Paolo Landi
Tre poesie di Stefania Virgili
In questo testo intendo presentare tre liriche di Stefania Virgili, che sono pubblicate in alcune scelte antologiche. L'autrice scrive poesie da molti decenni mettendo in gioco un'attitudine radicata che rivela un talento sicuro in rapporto a questa pratica letteraria. Sulla base di tale attitudine, affinata attraverso la sua competenza nell'ambito delle lingue e delle letterature straniere − che ha riversato nel suo insegnamento −, Stefania Virgili ha perseguito in modo costante il sentiero della propria passione, rimanendo ogni volta fedele ai richiami non eludibili espressi dal mondo interiore. Nonostante il rigore di una condotta che non si è avventurata nei luoghi deputati che possono assicurare il pubblico prestigio, Stefania ha conseguito riconoscimenti importanti nel premio di poesia “Città di Livorno” e nel premio letterario “Maria Cumani Quasimodo”, ed ha ricevuto numerose menzioni d'onore in altri concorsi. Le poesie presentate in questo contesto costituiscono solo una parte delle liriche che l'autrice ha pubblicato in svariate selezioni antologiche; ma il corpus letterario di Stefania Virgili annovera un elevato numero di esemplari che in larga misura al momento attuale risultano inediti.
Variazioni romanzesche sulle istanze di crisi dei mondi narrativi
Il maestro del romanzo vuoto e Pierrot e l’asino di Buridano, di Giuseppe Donateo, sono due romanzi si basano su una riflessione diretta all’istanza del romanzo stesso, nonché relativa alla crisi della sua composizione; e tale riflessione è un pretesto per rappresentare diverse vicende intrecciate o sovrapposte e alternate fra loro, che riguardano da un lato la circostanza di base, e da un altro lato il romanzo nel romanzo – o il racconto nel racconto.