“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 10 November 2013 01:00

Le vie (d'uscita) del Signore sono finite

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Metti un testo di Manlio Santanelli che da trent’anni unisce buona parte di critica e pubblico sia in Italia che all’estero, affida la scena a due interpreti come Ernesto Mahieux e Rino Di Martino, cresciuti a pane e teatro, e otterrai una commedia brillante, divertente, sebbene venata dalle note malinconiche del passato.

Tutto ciò è di scena al Piccolo del Teatro Bellini di Napoli per la regia di Pierpaolo Sepe con Uscita di Emergenza, testo di Manlio Santanelli.
Protagonisti sono Cirillo (Ernesto Mahieux) e Pacebbene (Rino Di Martino), rispettivamente un ex suggeritore teatrale ed un ex sagrestano che si trovano a vivere sotto lo stesso pericolante tetto di un quartiere di Napoli, quasi del tutto deserto a causa dell’incedente bradisismo degli anni ‘80.
Rappresentato per la prima volta il 7 novembre 1980 al Teatro San Ferdinando, per la regia di Bruno Cirino e con interpreti lo stesso regista nei panni di Cirillo e Nello Mascia nel ruolo di Pacebbene, il testo nel 1981 vinse il Premio Idi e nell’ ‘82 il Premio Critica Teatrale.
Un successo, quello di Uscita di Emergenza che si rinnova tutt’oggi nell’attualità di una rappresentazione accompagnata da pochi ma essenziali elementi scenici (due letti, una vecchia scrivania in mogano e la sedia-finestra sul mondo, tanto cara a Pacebbene).
Continui sono gli scossoni morfologici ma soprattutto di natura caratteriale che agitano la convivenza forzata e dovuta a motivi contingenti dei due inquilini per caso. I due uomini, entrambi accomunati da una condizione di sopravvivenza cercano, senza trovarla o senza forse realmente cercarla, un’uscita d’emergenza ad uno stato d’animo fisico e morale che li tiene in trappola.
Nel continuo gioco di battibecchi e punzecchiamenti tra i due, oramai ben oltre la soglia della giovinezza, c’è spazio per i fantasmi del passato, per i rimpianti e le velleità artistiche messe in cantina. C’è altresì la consueta abitudine di ricordare il passato sotto vesti migliori di quanto fosse, nell’oziosa attesa di un tempo zero di beckettiana memoria.
Il regista Pierpaolo Sepe affida le battute a due istrioni del palco che tengono bene i ritmi sostenuti ed alternano i momenti di sagace ironia a quelli dalle tinte più fosche. Ernesto Mahieux si conferma padrone della scena e strappa più di un applauso prima della chiusura del sipario, immedesimandosi con convinzione nei panni del tombeur de femme che per tutta una vita ha desiderato di emergere dalla buca del gobbo teatrale per rendere visibile a tutti la sua arte. Il gioco riesce grazie anche alla spalla di Rino Di Martino, che perfettamente indossa le vesti del timorato servo del Signore, vittima di un rapporto mai risolto con l’altro sesso.
Al centro dell’opera, l’uomo e le sue ataviche inquietudini: la paura della morte, la solitudine e la fame. Ed ecco allora che oltre ai due protagonisti, metaforicamente in scena ci sono molti altri rilevanti elementi. L’attesa di un suono di un telefono che non squilla mai, il fagotto di soldi nascosto sotto il classico materasso, la tradizione pasquale della pastiera ed un Aldilà che viene più volte evocato, destinatario delle invettive e delle frustrazioni di Pacebbene, arma di ricatto usata da Cirillo verso l’amico, ed infine dolce amaro approdo finale delle esistenze di due comuni mortali.

 

 

 

 

 

Uscita di emergenza
di
Manlio Santanelli
regia
Pierpaolo Sepe
con
Rino Di Martino, Ernesto Mahieux
scene e costumi
Tonino Di Ronza
disegno luci
Salvatore Palladino
paese
Italia
lingua
italiano
durata 60’
Napoli, Teatro Piccolo Bellini, 7 novembre 2013
in scena
dal 7 al 17 novembre 2013

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