
Cinema La sala delle immagini
«Nel buio un fascio di pulviscolo bianco si diresse al telo dinnanzi: si generarono immagini. Apparvero donne e uomini in strade mai viste e guglie, ciminiere, ponti, campanili tra case. Apparvero mondi, apparvero storie».
Se una nuova coppia Zavattini/De Sica volesse rifare Ladri di biciclette probabilmente ambienterebbe il film nel mondo dei rider, quelli che su due ruote si scapicollano sulle strade delle nostre città per consegnare pasti caldi, elettronica d'avanguardia o pacchi di libri sui danni dell'elettronica d'avanguardia e della gig economy.
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- George Fenton
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- Ladri di biciclette
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È riferendosi a Douglas Sirk, nell’osservare come i film del maestro del melodramma cinematografico sapessero risolversi totalmente sullo schermo con i soli mezzi del cinema, che Rainer Werner Fassbinder segnalò la capacità dei film di “liberare la testa” dello spettatore ed è a tale convinzione che si rifà il titolo scelto da Stefano Incerti per il suo libro: I film liberano la testa. Teoria e analisi del cinema (Meltemi, 2019).
Riprendendo nel volume le lezioni tenute nel corso di Cinematografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2011 l’autore, attraverso l’analisi di alcune opere cinematografiche ritenute funzionali ad esemplificare concetti pratici o teorici attinenti alla realizzazione fattuale di un film, intende fornire elementi utili alla comprensione del processo che dall’ideazione conduce sino al lancio di un’opera cinematografica.
L’ottica con cui Incerti analizza i film è pertanto volutamente altra rispetto a quella della critica cinematografica.
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Non sono bastati neppure Toni Servillo e Dustin Hoffman a farne un buon film. L’uomo del labirinto, il secondo lavoro alla regia di Donato Carrisi, adattamento cinematografico del romanzo omonimo uscito nel 2017, delude le aspettative del pubblico e in particolare di chi, già appassionato dei suoi libri, aveva apprezzato La ragazza nella nebbia, film di esordio dello scrittore dietro ad una telecamera.
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Visioni e suggestioni dal Torino Film Festival
Written by Enrico PastoreSi è conclusa la trentasettesima edizione del Torino Film Festival diretto da Emanuela Martini, una rassegna quest'anno in toni minori, senza grandi scoperte, sia tra i film in concorso sia nelle sezioni trasversali, da parte di un festival che tradizionalmente si è concentrato sull’emersione dei talenti e sulla ricerca di sperimentazione nel linguaggio cinematografico.
- Torino Film Festival
- 37TFF
- Emanuela Martini
- TFF
- A White, White Day
- Hlnur Pálmason
- Vinterbrødre
- El hoyo
- Galder Gatzelu Urrutia
- Parasite
- Bong Joonho
- The History of Kelly Gang
- Ned Kelly
- Justin Kurzel
- L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford
- Andrew Dominik
- Russell Crowe
- La Gomera
- The Whistler
- Silbo
- Catrinel Menghia
- Queen and Slim
- Melina Matsoukas
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- Il gabinetto del dottor Caligari
- Robert Wiene
- Freaks
- Tod Browning
- Rosemary's Baby
- Roman Polanski
- La maschera del demonio
- Mario Bava
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- Enrico Pastore
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Quanto è grande il cielo sopra Kibera. Se si ha il coraggio di alzare la testa, nonostante il caldo, la spazzatura e le macchine veloci, si vede quanto è grande. E che cosa promette. Marco Martinelli la chiama “fame di luce” e dice che è sempre la stessa cosa, ovunque e in ogni tempo. Eppure oggi, qui, diventa dirompente. Che cosa significa fame a Kibera. Che cosa significa luce. Lo sguardo di Martinelli ci prende per mano e ce lo mostra, novello Virgilio è la sua macchina da presa.
- The Sky Over Kibera
- Marco Martinelli
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- Riccardo Bonacina
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- Laura Radaelli
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- Silvia Pagliano
- Rosalba Ruggeri
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- Kibera
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- Vita agli arrresti di Aung San Suu Kyi
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Gillo Pontecorvo: tra politica, giornalismo e cinema
Written by Gioacchino ToniSenza ombra di dubbio Fabio Francione può essere ritenuto tra i massimi conoscitori dell’opera di Gillo Pontecorvo.
“Parasite”, la violenza senza ritorno degli ultimi
Written by Valentina MarianiUn po’ in sordina rispetto al premio vinto lo scorso maggio (Palma d’Oro a Cannes), il 7 Novembre è uscito nelle sale italiane il film sud-coreano Parasite, del poco noto Bong Joon-ho. Il suo film più noto e acclamato, Memories of Murder, risale al 2003; poi altri tre o quattro lungometraggi. Una carriera non scoppiettante, ma certo interessante.
Analizzare il cinema tedesco è sicuramente complesso sia per questioni storiche – il Paese è passato dalla Germania guglielmina, alla Repubblica di Weimar, al periodo nazista, alla divisione nel dopoguerra per poi riunificarsi – che per il costante mutare del rapporto che tale cinematografia ha avuto con il pubblico nazionale e con quello internazionale. Inoltre, altro elemento da non sottovalutare è la particolare relazione che tale produzione cinematografica ha avuto con le altre arti e gli altri media.
