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Sunday, 08 December 2013 01:00

"O si è felici o si è complici"

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Due leggii, due sedie, un tavolino sulla sinistra e nient’altro. Buio pesto, il teatro è pieno e una voce premurosa alle spalle invita: “Fermate gli orologi e fate tacere i cellulari”. L’uomo nero vuole che il tempo si fermi e che tutto venga assorbito dallo spettro oscuro della scatola noir. Poi fu luce e lo strano caso dei Pantaloni Rosa stava per avere inizio; presto Garofano Verde lo avrebbe raggiunto.

Personaggi inventati o pseudonimi per sdrammatizzare, oppure semplici nomi descrittivi per indicare le tonalità dei costumi o degli orpelli. In scena al Teatro Elicantropo, Roberto Azzurro e Claudio Finelli affrontano temi che ruotano intorno agli argomenti omosessualità e omofobia; lo fanno attraverso una conferenza drammatizzata, che prevede dieci stazioni dove sostare per concentrarsi e argomentare.
È un percorso che ha come obiettivo l’apertura degli occhi su argomenti che, sebbene siano inflazionati e super attaccati, rendono sempre ciechi e sordi. È facile o forse è comodo lasciare che le cose restino immutate: il terrore delle rivoluzioni ha sempre indebolito e gettato nel panico chi come l’Italia difende una tradizione conservatrice. Atteggiamento condizionato dall’eccessivo bigottismo cattolico e da un razzismo che ha radici storiche profonde e stabili. L’Italia, e non gli italiani, non può accettare le “coppie dello stesso sesso”. Troppe volte si parla di ostacoli provenienti dal Vaticano o da ideologie di stampo fascista, o da esponenti politici corrotti e mafiosi. Ogni questione che riguardi l’argomento omosessualità oggi è ben chiara ai molti; che, seppur non se ne interessino attivamente, vengono bombardati dai media e dai social network con servizi e pubblicità di ogni genere.
Eppure, anche se la patata bollente si è raffreddata, le tematiche omosessuali minacciano la stabilità intera di un Paese. Ma l’Italia rappresenta solo un piccolo stivale dove c’è chi lotta per ottenere diritti umani, ancor prima che civili. Nel resto del mondo le proibizioni e le conseguenze ad amare qualcuno dello stesso sesso sono atroci e nessuna morale che sia umana dovrebbe accettarle. A sensibilizzarci sulla questione Roberto Azzurro è un mago, un incantatore, una voce sensibile che stimola le corde più gravi dell’organo vita. Testimonianze letterarie dal mondo antico a quello contemporaneo che parlano d’amore e talvolta ironizzano sulla questione “essere gay oggi”.
La conversazione animata tra Pantaloni Rosa e Garofano Verde spazia all’interno di un immaginario collettivo che coinvolge personaggi contemporanei, romanzieri, personaggi politici, drammaturghi e poeti. Leggere in scena pagine di vita, raccontando in un modo semplice che non esiste altra verità che quella del dialogo sincero.
La parola è energia umana che si trasmette con l’onestà e la sincerità della voce; un grido tra le righe che non sfoga mai, ma che conduce con eleganza davanti all’unica evidenza storica: essere felici non è un reato, ma un diritto per tutti. Felici di poter amare senza giudizio chiunque si desideri, nel rispetto e nella libertà altrui, senza nascondersi o sentirsi malati di chissà quale incurabile patologia. Ironicamente Roberto Azzurro sdrammatizza: "Allora posso chiamare e dire che oggi non andrò a lavoro perché sono ancora omosessuale”. Alcibiade, Alessandro Magno, Buonarroti Michelangelo, Cesare Giulio: solo alcuni nomi della lista tutta al maschile raccontata durante la conferenza. Le istanze sono umane e vogliono parlare allo stomaco, al nostro secondo cervello. "Non si tratta di obiettivi personali o vittorie, stiamo solo cercando di cambiare la nostra vita” perché “non si può impedire all’albero di essere albero e all’azzurro di essere cielo”.
L’intento comunicativo è chiaro fin da subito e si consolida fino alla fine. È un modo diverso di parlare di questioni che purtroppo sono ancora scomode, è il tentativo tutto umano di non aver vergogna nel desiderare una vita felice qui ed ora. “Napoli è gay” e non hanno nessun problema a difendere quest’affermazione, sostenendola con tesi di ogni genere; anche “la poesia è gay, come se un muso avesse meno dignità di una musa”. L’amore rese eroi Achille e Patroclo all’insegna della bellezza greca e del rispetto sincero: “La bellezza è in tutte le membra e il primo godimento è degli occhi”. Non c’è ostentazione, né presunzione, né tantomeno arroganza. La voce di Roberto e Claudio è umile, umana, vibrante e non pretende nulla, ma soltanto desidera di essere ascoltata con emozione e semplicità. “Esiste l’orgoglio gay perché esiste l’omofobia”, perché gli esclusi perdono ogni legame costruttivo e vengono minacciati verbalmente e fisicamente.
Il mondo è rotondo ma le relazioni sono piene d’angoli. In Italia manca la dimensione pubblica e sociale dell’omosessualità che altri Paesi hanno, così in pantaloni rosa e garofano verde si veste ‘la tragedia con gli abiti della commedia'. La conferenza esaudisce ogni punto di discutibile interesse ma nessun desiderio e amaramente ci lascia con questa condanna: "Tu questi diritti non solo non li puoi avere, ma nemmeno nominare”.
C’è solo da sperare in un’assoluzione.

 

 

 

 

In pantaloni rosa e garofano verde – Conferenza drammatizzata sull’omosessualità
allestimento
Roberto Azzurro, Claudio Finelli
con
Roberto Azzurro, Claudio Finelli
regia Roberto Azzurro
produzione Ortensia T
durata 1h
Napoli, Teatro Elicantropo, 5 dicembre 2013
in scena dal 5 all'8 dicembre 2013

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