“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 13 November 2013 01:00

Alla ricerca della sessualità

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Che vi racconterebbe un transessuale, se lo intervistaste riguardo alla sua vita lavorativa? E riguardo alla sua vita sentimentale privata?
Margherita Romeo, al Teatro Di Contrabbando, mette in scena Storia di un bambino che divenne donna, un esercizio di memoria sulla storia di uno dei carcerati del Regina Coeli di Roma.

Dietro un accappatoio color vinaccia e delle scarpe da ginnastica si nasconde un bambino colombiano che si accosta alla realtà complicata del suo Paese, al rapporto con l’immagine di sé e con la sua sessualità. La sua risposta è prendere a pugni tutto, sfogarsi e non volerne più sapere, ma ecco che entra in gioco l’idea di fare il mestiere più antico del mondo: la prostituta.
L’attrice entra in scena impersonificando il bambino, elaborazione dell’intervista con Giulio Salierno, e si presenta al pubblico prendendolo a pugni (la distanza tra palco e platea è molto piccola) con occhi pieni di rancore e rabbia verso un destino non accettato. Pian piano, a suon di musica, avviene la trasformazione ed il bambino diviene un transessuale di venticinque anni. Pantaloncini rosa inguinali, lunghi capelli neri e labbra rosse: il “nuovo” personaggio si presenta al centro del palco e comincia a raccontare la sua storia. Inadeguatezza familiare, problemi economici, complessi di inferiorità, scelta di diventare una prostituta, decisione di spostarsi da Bogotà in Italia.
In Italia la situazione peggiora e la vita si fa sempre più monotona. Lei, però, ci tiene a dire che è una persona che ama la vita, la lettura, i valori etici, la protezione di se stessa verso le altre colleghe e soprattutto la danza. Ballare, infatti, è la sua vita d’uscita ad una vita sofferta.
"Sono stanca, faccio sesso quindici volta al giorno e non riesco a farlo con il mio ragazzo".
Non ha tempo ed energia per amare. Certo, questo è un bel problema, perché un transessuale, una prostituta, è una persona che ha scelto un certo tipo di lavoro ma che poi ha anche una propria vita privata, sentimentale, familiare, ma non sempre è facile riuscire a bilanciare il tutto. Gli occhi dell’attrice sono malinconici e rassegnati. La scelta è un’esclusività, elimina automaticamente tutte le altre possibilità. La scelta è dettata dalle prospettive economiche? Forse più una stagnazione del proprio complesso di inferiorità, che una partenza davvero sofferente: non cerca il riscatto, ma approda all’assecondamento.
Lo spettacolo si vede tutto d’un fiato ed è smorzato dai momenti musicali e danzati.
“Una tragedia semi-tragica” perché negli occhi della prostituta c’è la forza di dire “Ho preso in mano la mia vita”, seppur avrebbe potuto fare altre scelte, purtroppo non contemplate.

 

 

 

Storia di un bambino che divenne donna
di e con
Margherita Romeo
regia Margherita Romeo
fonico e luci  Pietro Tammaro
foto di scena Mauro Palumbo e Pietro Tammaro
durata 45'
Napoli, Teatro di Contrabbando, 10 novembre 2013
in scena 9 e 10 novembre 2013

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