“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 11 December 2013 00:00

L’ospite inatteso si vede ma non si sente

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Amo molto Agatha Christie e i film tratti dai suoi romanzi. Per scrivere questa recensione ad uno spettacolo basato sulla piéce teatrale della scrittrice intitolata L’ospite inatteso, mi servirò di un altro tipo di film, uno di Tim Burton.
Quando Ed Wood legge sul giornale una recensione che stronca la sua rappresentazione ma elogia la qualità dei costumi trovandoli decisamente realistici, non si abbatte ma con un grosso sorriso si presenta ad un produttore dicendo di essere l’autore di una piéce di Broadway encomiata per il suo realismo.

Vorrei che la compagnia semidilettante di Mariarosaria De Liquori avesse questo spirito nel leggere la mia recensione.
La scenografia è molto bella. Sfruttando la piccola altezza del palco e la breve distanza tra esso e le file di poltrone, è stata ricostruita proprio una parte di casa. Il giardino tutto verde, con un tavolino e la fontanina di lato. I gradini, ricoperti d’erba, conducono in casa attraverso la porta a vetro invisibile. La stanza ha il pavimento nero e i mobili neri che sono stati uccisi. Tutt’intorno a loro, infatti, si vede chiaramente la sagoma tracciata con il nastro adesivo chiaro. Un’ottima scena, semplice ma assolutamente noir.
Mariarosaria De Liquori ha scelto di ambientare la vicenda in costiera amalfitana. Si è perso, così, quel tipico stile inglese fatto di misura e autocontrollo, per il quale il far pettegolezzo è un’attività intellettuale aristocratica, a favore di uno spruzzo di napoletanità affidato al personaggio dell’agente di polizia.
La storia giocata è perfetta per catturare l’attenzione degli spettatori, tenerli col fiato sospeso e sorprenderli nel finale. Si nota, però, l’inesperienza degli attori che hanno difficoltà con i dialoghi troppo lunghi e qualche volta incespicano con le parole. Appare scarso anche lo studio che ognuno di loro deve aver fatto sul proprio personaggio, ad eccezione di quello di Giorgia. Così abbiamo una matrona sorda che ci sente benissimo, un infermiere infido bonaccione, due amanti poco appassionati, una segretaria calcolatrice che conta fino a tre prima di rispondere alle battute.
La recitazione incerta e un po’ piatta lascia distrarre gli spettatori e alla lunga annoia sebbene si tratti di un giallo.
Non tutto è perduto però. La scenografia era molto bella, l’ho già detto e ho già fatto un riferimento al personaggio di Giorgia, la ragazza con problemi di personalità. In questo caso, l’interpretazione dell’attrice, Federica Totaro, è stata convincente. Ispira tenerezza al suo apparire e inquieta con la sua vicinanza quando nel finale passa tra le file delle poltroncine. Lo spettacolo è nelle sue mani e lo impugna come fa con la pistola.
La foto di famiglia alla fine dello spettacolo, costruita in palcoscenico mentre applaudiamo, è di grande effetto. Un altro buon risultato visivo raggiunto da questo spettacolo insieme alla performance di Emanuele Pianese con bella presenza scenica, bravo quando non parla come quei calciatori che si muovono bene senza palla.
L’ospite inatteso è uno di quei testi che ci invita a credere al finale che preferiamo. Dipende da quanto crediamo all’amore. Io ho creduto all’amore e alla buona volontà di una compagnia che si cimenta in un testo lungo e complesso, senza riuscire ad arrivare ad un buon livello. C’è ancora da lavorare ma per chi il teatro lo ama, non sono cattive parole e non si tratta di un brutto finale.

 

 

 

 

 

L’ospite inatteso
di Agatha Christie
regia Mariarosaria De Liquori
con Nicola Galiero, Valentina Scudiero, Massimiliano Cioffi, Federica Totaro, Flavia Arelli, Gaetano Fermato, Dolores Russo, Emanuele Pianese, Marco Galiero
scenografia Clelio Alfinito
aiuto regia Giglio Mastronardi
audio e luci Franco Di Carluccio
foto di scena Nicola Galiero
durata
2h
Napoli, Circolo Teatro Arcas, 7 dicembre 2013
in scena dal 6 al 15 dicembre 2013

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