiati e presi in ostaggio per un'ultima domanda, un ultimo scambio di battute, al quale non si sottraggono mai, e che per questo saranno sempre in ritardo su tutto perché la gente vuole unire il proprio tempo al loro in un attimo che si spera non finisca mai.

C'è Shakespeare in quest'acqua

L'ingresso in sala offre allo sguardo un quadro liquido che toglie il fiato: la laguna pervade tutto lo spazio che riesce a prendersi oltrepassando i consueti confini dell'assito, l'acqua immobile e orizzontale è onnipresente, moltiplicandosi coi suoi riflessi su soffitto e pareti, e abbatte nel nostro immaginario ogni netta demarcazione. Il blu avvolge questo luogo, oltrepassa le caviglie innalzandosi fino ad un cielo di una fluidità onirica. Immersi in questo elemento gli attori presiedono la scena, seduti immobili per non alterare quella pace visiva.

Il ritorno di Bracco

Per ogni autore 'non-nostro-contemporaneo' è auspicabile una lettura dei testi che tenga conto del contesto storico/sociale nel quale sono stati generati, al fine di valutare le influenze che sugli stessi possano aver avuto certi valori consolidati e determinate situazioni storiche. Questo discorso vale anche per i 'grandissimi', quelli che siedono nell'Olimpo della drammaturgia, perché sebbene il valore delle loro opere sia tale da elevarsi al di sopra dei confini del tempo, assurgendo ai caratteri dell'universalità e dell'eternità, resta il fatto che esse siano comunque figlie della loro età: della quale si portano addosso i tratti genetici.

"CAPAS": quando il circo si unisce al teatro è magia

Il rinnovarsi di una magia è un evento che va festeggiato, anzi celebrato, richiamando altra magia che evochi e ben rappresenti tutte le promesse di una nuova attesissima stagione teatrale. L'aggettivo "attesissima" non è buttato lì a caso, posso assicurare che i bambini che seguono Le Nuvole, crescendo cambieranno gusti in fatto di mode e cartoni, nuovi supereroi e supereroine da emulare prenderanno il posto di quelli dell'anno passato, ma resteranno sempre dei cacciatori di Nuvole, e da grandi porteranno i loro figli per condividere con loro quel piccolo gioiello dove è sempre possibile continuare a sognare ad occhi aperti.

Il catalogo dell'in-felicità

Le luci si spengono e un tetro carillon proietta al di sopra del sipario un inquietante corteo spettrale in cui fantasmi e morti viventi si alternano a figure di bambini messi in fuga dal terrore. Lo spettatore raccoglie quell'indizio come una promessa, predisponendosi ad una costruttiva inquietudine.

La leggenda del Pifferaio di Hamelin

Il Pifferaio di Hamelin, il Pifferaio magico, il Rattenfänger (l'accalappiatopi), il cantore, il cantastorie, sono tutti nomi attribuiti al medesimo personaggio leggendario che nel corso dei secoli ha ammaliato con i suoi oscuri poteri intere generazioni di bambini e adulti. Non si conosce con precisione la verità storica che ha dato inizio alla leggenda, ma da quell'ignoto momento il carisma poco rassicurante del musicista capace di incantare con le sue note sia uomini che animali ha continuato a crescere tanto da renderlo protagonista delle opere di alcuni dei più grandi artisti, scrittori e musicisti.

La sora Cesarina e i ragazzi di via Panisperna

Lo spettacolo di cui parlerò si inserisce all'interno di un progetto ambizioso e lungimirante. Si tratta del progetto CO_SCIENZE di Le Nuvole, che da anni porta avanti l'idea innovativa di una 'drammaturgia scientifica'. Voglio precisare che chi scrive fa parte di quella vasta categoria di persone che appena sente nominare all'interno di un discorso la parola 'Scienza' viene affrontata e vinta da un malcelato panico del tipo: 'è-inutile-continuare-tanto-non-ci-capirò-nulla'. Fortunatamente, al posto di un sacchetto di carta dove praticare una respirazione 'anti-panico', Morena Pauro (anima e colonna portante di Le Nuvole) ha scelto di affidarmi alle rassicuranti parole di Salvatore Fruguglietti (Responsabile progetti scientifici).

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