“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 06 March 2020 00:00

Per cambiare discorso: il Decreto intercettazioni

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Mentre siamo tutti impegnati a fare ipotesi sulla durata della nostra vita e sul costo settimanale della baby-sitter, forse ci è sfuggita una notizia importante. La novità non viene dalla Cina e non è letale per l’uomo, ma è certamente pericolosa per alcuni suoi diritti fondamentali: il 25 febbraio è stato approvato il Decreto intercettazioni, che dà ai Pubblici Ministeri in un processo penale un nuovo potere sulla vita privata dei cittadini indagati. Il Tribunale può ordinare l’installazione, sui dispositivi utilizzati dai sospetti di alcuni reati, dei cosiddetti “trojan”, software che trasformano lo smartphone in uno strumento di video-ascolto integrale della vita del sospetto. In sé, non sembra neanche una cosa orribile, se non si fanno alcuni approfondimenti.

Primo – la norma prevede che il captatore informatico possa ‘trojanizzare’ non solo il pubblico ufficiale, ma anche il semplice “incaricato di pubblico servizio”, quindi un qualsiasi dipendente pubblico. Si tratta di una categoria di persone senza grandi poteri discrezionali e senza laute retribuzioni: infermieri, giardinieri del Comune, postini, bidelli, custodi del cimitero. Ne consegue che sono intercettabili decine di migliaia di persone, captando le conversazioni delle quali si ascolteranno di conseguenza quelle dei loro familiari e amici, anche nel loro domicilio.
Secondo – il trojan non è un semplice registratore di telefonate. È un software che trasforma il telefono in un video-microfono, che registra le conversazioni telefoniche, il traffico Internet, i colloqui con l’avvocato (sì, si può fare anche questo), i dialoghi casalinghi, i gemiti durante gli amplessi, forse anche il video degli amplessi, se si appoggia nel modo sbagliato lo smartphone sul comodino.
Terzo – la vita privata del cittadino finirà nelle mani non dico dello Stato; non dico di un P.M. con nome e cognome, concorso pubblico e giuramento sulla Costituzione; non dico di un cancelliere del tribunale, ma di una platea di persone e imprese private ampia e sconosciuta. Infatti, non avendo le procure sufficienti risorse interne per la gestione di questi sistemi, le procure devono appaltarla a società private. Quindi, se siete dipendenti pubblici (o se lo è il vostro coniuge), la vostra vita potrebbe essere video-ascoltata da un tecnico informatico ventenne neo-assunto, che potrebbe essere anche il vostro dirimpettaio di pianerottolo. Perciò, se questi non riesce trattenere il sorriso in ascensore, sappiate che a favore sono stati 304 deputati, contrari 226 e astenuto uno solo.
Quarto – dal 1° gennaio a oggi, centinaia di persone sono state già processate, pertanto risultano assoggettate alla negazione della prescrizione, per la quale dobbiamo ringraziare ancora il nostro Ministro della Giustizia. La loro vita è, da ora e pressoché per sempre, consegnata in mano a un sistema che ha tutti i difetti di cui sopra.
Quinto – mentre con la legge precedente si poteva essere intercettati solo per delitti gravi come mafia e terrorismo, ora bastano sospetti per reati contro la pubblica amministrazione se prevedono una pena di cinque anni. Non è forse troppo poco per giustificare il possesso da parte di persone sconosciute di informazioni così intime che ci riguardano?
Sesto – sul voto in Parlamento è stata posta la questione di fiducia. Chiunque segua anche sommariamente la politica è conscio della forzatura che il Governo opera sottraendo a un provvedimento la discussione e la serenità del voto che l’iter ordinario gli avrebbe concesso. E ciò soprattutto se la norma riguarda le libertà e i diritti inviolabili che la Costituzione garantisce al cittadino. Se il Parlamento avesse votato contro, il Governo avrebbe dovuto dimettersi, la qual cosa sarebbe stata estremamente dannosa nel momento in cui ci troviamo. Mentre il Paese e il mondo intero sono invasi dal timore di un’infezione mortale, mentre la maggioranza traballa, minata da fronde parlamentari che, per un dispettuccio, possono far cadere l’esecutivo, si violano così pesantemente i diritti costituzionali senza modificare la Costituzione.
Settimo – questo provvedimento è stato inserito non in una legge, ma in un decreto. Chiunque abbia studiato almeno i rudimenti del diritto sa che le due fonti giuridiche hanno valenza, effetto, origine e giustificazione ben diversa. Semplificando, una fonte “inferiore” (il decreto) non deve contraddire una fonte “superiore” (la legge) né tantomeno la fonte “massima” del diritto (la Costituzione) e questo decreto lo fa eccome, visto che la Carta garantisce ben altri diritti al cittadino italiano (si veda per esempio, l’art. 15, c. 1 e l’art. 111, c. 4).
Ottavo – in questi giorni, mi sono ritrovato dalla stessa parte di Renzi e Berlusconi e questa condizione configura in me un dramma politico, personale, umano, che oltrepassa l’allergia per sconfinare nell’intolleranza. Il tutto grazie al Ministro e al suo Partito che, cercando di dimostrare ai loro elettori di voler fare giustizia, permetteranno l’accadere di cose piuttosto ingiuste.
Nono – vi lascio con un aneddoto, triste e tristemente vero. Mentre raccontavo questa cosa a cena sabato, un commensale ha alzato le sopracciglia e si è ammutolito, come se si fosse ricordato improvvisamente di una cosa importantissima – il gas spalancato, il rubinetto aperto, i figli sotto la pioggia – ma dopo un po’ ho capito che non era successo nulla di tutto questo. Dopo qualche secondo, l’uomo mi si è avvicinato e, con voce fioca, ha detto: “Mia moglie fa l’infermiera... nei turni di reperibilità deve tenere il cellulare in camera da letto, acceso tutta la notte”.
Poi ha poggiato la forchetta e mi ha chiesto di versargli un po’ d’acqua. Ma voi non pensateci: vostra moglie non fa l’infermiera, vostro marito non fa il capotreno, voi non avete commesso alcun reato. E, anche se fosse, non pensateci comunque: non si sa mai che, prima o poi, qualcuno trovi il modo di intercettare il vostro pensiero, la vostra immaginazione, a scopo di prevenzione del reato.
Decimo – se ora state riflettendo su quanto stiamo pagando i vantaggi della tecnologia e le comodità della demagogia, prima di fare inutili sforzi che comunque non vi farebbero cambiare abitudini e orientamento, ricordatevi di queste parole: “Per l’uomo c’è una sola alternativa: scegliere tra la libertà e la felicità, e la maggior parte degli uomini, tra le due, preferisce la felicità” (George Orwell, 1984, 1948).

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