“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 15 June 2013 20:29

Tra borghesia e verità: Sik Sik

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Strizza l’occhio alle atmosfere felliniane  il  SIK-SIK di Pierpaolo Sepe. Quella che è andata in scena al Mercadante per il Napoli Teatro Festival il 13 e 14 giugno 2013 è solo una pillola del lavoro che sarà presentato definitivamente al Festival di Benevento Città. A introdurlo è Giulio Baffi (critico teatrale del quotidiano La Repubblica e presidente dell'Anct, l'Assemblea Nazionale dei Critici di Teatro) che, con grande emozione, racconta  del maggio 1979 quando SIK-SIK, l’artefice magico fu rappresentato al Teatro San Ferdinando di Napoli, di cui era direttore: "Chi non lo ricorda è solo per un fatto anagrafico". Poco dopo De Filippo si ritirò dalle scene, Giulio Baffi ebbe dunque, davvero una felice intuizione a registrare su cassetta l’ultimo rimaneggiamento del percorso drammaturgico del grande Maestro.

Dalla funzionale scenografia di Francesco Ghisu spicca una scritta “silenzio”. E dal silenzio rinasce la magia nostalgica dell’ultimo Eduardo. La commozione del pubblico è palpabile mentre, Aida Talliente e Benedetto Casillo, disegnano il perimetro della scena vestiti con i costumi di Annapaola Brancia d’Apricena.
“Tu si' 'o guaio mio! Tu sei l'origine di tutte le mie disgrazie! Puozze sculà tu e io che te tengo vicino...”. Cosciente del privilegio, la platea è disposta a ridere e partecipare, da subito. Giorgetta ben caratterizzata, ha un accento vagamente dell’Est, forse non voluto, ma che riattualizza il testo. Di certo chi, fra gli astanti, trentaquattro anni fa, ha assistito alla messa in scena originale, ha potuto oggi cogliere verità e sfumature diverse. Ma il tempo non ha Rewind.
L’universalità delle grandi drammaturgie permettono, però, mature riflessioni e coscienti rivisitazioni.
A Benedetto Casillo l’onore e l’onere di interpretare  il “capostipite” dei personaggi edoardiani: Sik Sik. Caricatura di una società italiana, evidentemente, ancora così uguale a quella degli anni ‘30 in cui fu scritto. “Due soli possiamo fare quest'esperimento: io e il Padreterno! Tutti i prestigiatori dicono sempre: 'L'imbroglio c'è ma non si vede'. Io invece dico: 'L'imbroglio non c'è, chi lo vede ha visto una cosa per un'altra'"
L’ironia sul linguaggio, i giochi di parole e l’illusione di trovare un posto nel mondo è forse un monito per il "pubbliche rispettabile" di una città che dimostra borghesi rimpianti per la propria tradizione teatrale, culturali, artistici. 
Il pubblico giovanile, esiguo ma  attento, non avrà potuto evitare di rispecchiarsi in Marco Manchisi nel carattere di Rafele quando dice "Amico, qua ci debbo stare io" e di Roberto Del Gaudio che come Nicola risponde "Io sono uno qualunque e posso fare quello che mi pare e piace". Forse per essere davvero fedeli ad Eduardo, è arrivato il momento di ridefinire i ruoli, e riportare l’attenzione su un teatro che sia per tutti soprattutto nei costi.

 

 

 

Napoli Teatro Festival
Sik Sik, l'artefice magico (1929)
di Eduardo De Filippo
regia Pierpaolo Sepe
con Benedetto Casillo, Marco Manchisi, Roberto Del Gaudio, Aida Talliente
scene Francesco Ghisu
costumi Annapaola Brencia D'Apricena
coproduzione Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia, Fondazione Salerno Contemporanea-Teatro Stabile d'Innovazione
in collaborazione con Benevento Città Spettacolo
durata 40'
Napoli, Teatro Mercadante, 13 giugno 2013
in scena 13 e 14 giugno 2013

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