“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Letteratura

Letteratura La bottega dei libri

«Narravano che la più misteriosa tra le botteghe fosse la bottega dei libri: da essa pare venisse un diabolico miscuglio di trame e vicende che contagiava i passanti più frettolosi tramutandoli in lettori accaniti».

Saturday, 13 January 2018 00:00

Quasi un consuntivo dell'opera di Remo Pagnanelli

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Remo Pagnanelli, poeta e critico letterario, nacque il 6 maggio 1955 a Macerata, dove morì suicida il 22 novembre 1987, trentaduenne. Fondatore nel 1980 della rivista Verso, esordì l’anno successivo come poeta con la plaquette Dopo, cui fecero seguito Musica da Viaggio, Atelier d’inverno e il poemetto L’orto botanico, per il quale ottenne il premio internazionale “Montale 1985”.
Vennero pubblicati postumi l’ultima raccolta di versi Preparativi per la villeggiatura ed Epigrammi dell’inconsistenza. Tra i suoi scritti critici, due studi su Vittorio Sereni e su Franco Fortini.

Cosa sappiamo, e cosa sanno oggi i giovani lettori di poesia, di Fernanda Romagnoli? Quasi niente, ovvero le poche notizie che ci tramanda Wikipedia. Autrice di un unico libro importante (Il tredicesimo invitato, pubblicato da Garzanti nel 1980, e riedito da Scheiwiller nel 2003), nata a Roma nel 1916 e morta sempre a Roma nel 1986, diplomata in pianoforte e all’istituto magistrale, moglie di un militare che seguì nei frequenti trasferimenti in diverse città italiane, madre di una figlia.

Thursday, 21 December 2017 00:00

Scipione, pittore e poeta di una Roma oscura

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Con lo pseudonimo di Scipione, Gino Bonichi (Macerata, 25 febbraio 1904 − Arco, 9 novembre 1933), si fece conoscere come uno dei più importanti pittori della Scuola Romana (detta anche di Via Cavour), movimento espressionista che si opponeva al conservatorismo, al neoclassicismo e alla retorica fascista dominanti tra gli anni ’20 e ’30, rappresentati principalmente dal gruppo Novecento.

Monday, 18 December 2017 00:00

L'istinto di morte di Jacques Mesrine, bandito

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“Mi hanno armato la mano al suono della Marsigliese e questa mano ha preso poi piacere alle armi. Mi hanno insegnato la violenza e la violenza mi è piaciuta”.
 (Jacques Mesrine)

 

Parigi, 2 novembre 1979, nel bel mezzo del caotico traffico cittadino, Jacques Mesrine, di professione bandito, muore crivellato dai colpi esplosi da una brigata speciale a cui l’Eliseo ha dato carta bianca pur di togliersi di mezzo una volta per tutte quel dannato ennemi public n° 1.
Consapevole di prendere parte a una partita in cui gioca le sue carte pur sapendo che l'ultima mano l'avrebbe persa, a partire dagli anni Sessanta rapine, sequestri, assalti a carceri speciali, evasioni, prese per il culo alle istituzioni e ai media, sono il pane quotidiano del giovane Jacques, nato a Clichy nel 1936 da una famiglia della piccola borghesia.

L’ultimo romanzo di Walter Siti, Bruciare tutto, ha suscitato al suo apparire, lo scorso aprile, numerose polemiche prevalentemente per il tema scottante della pedofilia. A sollevarle è stata soprattutto una recensione di Michela Marzano su La Repubblica che poneva l’accento, con toni alquanto moralistici, sulle parti più crude del romanzo dal punto di vista sessuale, nel descrivere le fantasie del ‘prete pedofilo’ protagonista. Marzano si chiedeva se “la letteratura può sopportare questo? È letteratura questa?”. Ricordo bene sui social network i commenti ‘indignati’ che seguivano alla recensione della studiosa, del tipo “che schifo”, “la letteratura è proprio degenerata”, “vergogna”, e molti altri di questo genere.

Grace Paley (1922-2007), newyorkese, ebrea di origine ucraina, ha scritto quarantacinque racconti e un numero non elevato di poesie: in tutto, poco più di trecento pagine, che tuttavia hanno lasciato un segno considerevole nella letteratura americana. Militante pacifista e femminista, molto impegnata sul fronte della difesa dei diritti civili, si distinse per la partecipazione in prima linea alla campagna contro la guerra in Vietnam. Fra le sue raccolte narrative uscite in Italia ricordiamo Piccoli contrattempi del vivere, Enormi cambiamenti all'ultimo momento, Più tardi nel pomeriggio, tutte pubblicate da Einaudi. Parte della sua produzione saggistica è raccolta nel volume L'importanza di non capire tutto.
Il volume edito da Minimum Fax nel 2011 raccoglie versi scritti tra il 2000 e il 2007, di stampo diaristico e quasi domestico, incentrati per lo più sugli affetti familiari e sulla lunga fedeltà sentimentale alle amicizie, alle passioni di una vita intera, alle convinzioni politiche e ideologiche. E soprattutto alla scrittura.

L’Eta, acronimo di Euskadi Ta Askatasuna, è come noto l’organizzazione che ha propugnato la lotta armata per raggiungere l’obiettivo di una nazione basca indipendente. I cui confini equivalgono ai territori dove si parla Euskera, una lingua aspra, difficile per gli stessi baschi, che corrispondono a una regione a cavallo dei Pirenei, gran parte in Spagna ma un pizzico anche in Francia. Poi ci sarebbe la Navarra ma tralascio perché si complicano le cose e qui proviamo a trattare non di geo-politica ma di un romanzo.

