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Wednesday, 29 May 2013 05:59

PompeiLab, racconto di un'atmosfera

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In un versante di Pompei discosto ed eccentrico rispetto alle mete consuete del turismo archeologico e del devozionismo mariano, l’aria della domenica a mezza sera è pregna degli odori acri che pungono l’olfatto esalando dal Sarno; lì, nei pressi del fiume, insiste lo spazio del PompeiLab, varcato il cui cancello d’ingresso s’avverte la gradevole sensazione che le narici di colpo non siano più punzecchiate dal lezzo che suppura l’aria; eppure siamo all’aperto, eppure il Sarno è ancora li accanto; eppure, il luogo che ci accoglie reca impressa sul cancello una dicitura che lo qualifica come sede dell’apparato fognario… Avvertiamo netta la percezione di un contrasto.

Percezione d’un contrasto ad acuir la quale si staglia, mastodontico falansterio alle spalle del PompeiLab, l’enorme centro commerciale, formicaio in cui brulica e s’accalca un’umanità vociante e chiassosa. Lì dentro l’aria della domenica a mezza sera non punge esalando dal Sarno; lì dentro l’aria della domenica a mezza sera è quella che si riempie d’un brusio continuo che rimbomba e rintrona, fra il vociare convulso dei grandi e i capricciosi piagnucolii dei bambini. Monumento mastodontico all’incomunicabilità e all’alienazione del nostro tempo, eppure il centro commerciale (che, sia ben chiaro, non è ai nostri occhi il Leviatano da abbattere, ma solo una forma di concentrazione della società dei consumi di cui ci permettiamo di evidenziare qualche aspetto socialmente grottesco) vede ai suoi margini, piccola e vicina, un’alternativa di aggregazione: il PompeiLab, cui la mole mastodontica di suddetto falansterio fa ombra da presso.
L’atmosfera che si respira, una volta varcato il cancello del PompeiLab, è accogliente e piacevole e predispone ad un’offerta variegata, che va dal teatro, alla musica alla piccola esposizione di immagini delle attività precedenti. L’occasione ci è data dalla presentazione di una breve rassegna musicale e teatrale in quattro appuntamenti che, da qui alla metà di luglio, prenderà vita nello spazio pompeiano, proponendo quel che possiamo già anticipar essere – almeno per quella parte a noi già nota e sulla quale sentiamo di pronunciarci preventivamente – buon teatro.
A far da prodromo di scena, nella piccola sala riattata a teatro, assistiamo a Frattaglie e Remmasugli, che è rimasticatura di drammaturgia che non perde di gusto, perché a renderla pietanza fruibile in scena ci sono due attrici che ne fan pulsare l’essenza come carne viva, masticano, sputano, impastano, rimasticano, risputano, rimpastano la materia carnale di un napoletano che affonda le sue radici nella scrittura viscerale di Enzo Moscato, che in assito rivive per opera della compagnia I Teatri delle Sguelfe, nella fattispecie Cinzia Annunziata e Valeria Impagliazzo, le quali tengono egregiamente la scena, convincendo – e non per la prima volta – dell’ottimo lavoro di preparazione e formazione che c’è alla base.
Il testo, che affida uno sguardo diacronico sulla società agli occhi delle abitatrici di un bordello partenopeo che traversa le epoche, offre una visione dal doppio registro: quello storico generale e quello sociale specifico di una città che attraversa i secoli e le dominazioni, le invasioni e gli imbastardimenti, metafora d’una meretrice più volte violata e sfruttata, lusingata da false promesse e marchiata dalla taccia indelebile dell’ignominia.
I quaranta minuti di pièce reiterano tre repliche per soddisfare la richiesta di pubblico, prima di lasciare che la location della serata si sposti all’esterno e la musica di Pasquale Sorrentino e Claudio Domestico (altrimenti noto come Gnut) s’avvii a chiudere la manifestazione quand’ormai la mezzanotte è trascorsa da un pezzo e da un pezzo il frenetico andirivieni di automobili dal centro commerciale lì accanto ha già udito sopire i suoi echi.
Uscendo per andar via, l’aria della domenica, che intanto s’è fatta già lunedì, continua a pizzicare, ma quasi non ce ne rendiamo più conto.

 

 

Frattaglie e Remmasugli
di
I Teatri delle Sguelfe
con Cinzia Annunziata, Valeria Impagliazzo
lingua napoletano
durata 40'
Pompei (NA), PompeiLab, 26 maggio 2013

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