“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Antonio Russo De Vivo

Gazza’s Superstar Soccer

Un giorno noi amici d’infanzia ci trovammo tra le mani una cassetta con un gioco di calcio nuovo per il commodore 64. Si chiamava Gazza’s Superstar Soccer, dal soprannome di un giocatore inglese che non conoscevamo ancora. Era divertente perché potevamo scegliere le squadre di club europee più prestigiose e le nazionali che avevamo da poco visto nel mondiale italiano. I giocatori piccoli, il campo di calcio enorme, non c’era proporzione. Quando ti mettevi in posizione diagonale rispetto alla porta, poco prima dell’area di rigore, e caricavi il tiro, era sempre gol: il portiere che sembrava un granchietto era anche lui troppo piccolo per la porta, e la palla allora, se angolata, non la prendeva mai. Io giocavo col Real Madrid, perché il Napoli non aveva più Diego, perché Diego era scappato, perché vedevamo i suoi gol su VHS come piccoli new romantic del pallone: qualcosa, senza saperlo, era quasi finito.

“Io e Proust”. Splendori (pochi) e miserie (molte) di un uomo ossessionato da Proust

Io e Proust ci incontrammo tanti anni fa, e fu subito amore.
Giorni di passione iniziati con la famosa madelaine, e proseguiti in compagnia di Marcel, di sua nonna, sua madre, suo padre, sua zia, la sua cuoca, e poi di Swann, Odette, Gilbert, Madame e Monsieur Verdurin, Albertine, Andrée, Madame Bontemps, il barone di Charlus, Robert e Mademoiselle de Saint-Loup, Rachel, Jupien, il marchese di Norpois, il duca e il principe di Guermantes, Oriane, la marchesa Madeleine de Villeparisis, Bergotte, Elstir, Vinteuil, Berma, Albert Bloch, Cottard, Brichot, Céleste, tutti insieme appassionatamente.

“La ianara” di Licia Giaquinto: una tregenda senza fine

In principio c’è una lettera dell’ANAS, destinatario Conte Aurelio Tancredi, poi un postino inquieto per la lettera e le dicerie di paese che riguardano il destinatario della lettera. Poco dopo, una bambina morta.
Siamo in Irpinia e i tempi ci sono vicini.
Quando finalmente appare Adelina, la protagonista del romanzo, ha inizio un viaggio a ritroso, in tempi ottenebrati da credenze, superstizioni, riti e magie.

Maurice Blanchot: l’eterna ripetizione e la lunga morte

Maurice Blanchot è un pensatore, scrittore e critico letterario francese che in Italia ha avuto scarsa fortuna. Poche opere edite, qualche libro fuori commercio da anni, la speranza ancora vana di sfogliare titoli − Lo spazio letterario (Einaudi, 1967) e La scrittura del disastro (SE, 1990) su tutti −  che si negano anche al costante impegno dei più determinati cercatori di libri.
Blanchot si cela, non si fa conoscere, si ignora.

“That’s (im)possible” di Cristò. Le cose impossibili accadono continuamente

Bruno Marinetti inventa un format televisivo in apparenza folle: That’s (im)possible, una lotteria in cui occorre indovinare un numero intero qualsiasi, da uno a infinito. Il programma parte da un network locale, Cart TV, per poi conseguire un successo planetario. Un autore americano, Greg Butler, sa che il format è quantomeno discutibile ma allo stesso tempo sa di doverlo accettarlo così com’è: “Una cosa teoricamente tutta sbagliata che aveva un grande successo e che solo un italiano poteva immaginare. Il collegamento più immediato era la torre di Pisa, un monumento che noi americani avremmo buttato giù immediatamente non prima di aver licenziato l’architetto” (p. 26). Un sociologo, Leonardo Angrisano, si chiede come mai tutti giochino nonostante vincere sia impossibile, finché ammette di giocare anche lui perché, a pensarci bene, “le cose impossibili accadono continuamente” (p. 38).
Poi parlano giocatori, cameraman, giornalisti, scrittori, persino un’astrologa.

“Undici sogni neri” di Manuela Draeger (Antoine Volodine)

Manuela Draeger non è una scrittrice. Manuela Draeger è Antoine Volodine.
Volodine è uno pseudonimo di un uomo che non conosciamo, e che firma i suoi libri usando anche tre eteronimi − Elli Kronauer, Manuela Draeger e Lutz Bassmann − che potrebbero essere di più ma non tutto può esserci chiaro.

“L’impero familiare delle tenebre future”: intervista con Andrea Gentile

L’impero familiare delle tenebre future (il Saggiatore, 2012) è un’opera prima in cui un papa muore in diretta TV e una ragazza intraprende una disperata/disperante ricerca della madre e nel mezzo non accadono tante cose. È un viaggio infernale in cui corpo e mente vengono portati ai limiti.

Il cigno di Utrecht

Il buon Marco giunse in Italia in sordina. Era il calciomercato 1987-’88, l’anno prima il Napoli aveva vinto scudetto e coppa italia. Nel Napoli c’era Diego, il più forte di tutti, ma c’erano anche altri che quasi quasi potevano vincere senza di Lui, e dico quasi, perché si sa che dopo Diego il Napoli non ha vinto più nulla per oltre vent’anni. Ma questa è un’altra storia.

Uomini vs. animali: “La terra del sacerdote” di Piccirillo

Incipit:
“A farle la guardia ci sono due oche selvatiche. Hanno gli occhi rossi.
Quando il sole se ne va la vecchia le libera, e loro sanno che devono sorvegliare il pollaio. A ogni movimento sospetto devono gridare e poi attaccare. Allungano il collo − hanno il collo muscoloso −, e quando mordono il loro becco taglia”.
Paolo Piccirillo, a tre anni dall’esordio (Zoo col semaforo, Nutrimenti, 2010), riparte dagli animali. Se allora essi assurgevano a protagonisti interrompendo il filo della narrazione con le loro storie un po’ tristi e un po’ surreali, qui invece si palesano di meno seppur, come vedremo, portatori di senso.

L’ultima Italia: "Come fratelli" di Andrea Carraro

I fratelli del romanzo di Andrea Carraro sono due amici che hanno percorso strade diverse, che si sono amati male forse, che non hanno mai saputo odiarsi, che hanno cercato il senso della vita l’uno nell’altro, perché ce ne sono di amicizie così simili all’amore, nate con una scintilla e protratte anche nell’assenza dell’altro. Andrea e Dario, i protagonisti del romanzo, hanno condiviso un brandello di esistenza, poi i caratteri spigolosi più che le contingenze della vita li hanno separati: Andrea si è affermato come scrittore, Dario è diventato il capo di una setta religiosa che predica il suicidio necessario a raggiungere l’agognata dimensione ultraterrena di Xiva.

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il Pickwick

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