Thursday, 30 November 2017 00:00

La rabbiosa guerra di Elias Canetti contro la morte

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Elias Canetti nacque in Bulgaria nel 1905 da una famiglia ebrea colta e benestante: la sua lingua materna fu il ladino, ma in seguito imparò il tedesco, che utilizzò per scrivere tutte le sue opere, quindi il bulgaro, l’inglese, il francese, lo spagnolo: acquisizioni rese necessarie dalle frequenti peregrinazioni della sua famiglia in tutt’Europa. Visse infatti a Manchester, Vienna, Francoforte, Berlino, Parigi, Londra, Zurigo, dove morì nel 1994 e dove è sepolto, accanto alla tomba di James Joyce. Si laureò in chimica, materia in cui conseguì anche un dottorato, senza mai praticarla a livello professionale. Sposò nel 1934 la scrittrice sefardita Veza Taubner-Calderòn, donna affascinante con cui ebbe un sodalizio affettivo e culturale profondo e tormentato, conclusosi con il suicidio di lei nel 1963. Conobbe e frequentò gli intellettuali più importanti della sua epoca: Brecht, Babel’, Grosz, Musil, Berg, Alma Mahler.

Wednesday, 22 November 2017 00:00

Progetto o casualità, tra Pollock e le nostre scelte

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Nella collana Icone recentemente inaugurata dall’editrice bolognese Il Mulino, Paolo Legrenzi – professore emerito di Psicologia all’università Ca’ Foscari di Venezia – ha pubblicato Regole e caso, un testo stimolante in cui utilizza gli strumenti peculiari della sua materia e quelli, meno consueti, della critica d’arte per affrontare temi di notevole spessore filosofico, transitando anche attraverso letteratura ed economia.
Nel rivisitare la produzione pittorica di Jackson Pollock e la sua vicenda esistenziale, Legrenzi ci guida con leggerezza e maestria a sondare le motivazioni consce e inconsce che dirigono le nostre scelte quotidiane e i nostri programmi di vita.

Nel corso del 2017 l'editore Il Saggiatore ha meritoriamente tradotto e pubblicato in italiano la tetralogia − Wonderland Quartet − della scrittrice americana Joyce Carol Oates, composta da Il giardino delle delizie (A Garden of Earthly Delights, 1967), I ricchi (Expensive People, 1968), Loro (Them, 1969) e Il paese delle meraviglie (Wonderland, 1971). Da tali romanzi traspare una dura critica all’America, alla sua cultura, ai suoi valori e ai suoi sogni, espressa attraverso storie in cui le speranze e le ambizioni di alcuni individui si infrangono miseramente scontrandosi con la falsità, l'individualismo, il cinismo e la violenza di una società davvero impietosa. È una parabola sociale e morale degli Stati Uniti quella raccontata da più di duemila pagine di questa Epopea americana, scritte a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, in cui l'autrice cambia più volte registro narrativo così come ambientazione e contesto sociale.

Wednesday, 08 November 2017 00:00

Si fa presto a dire fantasy...

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Quando si parla di fantasy ci si riferisce ad un genere decisamente più eterogeneo e complesso di quanto si tende a pensare se non lo si frequenta con una certa assiduità e contemplando le sue molteplici, per non dire sterminate, sfaccettature. Ma quando si fa riferimento al fantasy, senza giraci troppo attorno, di cosa si sta parlando? “La fantascienza presuppone che sia presente una base scientifica o pseudo tale, o che ci sia un’estrapolazione da dati reali proiettata nel futuro. L’horror esige l’intervento del soprannaturale o comunque di un elemento estremamente perturbante quale ad esempio la personalità disturbata di un serial killer. Nella favola tutto è ammesso senza alcun bisogno di giustificazione [...].

Non è difficile pensare agli influssi reciproci tra pittura e fotografia a partire dall'apparizione di quest'ultima. Parallelamente allo svilupparsi della pratica fotografica, la pittura inizia ad abbandonare gli intenti di mimesi che l'avevano contraddistinta, almeno in Occidente, sin dagli albori dell'era moderna, apertasi con la stagione rinascimentale, mentre la fotografia degli esordi fatica, per qualche tempo, a liberarsi dalla logica pittorica sia in termini compositivi che per il ritocco posticcio col pennello finalizzato al fine di nobilitare l'immagine di derivazione eccessivamente meccanica.

Andrea Bajani (Roma, 1975), pluripremiato scrittore nonché traduttore, giornalista, critico letterario, si cimenta per la prima volta in una pubblicazione poetica con Promemoria, smilzo libriccino uscito nella collana bianca di Einaudi. Lo fa proponendo poesie limitate a pochi versi, da un numero di quattro fino alla dozzina, prosastici o cantilenanti, ironici o angosciati, a scandire il susseguirsi giornaliero delle attività domestiche e lavorative, o l’alternarsi delle emozioni e dei sentimenti: dai più scontati agli imprevedibili.

Monday, 06 November 2017 00:00

François Mauriac e il processo a una donna

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A Thérèse Desqueyroux, figura di donna esecrabile, ambigua e umanissima, François Mauriac (1885-1970, Premio Nobel nel 1952) dedicò non solo l’opera omonima del 1927, ma anche un secondo romanzo nel 1935, e due novelle successive, ossessionato dalla vicenda esistenziale e giuridica di lei, ispirata a un reale fatto di cronaca.

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