“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Cinema

Cinema La sala delle immagini

«Nel buio un fascio di pulviscolo bianco si diresse al telo dinnanzi: si generarono immagini. Apparvero donne e uomini in strade mai viste e guglie, ciminiere, ponti, campanili tra case. Apparvero mondi, apparvero storie».

 

“Strade...? Dove andiamo noi non ci servono 'strade'!”

22 Dicembre 1989.
Ad oggi sono passati “solo” ventotto anni dall’uscita del secondo episodio di una trilogia cinematografica che ha scritto la storia della fantascienza. Molti ragazzi degli anni Ottanta saranno stati ben felici di ricevere come regalo di Natale la seconda opera di un regista americano di grande talento, Robert Zemeckis, sotto i loro alberi addobbati per la grande occasione. Non il Natale, no.
In quel Dicembre del 1989 usciva Back to the future Part II, Ritorno al futuro Parte Seconda.

Accolto straordinariamente dal pubblico del Festival di Cannes e definito una vera e propria “esperienza sensoriale”, Salvo richiamerebbe alcune caratteristiche del cinema western, per qualcuno addirittura quelle del cinema noir. Sarebbe interessante conoscere questi Qualcuno. Un film costato sorprendentemente un milione di euro, anche se non è ben chiaro in che modo siano stati spesi. Forse per i diritti d’autore dell’unica canzone presente nel film (Arriverà, Modà ed Emma) utilizzata onestamente oltremisura, quasi a voler concedere un premio di consolazione a questo povero orecchiabile pezzo che per poco non riuscì a vincere il Festival di Sanremo. O forse saranno serviti per il cachet di Luigi Lo Cascio.

Saturday, 19 October 2013 02:00

Western palermitano

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Emma Dante, la signora del teatro, cambia il mezzo d’espressione della propria arte, ma resta fedele alle sue tematiche preferite: il sentimento ambivalente per la terra d’origine, Palermo; la famiglia con i suoi ruoli gerarchici prestabiliti e chiaramente maschilisti e il frustrante ruolo delle donne al suo interno.

Dopo trentacinque anni, Animal House di John Landis è tornato nelle sale dal 7 al 9 ottobre.
E io l'avevo completamente dimenticato...
Così, quando oggi (mentre scrivo è il 9 di ottobre) alle 17:30 ho chiamato il Cinema Modernissimo per sentire i titoli dei film in programmazione, non ho esitato un attimo e mezz'ora dopo ero lì, ampiamente in anticipo per lo spettacolo delle 18:30.

“I film di Martin Scorsese sono primitivi, originali e stilizzati. Mi confortano nella mia convinzione che l'arte derivi dalla vita. È stato detto che la tecnica fa di Scorsese un mago. Ma io penso che prima di tutto lui sia un poeta della giungla urbana, un poeta pieno di compassione. Un maestro che dirige un'opera in cui l'orchestra non è altro che la stessa città di Brooklyn”.
Non esistono altre parole, se non quelle summenzionate dal regista e filosofo cinese John Woo, per descrivere all’essenza pura, l’arte, il genio di Martin Scorsese.

Una triste notizia, un fulmine a ciel sereno che ha lasciato tutti senza fiato è stato l’avvenimento che ha visto come protagonista un padre del cinema italiano: Carlo Lizzani si è suicidato all’età di novantuno anni saltando dal balcone della sua casa romana. Una grande salto nel vuoto, lo stesso vuoto che ha lasciato nel mondo del cinema: attore, regista, sceneggiatore e critico, Carlo Lizzani ha dedicato la sua vita al servizio della Settima Arte ripercorrendo la storia del nostro Paese attraverso i suoi occhi, la sua penna, il suo sguardo attento, i suoi film.

Thursday, 03 October 2013 02:00

Adiòs Gringo! Storia di una cicatrice western

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Sguardo magnetico, fisico scultoreo, affascinante a mai sopra le righe, fuori e dentro il set: Giuliano Gemma, classe 1938, è stato uno degli attori, forse l’unico, in Italia a dare volto, voce e corpo ad un dei generi più in voga negli anni Sessanta, lo spaghetti-western.
La concorrenza era spietata: il nostro Giuliano Gemma doveva vedersela con la coppia Leone/Eastwood che aveva realizzato proprio poco prima de Una pistola per Ringo con Montgomery Wood, alias Giuliano Gemma appunto, il famoso Per un pugno di dollari. Una competizione che però Gemma non subì molto e non scalfì la sua bravura e popolarità: alla fine degli anni Sessanta il suo nome era una garanzia di qualità e riuscita al botteghino.

