“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Arte

Arte L'officina delle arti

«…E, rimasto solo nell’officina, m’accorsi che quelle forme e figure di marmi o colori presero a fissarmi. Me ne impressionai, al punto da darmi quasi alla fuga. Poi, nel silenzio, compresi che chiedevano soltanto di essere raccontate».

Saturday, 01 October 2016 00:00

La luce e l'ombra

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L’esposizione La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe (tenutasi dal 21 giugno al 21 ottobre 2015) ha ospitato, nei locali di una villa confiscata alla camorra, recuperata a fini museali, Casa don Diana di Casal di Principe, Caserta, una ventina di opere in cui la luce si fronteggia con l’ombra. Si trattava di opere provenienti in buona parte dalle collezioni degli Uffizi di Firenze, ma anche del Museo di Capodimonte, della Reggia di Caserta e del Museo Campano di Capua. L’esposizione si è concentrata sulla pittura secentesca di artisti napoletani o che, per diversi motivi, si sono intrecciati con la città campana, sull’onda della produzione caravaggesca.

Nel lontano 1902 Alois Riegl (1858-1905) pubblica Das holländische Gruppenporträt, opera in cui vengono affrontate in particolare le modalità del ritratto di gruppo olandese come sistema di rappresentazione delle corporazioni. Dalle modalità di messa in scena della borghesia olandese analizzate da Riegl è possibile ricavare importanti informazioni circa le peculiarità del sistema di potere dell’epoca.

Tuesday, 13 September 2016 00:00

“Urban Rainbow” al Museo Michetti

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Al Museo Michetti si apre un percorso già aperto, inoltratosi nei diversi spazi dell’arte, proiettatosi nel campo visivo di architettura, pittura, scultura, performance, dell’installazione e del design. Franco Summa, chiamato a risintonizzare le aree del museo sui diversi canali del proprio cammino artistico/filosofico, presenta un’accurata selezione delle “invenzioni” concretizzate da metà anni ’70 ad oggi.

Saturday, 10 September 2016 00:00

Roberto Longhi e la pittura bolognese

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Nel cofanetto edito da Pendragon sono contenuti due DVD con la registrazione di altrettanti incontri tenuti da Eugenio Riccòmini, in cui, rileggendo le parole pronunciate da Roberto Longhi nel 1934, in occasione della prolusione d’insediamento presso l’ateneo bolognese, illustra e commenta tale intervento attraverso la proiezione di immagini.

Sunday, 07 August 2016 00:00

Around, around

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Una trentina di impressioni sentimentali, nate da "appostamenti" in compagnia del pennello e del cavalletto, e peregrinazioni attraverso gli antichi vicoli arabi e normanni, o i nuovi angoli di una città che, con un po' di nostalgia, è chiamata Girgenti.

Wednesday, 03 August 2016 00:00

Gibellina Photoroad. La fotografia per strada

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"Viviamo in un secolo dove le culture sono multiple, dove i linguaggi sono multipli e debbono coesistere, anche senza armonia. Non c’è armonia? Certo! Ma la storia di oggi non vuole l’armonia. Perché la storia di oggi è libera. E da questa libertà e da questo magma incandescente forse verrà una nuova era, una nuova civiltà, un nuovo mondo".
Dal pensiero di Ludovico Corrao nasce il concept di Gibellina Photoroad il Festival Internazionale di Fotografia Open Air che dal 29 luglio al 31 agosto invade le strade della nuova Gibellina.

Friday, 15 July 2016 00:00

L'Attesa, viva e violenta, di Mimmo Jodice

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La retrospettiva del lavoro di Mimmo Jodice, fotografo napoletano, è ospitata dal Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli. Abbraccia più di cinquant'anni di storia ed è divisa in sezioni tematiche. Ogni ciclo fotografico è un mondo autonomo che sviluppa realtà e discorsi che vanno dalla sperimentazione alla cronaca, dall'arte alla riformulazione visiva delle radici antiche e dell'universo naturale.

Disvelare il segno. Disadornarlo per poter osservare la verità di cui si ammanta, di cui è portatore. Una volta fatto questo ricoprirlo nuovamente, ricostruirne la segretezza, reintegrandone il senso. È l’eterno processo di approccio al simbolo, che si rinnova all’infinito. Ed è affascinante quanto l’apparato semiologico e simbolico possa essere antidoto al fraintendimento di un messaggio, quanto possa fungere da catalizzatore di energie, di componenti sottese a quel messaggio, che vengono interiorizzate proprio perché mostrate di traverso, tra le righe.

