“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 22 October 2018 00:00

Smashing Pumpkins: rito di una generazione dolente

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Una narrazione musicale ed esistenziale epica. Questo, soprattutto, è stato il lunghissimo concerto degli Smashing Pumpkins alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna), abituata oramai ad ospitare kermesse di alto livello. Ultima tappa del loro world tour, Shiny & Oh So Bright Arena Tour che − come ha detto un Billy Corgan di buon umore − ha toccato venti città tra Stati Uniti e Canada e due sole in Europa: Bologna, insieme alla capitale della musica europea Londra, è stata dunque baciata dalla fortuna. Sì, perché la band ha suonato divinamente, Corgan era in forma strepitosa e addirittura l’acustica del grande globo felsineo, di solito non eccelsa, era ottima.

Dopo alcuni album non indimenticabili e dopo diversi tour in cui la voce di Corgan non sempre era risultata convincente gli Smashing Pumpkins sono tornati, per celebrare il loro trentennale, in formazione originaria (eccezion fatta per la sempre da me amatissima D’Arcy Wretzky, uscita dal gruppo venti anni or sono). C’erano infatti, oltre al sempre più carismatico leader Billy Corgan, James Iha alla chitarra e Jimmy Chamberlin alla batteria. Dal singolo recentemente pubblicato, Solara, si capisce che la musica − rispetto, sostanzialmente, all'ultimo decennio − è cambiata e che nuove vibrazioni, però intonate all'anima originaria del gruppo, sono tornate. Non dev'essere un caso che ciò sia avvenuto a seguito del ritorno in studio dei tre fondatori e della scelta di Rick Rubin come produttore: il Re Mida delle case discografiche, e di successi radiofonici e di vendite, ha infatti lavorato con loro all'ultimo album, in uscita a breve, e si vede. Rinnovate energie; una ritrovata vitalità.
La musica degli Smashing Pumpkins è musica della East Coast, è musica che parte sì da suggestioni grunge − allora, alla fine degli anni ’80, in forte diffusione − ma che attinge alla psichedelia, all’hard rock di sabbathiana memoria, al dark e a certi scenari underground tinti di dream pop. Un mélange complesso, eppure granitico e suggestivo, che nei primi tre album è stato molto convincente. Gli Smashing Pumpkins sono riusciti a raccontare il disagio esistenziale di un decennio che aveva perso i punti di riferimento ideali e le certezze politiche di quasi mezzo secolo, ma hanno raccontato anche il disagio personale della solitudine e dell’abbandono, vissuti da William Patrick Corgan, i cui genitori si separarono quando egli aveva due anni: da allora la sua infanzia ha significato crescita in giro con parenti vari e, ogni tanto, ritorni dal padre che nel frattempo continuava a sposarsi e a separarsi. Corgan ha vissuto diverse fasi depressive importanti, infatti: dai suoi testi, delicati e violenti, emerge un dolore esistenziale grande, una altrettanto grande sensibilità, una rabbia che si sublima nella musica e anche nel protagonismo ludico e scanzonato cui dà luogo col suo alter ego artistico. Tant'è che si vedono in questo concerto proiezioni di un Corgan a metà tra il mago e il santo, tra il cabarettista e l’imperatore; si vede una sua ritrovata serenità.
Anche per tali vibrazioni positive questo è un concerto che soddisfa appieno. È un evento per chi, come la sottoscritta, ha trascorso − dopo la formazione adolescenziale con i monumenti della storia della musica rock in tutte le sue venature − la propria giovinezza, intersecata nell'attualità estetica, musicale, introspettiva e pure sociale, con gruppi quali i Radiohead, i Pearl Jam, i Nirvana, gli Smashing Pumpkins, i Red Hot Chili Peppers, i Dream Theater (per citare i primi che mi vengono in mente). Vedere quindi una di queste band ricca di inalterato vigore e con tanto da dire, dopo trent'anni, è stato toccante. Al di là del dato soggettivo, anagrafico ed emotivo, l’esibizione è stata fenomenale. Ammetto che non mi aspettavo tale performance: un rito gothic, ma anche pop; un rito dal primo all'ultimo minuto, una resistenza rock e una coesione artistica invidiabili. Quest'evento è stato anche un'auto-agiografia di Billy Corgan che ha scelto di far proiettare all'inizio decine di fotogrammi di lui da piccolo e poi adolescente sulle note di Disarm, che apre di fatto il rituale celebrativo.
I pezzi in scaletta sono stati trentadue. Tra essi anche tre cover: c’è stato l’omaggio a David Bowie con una bella interpretazione di Corgan di Space Oddity, c’è stata una fedelissima esecuzione di Stairway to Heaven dei Led Zeppelin (con mancato acuto nel finale, però... ) ed è avvenuto il piuttosto inatteso omaggio ai Fleetwood Mac, attraverso la tenera Landslide. E poi tanti brani da quel capolavoro artistico degli anni ’90 (l’album forse più rappresentativo di quella sofferente, complessa decade, insieme a Ok Computer dei Radiohead) che è Mellon Collie and the Infinite Sadness, che è un doppio concept album struggente: intimista ed espressionista assieme.
L’apice della serata è stato tuttavia in canzoni come Stand Inside Your Love e Ava Adore; ancor più, in Disarm, Today, Cherub Rock − tratti da quell'altro album magnifico che è Siamese Dream − e Muzzle, Zero, Thity-three, Tonight, Tonight (perfetta, apollinea) e ancora con l’apocalittica Bullet with Butterfly Wings, la cui inquietudine noir risuona ancora intatta. Il rito si è poi  chiuso acusticamente con Baby Mine di Betty Noyes: una dolce buonanotte dopo il fuoco della serata, grazie al quale l'anima resterà accesa a lungo.
Vampiri e fiamme per uscire, finalmente, dalla gabbia con ali di farfalla.


The world is a vampire, sent to drain
Secret destroyers, hold you up to the flames
And what do I get, for my pain?
Betrayed desires, and a piece of the game

Even though I know, I suppose I'll show
All my cool and cold, like old job

Despite all my rage I am still just a rat in a cage

(Bullet with Butterfly Wings, 1995)







The Smashing Pumpkins

Shiny & Oh So Bright Arena Tour
voce e chitarra William Patrick Corgan
chitarra James Iha
batteria Jimmy Chamberlin
basso Jack Bates
tastiere Katie Cole
chitarre Jeff Schroeder
Casalecchio di Reno (BO), Unipol Arena, 18 Ottobre 2018

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