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Sunday, 20 October 2013 02:00

Ad occhi chiusi sotto la pioggia bianca del paese di Saramago

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Il bianco è un non colore. È la gradazione con cui si descrive un evento dalle sfumature dell’irrisolto, del vuoto, del non detto o del non fatto.
La scheda bianca, come un foglio bianco è una protesta muta, cieca come gli abitanti del paese immaginario narrato da José Saramago nel suo Saggio sulla lucidità, e portato in scena per l’apertura della stagione teatrale dell’Elicantropo da Carlo Cerciello con Tempo pessimo per votare.

In apertura di scena piroettanti ombrelli bianchi volteggiano tra le mani di graziose signorine dal civettuolo stile anni ’40. È il giorno delle elezioni, i cittadini sono chiamati alle urne e, la didascalica e solerte coppia di croniste inviate, segue passo passo le fasi del voto.
L’affluenza è buona ma i dati dello spoglio lo sono meno e rivelano, con mediatica tragicità, che l’80% dei votanti ha votato scheda bianca, sono i cosiddetti “Biancosi”. Tanto basta per gettare il Paese nel più totale panico. Come hanno potuto essere tanto insolventi i cittadini? Inspiegabile.
Il Paese sembra vittima di un assurdo maleficio, come quanto accaduto quattro anni addietro quando il buio della cecità avvolse l’intera popolazione, ad eccezione di una donna, confinandolo nel ghetto della solitudine e dell’involuzione barbarica. Ma ora i tempi sono cambiati, la luce è tornata ed illumina gli apparecchi tecnologici, il telefono, la tv, eppure sembra che l’atmosfera politica e sociale sia davvero pessima.
La classe politica, dietro carnevalesche maschere di cera, si lambicca alla ricerca del colpevole, si teme lo stato di rivolta pubblica e come accade sempre in questi casi si percorre la strada del terrore e dell’inquisizione che mette in luce la caducità di un Paese che si professa democratico.
Quale democrazia? Quale verità?
I fatti non lasciano spazio che alla forsennata ricerca di un capro espiatorio, in un contemporaneo affresco di una classe dirigente debole, barricata dietro i cancelli del potere e del piacere peccaminoso. In risposta a ciò la popolazione reagisce con la sola arma che gli è concessa, quella del voto, per poi infine cadere sotto le più potenti armi del Potere, che sparano rosso sul bianco.
È un testo, quello di Saramago, intenso ed amaro e la scelta di metterlo in scena ed affidarlo agli allievi del Laboratorio Teatrale Permanente dell’Elicantropo, mette in luce l’indiscussa professionalità del cast e l’acutezza ed al tempo stesso il coraggio di Cerciello.
Ci vuole certo una buona dose di coraggio per trasporre un romanzo in una messa in scena teatrale.
Per stemperare i momenti concettuali talvolta troppo macchinosi, si cerca di rimediare con spiritosi intermezzi musicali di repertorio e contributi video. Buone anche le scene, cromaticamente coerenti con la rappresentazione. Bravi tutti, per un teatro d’impegno civile tipico della sala di Vico Gerolomini, che saluta il suo pubblico in attesa di tempi migliori per il Paese.

 

 

 

Tempo pessimo per votare
da Saggio sulla Lucidità
di
José Saramago
regia
Carlo Cerciello
con
Marco Rescigno, Rossella Amato, Francesca Borriero, Monica Cipriano, Mariangela Crimaldi, Claudio Fidia, Svitlana Hurska, Lisa Imperatore, Valentina Iniziato, Carlo Liccardo, Lorena Locascio, Federica Mazzarella, Danilo Pagano, Alessandro Paschitto, Tonia Persico, Maria Rosaria Postiglione, Marco Rega, Pasquale Saggiomo.
musiche
Paolo Coletta
costumi
Iole Cilento
scene
Michele Gigi, Marco Perrella
coreografie
Cinzia Cordella
video
Fabiana Fazio
produzione Laboratorio Teatrale Permanente Teatro Elicantropo
in collaborazione con
Prospet
durata 60’
Napoli, Teatro Elicantropo, 17 ottobre 2013
in scena dal 17 ottobre al 24 novembre

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