Monday, 27 June 2016 00:00

I ‘black holes’ di Michele Cossyro

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Viviamo in un mondo di abitudini. Siamo abituati allo spazio delle nostre stanze, delle nostre città; al tempo che non passa mai se siamo al lavoro o abbiamo fame (e invece ci invecchia inesorabilmente); e alla gravità che ci incolla al pavimento, all'asfalto. Difficilmente fermiamo tutto per contemplare quanto questo equilibrio permetta il nostro vivere la mondo: ovviamente l'abitudine ha il sopravvento, quasi si trasformasse in una categoria o in una legge fisica. E ancor più difficilmente immaginiamo che tale equilibrio possa trovarsi in un piccolo, insieme vicino e lontano, ma inconcepibile elemento: un buco, la sua attrazione e il suo invisibile filamento, che evidenzia tale nulla in cui tutto tende.

Anche se il perfetto concentrato dei concetti che vivono all'interno delle opere di Antonio Freiles si trova nel titolo, suggerito dallo stesso autore ai curatori, Willy Montini e Franco Fanelli, il dialogo tra il fruitore e gli oli e le carte, carte fatte a mano ed espressione di una poesia del costruire concreta e fantastica, ha continue variazioni fornite da dettagli percettivi che, della ripetizione, ne indagano le forme.

Friday, 03 June 2016 00:00

Genius loci. Una mostra sulla luce

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L’atmosfera e il peso di un luogo sono stati, fin dall’antichità romana, le basi su cui l’uomo ha costruito la propria identità, sia quella come singolo individuo nella sua dimensione intima, sia quella come gruppo nella sua dimensione culturale.

Sabrina Merolla è una fotografa di professione dal 2010, ma è anche una sinologa, vissuta per anni nella Cina strozzata dalle maglie dell'inquinamento, dove tutt'oggi parlarne apertamente diventa un atto antigovernativo e quindi taciuto. Il suo corpo non ha resistito all'aria soffocante e tossica, perciò si è ammalato di una malattia autoimmune, conosciuta ancora molto poco, riconosciuta sulla carta ma ignorata dal sistema sanitario italiano e dall'assistenza di cui necessitano i quasi due milioni di italiani affetti.

Villa di Donato, con il suo essere così nel mezzo delle cose della città, ed allo stesso tempo distinguendosene ed elevandosi dalla “norma”, dai vicoli più contorti, dagli angoli solo abbozzati e dai modesti dettagli dell’abitato circostante, fascinosamente incongrui, è in grado di guidarci in uno scenario a parte, in una porzione al di fuori dell’urbe, come calatasi in quel luogo per incanto. Ma fa questo senza alterità, senza volontà di trionfo sugli anditi più dimessi, bensì restando “aperta” a ciò che l’attornia, e soprattutto a coloro che vogliono scoprirla.

Friday, 01 April 2016 00:00

Marx (ancora tu?)

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Quando si esperisce un personale momento di fruizione artistica, può essere utile riconsiderarlo nel tempo. Il giudizio immediato gode di una memoria non sfocata, ed è però soggetto a richiami d’effetto, emotivi o ammiccanti. Il vissuto, se decanta, lascia in superficie la sostanza. Proviamo dunque, a distanza di alcuni mesi, a ragionare sull’ultima edizione della Biennale D’Arte di Venezia, che ha compiuto centoventi anni.
Se tale rassegna conferma il proprio ruolo di precursore delle future tendenze, i prossimi anni vedranno nuovamente il passaggio dei temi marxisti dall’ambito dell’Arte a quello sociale e politico.

Si va avanti e indietro fra le sale, come stanze private delle strutture/relitti/rovine dell’artista, cercando non tanto una direzione, e di certo non un’univoca e sintetica assimilazione di quel tutto che così tanto difende il suo essere diversificato e mutabile, bensì il sostrato del diverso. La sottodimensione in cui non solo gli assemblaggi, i disegni e le variegate installazioni comunicano con noi, ma noi stessi comunichiamo con loro, agendo sullo status quo, perturbandolo e modificandolo in parte, senza che l’identità donata dall’artefice venga irreparabilmente dissolta.

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il Pickwick

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