- Cinema tedesco: i film
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- Lo schermo demoniaco
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La rimozione di Dioniso nel cinema americano
Written by Gioacchino Toni“Ne La nascita della tragedia, Friedrich Nietzsche indica in Dioniso e Apollo le figure in cui si condensano i due aspetti principali della realtà: un fondo caotico da cui lo sguardo trae forme armoniche, che conferiscono al Caos un ordine – insieme compiuto e provvisorio. Osservata da questa prospettiva, la settima arte risulta arte tragica per eccellenza”. Andrea Laquidara – nel suo John Ford e il cinema americano. Ovvero la rimozione di Dioniso (Mimesis 2019) – segnala come ad Hollywood si sia sviluppata una tendenza volta alla rimozione di Dioniso ed intende affrontarla a partire dall’analisi di alcune sequenze tratte dai film di Ford.
- John Ford e il cinema americano Ovvero la rimozione di Dioniso
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Joker è Il film di cui più si parla in queste settimane di principio di autunno. Dall’affermazione all’ultimo Festival del Cinema di Venezia ai “tutto esaurito” in molte sale del nostro Paese (e non solo), alle svariate critiche − ufficiali e non, strutturate o improvvisate − la risata incontrollata di Arthur Fleck si espande col sapore amaro del trionfo che sa di essere effimero.
- Joker
- Todd Phillips
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- Bob Kane
- Bill Finger
- Jerry Robinson
- Robert De Niro
- Zazie Beetz
- Frances Convoy
- Brett Cullen
- Glenn Fleschler
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- Lawrence Sher
- Hildur Guðnadóttir
- Mark Friedberg
- Bradley Cooper
- Emma Tillinger Koskoff
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- Arthur Fleck
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I formalisti russi nel cinema alla luce del web
Written by Gioacchino ToniPiù che alla semantica del discorso cinematografico, ai formalisti russi interessava la sua sintassi (il montaggio) in quanto, sostiene Pietro Montani nel volume da lui curato I formalisti russi nel cinema (Mimesis, 2019) – ove sono raccolti contributi di Boris Ėjchenbaum, Jurij Tynjanov, Victor Šklovskij, Osip Brik, Roman Jakobson, Jan Mukařovský, Jurik Lotman – “dal loro punto di vista la sintassi del film disponeva della facoltà di esercitare una potente azione di ritorno sulla semantica stessa, emancipandola da ogni vincolo naturalistico”.
- I formalisti russi nel cinema
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Joker. Il farsesco personaggio, e la persona in esso contenuta, che in ogni immaginazione si erge a guida sregolata del nostro più sinistro io, tirando fuori con un maieutico e perverso procedimento psicologico, il marcio sedimentatosi in quella fragile bolla interiore di disperazione, solitudine, invisibilità.
Quell’invisibile che la mimesi del clown, vetusto e insieme eterno feticcio dell’umana ironia del vivere, cerca di trasformare ogni volta in arte, con la grazia del fallimento, dell’impacciata timidezza, del tenero candore che si sforza di non divenire sprezzante vittimismo, arrogante risentimento, pregiudizio nei confronti del mondo intero.
- Joker
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La Hollywood che fu... secondo Tarantino
Written by Roberta AndolfoUn mondo divertente, un mondo lurido, un mondo posticcio, feroce e decadente, morboso quanto effimero. Rick Dalton e Cliff Booth sono le anime, complici eppure estremamente distanti, di questo mondo in cui ci si perde, e di cui ci si prende gioco a un tempo. La realtà delle cose sfugge, ammesso che ne sussista una, e il ciclo delle esistenze sembra girare a vuoto per i due protagonisti e per gli altri attori/non attori che calcano il palcoscenico di una Hollywood traslata sul versante della più diffusa verità, quella condivisa da tutti, così dissimili fra loro, e affiorata nelle vaghe danze prive di uno scopo, appena al di sotto di una superficie spumeggiante di alcool e permeata da un’aria di festa irriducibilmente estiva.
- C'era una volta a Hollywood
- One Upon a Time in Hollywood
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Bud Spencer. Da leggenda napoletana a icona universale
Written by Roberto Cirillo“Nel 1999, il Time conduce una ricerca su base mondo
per valutare chi fosse l’attore italiano più conosciuto:
il risultato è sorprendente, si trattava di Bud Spencer”.
“Io sono napoletano prima di essere italiano”.
Bud Spencer
Si è inaugurata in questi giorni la fiera multimediale dedicata a Bud Spencer (budspensér come l’ha pronunciato qualcuno, passando). Per accogliere col giusto spolvero questo figlio tanto devoto, Napoli gli ha riservato il suo salotto buono: il Palazzo Reale. Trattandosi di una mostra multimediale, le opere che accolgono il visitatore sono alcuni memorabilia, cimeli del set e della vita dell’artista partenopeo, la ricostruzione di alcuni ambienti tipici nei quali l’abbiamo visto sguazzare (alcuni letteralmente, come il fondo di una delle vasche in cui ha brillato la sua carriera da natante olimpionico) e vari omaggi, fra targhe e riconoscimenti, libri da tutto il mondo, i dischi che ha inciso, le lettere dei fan (che ancora gli scrivono benché ci abbia lasciati tre anni fa).
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Non 5 ma un multiplo di 5 è il numero perfetto
Written by Roberto CirilloSi attendava al varco, Igort. Un varco che aveva preso una curva piuttosto larga. Fa piacere che, tanta attesa, con l’effetto moltiplicatore delle aspettative che ne consegue, sia stata premiata.
L’esordio alla regia di Igort, infatti (per l’anagrafe, Igor Tuveri, punta di diamante del fumetto, italiano ma non solo, visto che la sua arte lo ha portato – e lui ci ha portati con essa – in giro per i vari angoli del mondo, vedi Quaderni Ucraini e i folgoranti Quaderni Giapponesi) non conosce sbandate.
Ma fu vero esordio?
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