Friday, 27 September 2013 02:00

A scuola a teatro

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L’8 settembre 1613 moriva Carlo Gesualdo da Venosa nel castello dell’omonimo paese in provincia di Avellino. Figura fondamentale per la musica rinascimentale e per l’evoluzione che seppe imprimere al madrigale, ma in generale alla polifonia e al contrappunto, valente strumentista egli stesso di clavicembalo e liuto, tanto da venir appellato principe dei musici, Gesualdo legò indissolubilmente la sua fama al duplice omicidio di cui fu responsabile, quello della moglie Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa – avvenuto nel palazzo di Sansevero (residenza cittadina della famiglia di Venosa) – nell’ottobre del 1590. Questo evento ne segnò l’esistenza, costellata di molti lutti e di poche gioie, come la nascita del primogenito Emanuele e le seconde nozze in quel di Ferrara con Eleonora d’Este, cugina del duca Alfonso II d’Este (dopo quattro anni di ritiro nella rocca ben difesa del comune ufitano per sfuggire alla possibile vendetta delle famiglie delle vittime).

Wednesday, 25 September 2013 02:02

V.M. – Memoria volatile

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Nonostante la sigla del titolo V.M. possa far pensare ad un racconto piccante dovrò deludervi: l’unico divieto non è indirizzato ai minori di 18 quanto piuttosto ai deboli di ricordi e ai malati terminali di malinconia.
Pochi giorni fa mi è successa una cosa a metà tra il catastrofico e l’ironico (ironico posso dirlo solo ora che il peggio è passato, sia chiaro) e come spesso accade, al di là del fatto in sé, piccole storie di follia domestica si possono trasformare in veri e propri spunti per riflettere o aprire qualche cassetto nascosto della nostra mente.

Saturday, 28 September 2013 02:00

Bertolucci, Parigi, Zagarol a tanto burro e tango

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In questi giorni si è fatto un gran parlare di queste sconvolgenti dichiarazioni di Bernardo Bertolucci riguardo alla scena famosissima, una delle più note della storia del Cinema, della sodomizzazione di Maria Schneider da parte di Marlon Brando nel film Ultimo tango a Parigi. Dopo qualche giorno di titubanza, e soprattutto a mente fredda, abbiamo deciso di dire la nostra in merito alla questione, ma prima facciamo un po’ di chiarezza.

Friday, 20 September 2013 02:00

Vai che ce la fai

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Una fatica tutta italiana per Gianni Amelio questo L’intrepido, in concorso all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ma, in seguito, presentato anche al Toronto Film Festival (nell’edizione del 2011 il suo precedente Il primo uomo vi aveva vinto il premio Fipresci, evitando sia la passerella veneziana che romana).

Monday, 23 September 2013 02:00

È stato il figlio o del Mito della Caverna

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Un uomo dall’aria stranita in un ufficio delle poste italiane racconta alle persone, come lui in attesa, le vicende accadute molti anni prima ad una famiglia disagiata dei quartieri popolari di Palermo. Assistiamo alle peripezie di Nicola e la sua famiglia, sempre in difficoltà nel combinare il pranzo con la cena. La svolta sembra arrivare quando Serenella, la figlia più piccola, muore colpita da una pallottola vagante destinata al cugino Masino, delinquente di quartiere.

Tuesday, 17 September 2013 05:32

"M" e la coesistenza del bene e del male

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Riuscite a immaginare una stradina poco trafficata, in un mattino pallido, nel generale torpore di una città che si è già destata, ma che non è ancora pienamente cosciente di ciò che accade. In un negozio di dolci si sente il classico campanellino, che avverte dell’ingesso di un cliente, e così il pasticciere immerso nei suoi pensieri si ritrova davanti la faccia buffa e contorta di Peter Lorre. Al suo fianco una bambina dai cappelli biondi. L’uomo compra delle caramelle o una fetta di torta alla bambina. Paga e i due vanno via.

Scrivere una recensione di un film lasciandone trapelare solo l'atmosfera senza svelare nulla, troppo, della trama spesso è un'impresa molto più ardua di quanto si possa immaginare.
Ebbene oggi proverò con un'impresa ancora più titanica (si, sono masochista): provare a convincere voi (e me stessa) a vestirvi questa sera, scendere e andare al cinema per vedere un film che oggi esce nelle sale italiane.

Monday, 09 September 2013 02:00

La parola ai giurati o della Verità

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Dodici giurati si riuniscono per deliberare. Il caso è stato illustrato nel processo in modo molto chiaro. Un giovane ha ucciso suo padre. Il verdetto di colpevolezza all’unanimità decreterà la condanna a morte del parricida. Viene effettuata una prima votazione e, a sorpresa, uno dei dodici vota “non colpevole”. Vengono esaminate una ad una tutte le prove ed i passaggi processuali. Aumentano le perplessità dell’unico votante innocentista che, poco alla volta, riesce a persuadere altri membri della giuria formando così due fazioni, colpevolisti ed innocentisti. Il motore che muove le idee del primo giurato innocentista è un ragionevole dubbio che lo porta a considerare tutto il processo con scetticismo. La sua posizione è chiara: la giurisprudenza non è una scienza esatta e non possiamo condannare a morte un individuo se non si è incontrovertibilmente certi della sua colpevolezza.
Il tema centrale del film appare evidente fin dalle prime battute, l’inconoscibilità della Verità.

il Pickwick

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