“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 20 October 2020 00:00

La rivolta dello schiavo contemporaneo

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Il teatro, a differenza del cinema, ha una sua ontologica urgenza mai mediata, una adesione più stretta con la realtà che lo circonda per la sua natura irrimediabilmente in divenire, come un costante interscambio di informazioni che cambia e lo cambia.

Spartacu strit viu’ non è un’eccezione, anzi conferma ampiamente la regola e la migliora: perché non solo nasce da un’urgenza particolarmente sentita, ma la àncora a riflessioni che riescono ad uscire dal contingente per farsi universali, unendo pubblico e privato in una messa in scena viscerale e vertiginosa.
La scrittura di Gallelli e Michienzi (il primo performer, il secondo regista) è ispirata alla lotta di Franco Nisticò, politico e attivista calabrese, originario di Badolato che per tutta la vita si è battuto per il miglioramento o quantomeno la messa in sicurezza della Strada Statale 106, collegamento extraurbano trafficatissimo e particolarmente insidioso quanto logisticamente importante che attraverso un percorso di 491 km collega la Calabria, la Basilicata e la Puglia, da Reggio Calabria a Taranto.
E già dal titolo lo spettacolo tende un filo che unisce passato e presente, legando Spartaco (il gladiatore ribelle che capeggiò la rivolta degli schiavi) e Nisticò, immedesimandoli nello stesso corpo scenico: e nello stesso tempo, lega una riflessione su temi larghi come la disoccupazione, il caporalato, i sogni infranti, la lotta politica, al problema sempre urgente, sempre di stringente attualità, della SS 106.
Tutto questo è reso nella maniera più vigorosa possibile con la impressionante forza scenica di Gallelli: unico attore, riesce a sgretolare l’esilità intrinseca delle parole trasformando il testo di partenza in un flusso di coscienza sporco, nerboruto, brutale, quasi violento ma mai aggressivo. Con una performance dalla forza contagiosa, strabiliante e imponente, Gallelli è Spartaco ma anche Nisticò, eppure passa da un personaggio all’altro muovendosi con imprevista dolcezza tra quotidianità e resoconto drammatico. Nelle sue parole passano soap opera, amore filiale e paterno, ribellione sociale, questo senza mai scendere a compromessi con ideologie o sottotesti a tema: salta la corda dall’inizio alla fine, senza mostrare stanchezza mostra la lotta intrinseca alla condizione umana che giorno per giorno affatica e strema mostrandone il sudore, la fatica, la stanchezza, che però mai si trasformano in rassegnazione. Portando in scena la fierezza di un uomo che diventa un popolo, sparigliando le coordinate logiche e frantumando i personaggi. Perché su quel palco prendono vita e forma tutti gli uomini e donne di ogni tempo, con i loro oggetti, amicizie, affetti, piccole gioie giornaliere, palpitanti di vita attraverso l’uso forzatissimo del dialetto − insomma una parabola umana che abbraccia con forza lo spettatore ma poi lo avvolge nel calore di un’emotività che non trasforma mai la lotta in violenza.





Innesti Contemporanei
Spartacu Strit Viù
scrittura scenica
Francesco Gallelli, Luca Maria Michienzi
regia Luca Maria Michienzi
con Francesco Gallelli
scene e costumi Anna Maria De Luca
disegno luci Luca Maria Michienzi
produzione Teatro del Carro, MigraMenti Badolato − Residenza Artistica della Calabria
lingua italiano, dialetto calabrese
durata 1h 15’
Squillace (CZ), Casa delle Culture, 16 ottobre 2020
in scena 16 ottobre 2020 (data unica)

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