“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 16 June 2013 09:27

Sui mariti delle altre...

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Amo la superficialità, i luoghi comuni, il non prendere sul serio niente. Su Il Pickwick c'è molta carne al fuoco, gli articoli non sono mai banali e sono scritti con competenza. Allora mi sono detto " mettiamo un manuale del tradimento, una cosa seria e sciocca, non sempre il capolavoro o il presunto libro da intenditore". Come diceva Thomas Mann "I grandi capolavori non hanno risposte" e, invece, qui si danno consigli.

Il libro è I mariti delle altre e l'autrice è Guia Soncini, che ha avuto per anni una rubrica su D di La Repubblica, la migliore su Twitter, che ami alla follia o odi in modo netto, definitivo. Una "giusta" nel 2013. Come se non le riguardasse racconta che la gente continua a tradirsi, ma le donne sono più brave a non farsi beccare, e che gli uomini sono ormai in caduta libera. Come scrive la nostra guru: "Vedere l’uomo moderno che tenta d’illudersi d’essere ancora Il Maschio – quello che è lui che tradisce, è lui che aspira le briciole, è lui che conduce doppie vite, quello che gli anni Cinquanta non sono mai finiti e l’Italia di Ugo Tognazzi lo esige a tavola a Natale – vedere quello spettacolo struggente è come guardare la fragile psiche del padre di Rossella O’Hara che non si capacita del crollo di una civiltà, che preferisce illudersi d’essere ancora proprietario di una florida piantagione con molti schiavi felicemente devoti".
Certo, i maschi pensano ancora che, se amano una donna, questa donna diventa una proprietà, oggetto anche di possibili violenze, ma – dal femminicidio e dai problemi seri – la Soncini si tiene ben lontana, perché non le compete fare la femminista, ma la ragazza attempata che ride delle sciagure delle amiche e delle lettrici. Un tradimento che vuoi che sia? Siamo delle macchine da rimorchio; l'occhio languido non ci dispiace, che sia da parte di un uomo, sia da parte di una donna (non teniamo gli omosessuali fuori dal tradimento).
Tutti i problemi nascono dallo smartphone che gli uomini trattano distrattamente lasciando notifiche di un'altra nelle mani della ragazza "ufficiale".
Non ci sono eccessi nelle parole della Soncini, nessuna donna sull'orlo di una crisi di nervi perché forse la sua adolescenza non è stata bella come uno immagina, ma magari è intrappolata in un gioco di ruoli nel quale la mamma non è così stabile e lei a diciotto anni va via di casa e perché "Se alla fine della lettura doveste chiedervi come mai, in un intero libro sull’adulterio, non ci sia neanche un riferimento ad Almodóvar, la risposta è: 'mi spiace, ho sviluppato poderosi anticorpi all’estetica del nulla ha successo come l’eccesso'". Ecco poi gli esempi: chi ha la moglie e l'amante, chi due mogli:  Eugenio Scalfari, Vittorio De Sica, quelli che mangiano due volte, che fanno due regali diversi a due donne diverse.
Donne pronte, sveglie, niente piagnistei, siamo lontano dalle donne spezzate di Michelangelo Antonioni che hanno detto delle cose che ora col cavolo ti ripetono (e poi, parere personale, le sceneggiature di Antonioni con Tonino Guerra hanno fatto il loro tempo). Riuscite ad immaginarla una signora ora della buona borghesia che dice al marito: "Vorrei morire perché non ti amo più"? Ma dove? Ma quando? Basti pensare anche alle star del cinema italiano: "I racconti migliori che mi hanno fatto riguardano Mastroianni. Lui che, a Trieste, tiene Faye Dunaway chiusa in un appartamento a cucinargli la pasta e fagioli, riproducendo atmosfere coniugali con tutte e ovunque. O il litigio – più coniugale che mai, con quel colpire dove si spera che faccia male – con Catherine Deneuve, nel salone della casa di lei a Parigi: 'Non sai neanche recitare', 'Stronza, 8 ½ l’ho fatto io, mica tu!'".
Poi, come d'improvviso, s'intravede la Soncini da piccola, intenta a metabolizzare le infelicità coniugali dei suoi genitori. La verità è, che questo libro diverte, ma a denti stretti, certe volte lo vedi bene nella differenziata al reparto carta, poi ti dici "ma è scritto benissimo, perché non mi smuove niente, sembro un avatar" e, a questo punto, penso a Meryl Streep che, nel film Innamorarsi, raggiunge un dimesso Robert De Niro e mi viene da pensare che l'ironia ha fatto il suo tempo e che il sarcasmo, poi, è volgarissimo.
"Conosco uomini – li conosciamo tutte – che si sono fatti scoprire, nei loro magheggi adulteri, lasciando telefoni incustoditi, avendo password facilmente indovinabili, andando a copulare fuori casello con la macchina su cui è installato il Telepass. Conosco donne – quasi tutte quelle che conosco – che cancellano i messaggi subito dopo averli inviati, con un’immediatezza che arriva a render loro difficile capire a cosa si riferisca la risposta che poi ricevono. Lo fanno con l’automatismo delle fedifraghe costanti, lo fanno anche coi messaggi alle amiche o alle colleghe, perché se prendi l’abitudine poi non ti distrai mai, è un po’ come struccarsi prima di andare a dormire".
Il problema dei libri che parlano di adulterio è che a un certo punto scrivono di Emma Bovary e tu dici no, la Bovary non me la tocchi, Emma non la metti nelle tue divertenti digressioni per far ridere la manager che aspetta il volo e lascia senza rimorsi il libro finito nell'aereo che sta per ripartire.

 

 

 

 

Guia Soncini
I mariti delle altre
Rizzoli, Milano, 2013
pp175

 

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