“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 11 November 2013 01:00

L'amore sbagliato

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Lei entra in scena con una vestaglia bianca e le ciabattine rosse. Si muove delicata su una musica dolce come quella di un carillon. Sembra la bambolina che danza nella scatola con lo specchietto sotto il coperchio, solo che lei non fa delle pirouettes, piega i panni e lo specchio che ha alle spalle è deforme. Sul palco con lei una sedia e un attaccapanni, il cosiddetto uomo morto.

Due voci dall’esterno entrano nella scatola e parlano con lei. Una è la voce aggressiva di un uomo, l’altra è una voce di donna. È attraverso il dialogo che lei ha con queste voci che la conosciamo. Scopriamo che si è legata troppo giovane al suo uomo, che non ha dato ascolto ai consigli di sua madre ormai morta, che non ha coltivato altre passioni se non quell’amore sbagliato, che non ha approfittato del dono della vita per arricchirsi e imparare, che invidia la cultura di quella donna che le parla restando invisibile e citando i poeti. Scopriamo che lei avrebbe voluto essere diversa e non lo è stata. Questa è una violenza che una donna fa a se stessa. Quando smette di credere nelle proprie capacità e nella propria forza si mette nelle mani di un uomo, scegliendo di vivere la vita di lui e non la propria, fino ad uccidersi. Questo sacrificio di sé lo chiama amore ma si tratta di un amore sbagliato. Soprattutto quando l’uomo vuole controllare la “sua” donna ed è un violento.
Niko Mucci, in sedici minuti, presenta un lavoro sulla violenza verso le donne. Nel tempo breve del corto riesce comunque a non trattare il tema con superficialità.
Lui si limita ad aprire uno spiraglio su una vita e ci lascia guardare quanto in profondo vogliamo. Lascia allo spettatore anche il compito di trarre le conclusioni, utilizzando la propria immaginazione: Che la voce maschile sia quella del marito è subito chiaro ma la voce femminile è il primo mistero. Lei parla della madre morta ma la voce non può essere quella di sua madre. È piuttosto una voce più profonda, che viene dal di dentro, come suggerisce il titolo. È la voce della donna che lei avrebbe potuto essere e che non è stata, che adesso le chiede di essere vendicata.
L’interpretazione delicata di Chiara Vitiello unita alla sua corporatura esile rendono il personaggio di lei una creatura da proteggere. Ci sembra familiare e riusciamo a provare dell’affetto per lei pur vedendola in scena per quei pochi e veloci minuti.
Al termine della piccola pièce che va in scena al Teatro Area Nord, alcune spettatrici fermano il regista che è anche autore del testo per chiedere a lui spiegazioni. “Lei era morta?”, “quella voce di donna di chi era?”, “ma poi lo uccide il marito?”. Niko Mucci spiega quanto può, alcune domande vuole egli stesso che restino in sospeso, tra la curiosità e il desiderio. “Vorrei che andasse così…” può dirsi ognuno quando il finale di una storia è aperto e nella storia aperta ad infinite possibilità che è la vita di ognuno, dovremmo potercelo dire più spesso.

 

 

Dentro di me (L’amore sbagliato)
scritto e diretto da
Niko Mucci
con Chiara Vitiello, Marcella Vitiello, Sergio Del Prete
produzione Libera Scena Ensemble
scene e costumi Barbara Veloce
assistente alla regia Marina Cavaliere
lingua italiano
durata 16'
Napoli, Teatro Area Nord, 7 novembre 2013
in scena 7 novembre 2013 (data unica)

 

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