“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 23 September 2017 00:00

I "gender hacker" dei Motus

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Quest’anno per Short Theatre, l’appuntamento teatrale che precede l’inizio della stagione romana, il direttore artistico Fabrizio Arcuri ha scelto il tema Lo Stato Interiore che descrive come: “Un’ecologia del sé come Stato Interiore, nell’accezione politica di stato, in relazione alla nostra condizione individuale di territorio con i suoi valori, i suoi confini e la sua libertà”.

La ricerca del sé, posto nella condizione di domandarsi se gli strumenti che ha avuto sono stati “adeguati” per capire il ruolo che ha nel mondo, si articola come scoperta insaziabile di nuovi, o rinnovati, strumenti: il teatro, la letteratura, l’arte richiamano un pubblico curioso e avvezzo alla sperimentazione.
Tra gli eventi più attesi in calendario c’è Über Raffiche (nude expanded version), ultimo lavoro dei Motus e remake di Splendid’s (da Jean Genet, 2002). Con questa ripresa dell’opera di Genet la compagnia romagnola si è cimentata nello sviluppo di una trama e nel ricorso cospicuo alla parola per raccontare una storia di attivismo: le Raffiche sono un gruppo di “gender hacker" votato alla resistenza al regime di dominio e di controllo eterosociale; giunto al culmine della fama − conquistata attraverso azioni di protesta pubblica − con l’occupazione di una suite d’hotel il gruppo inizia un processo di disgregazione che rivela la debolezza dei sui membri fino alle estreme conseguenze.
In Über Raffiche c’è molto dialogo, cervellotico testo, e un accenno di movimento, rimuginato passo, perlopiù pacato. La forma, sempre al centro della loro ricerca, è qui mutuata in tableaux vivant ordinatissimi, inseriti in una scatola visiva e sonora: l’affascinante scenografia solleva allo stato tridimensionale poltrone, divano, letto, già sagomati sul tappeto fucsia che fa da elemento unificante al fuori scena evocato dalla radio che alterna gli aggiornamenti in tempo reale del Tg e una playlist di sottofondo.
Le otto performer riducono la portata di sfrontatezza fisica che ci aspettavamo − fors’anche ingenuamente − di trovare, lavorando sulla costruzione didascalica di personaggi tra loro alleati o in conflitto. Così scopriamo intrecci amorosi, giochi di potere, tradimenti, le dinamiche interne di un clan che si descrive coerente e saldo. E a mano a mano che ci disilludiamo si tratti di una guerra fredda tra le Raffiche − tanto somiglianti a terroriste armate − e il mondo esterno − il nostro mondo per la precisione − vediamo insorgere la guerra interna, tutta giocata in un “balletto” di occhiate e duelli irrisolti. E questa tensione, in verità monotonale, annoiata, sembra suggerire che molto di diverso non c’è tra queste donne dai nomi maschili, che si sono auto-elette guerriere di genere e paladine di un corpo libero, e quel famoso nostro mondo in cui i patti umani sono stati traditi e la civiltà è giunta al termine di se stessa. Il tono con cui si conclude lo spettacolo è lo stesso dell’inizio: non c’è climax, come se tutto nello sviluppo fosse previsto se non addirittura atteso.
Über Raffiche racconta questo: un’azione di lotta socio-politica andata male, tentando anche una ridefinizione del concetto di erotismo, nonché una scossa allo stato di finzione/azione del palcoscenico − non del tutto riuscita − spogliato di quinte. E lo fa in loop, soluzione che, anche questa, lascia perplessi sulla riuscita dell’esperimento; lo spettatore infatti può assistere per tre ore allo stesso spettacolo (della durata di un’ora) ripetuto per tre volte senza interruzioni, o può anche decidere di interrompere il loop e uscire dalla sala. Potrebbe essere questo un modo per leggere l’operazione: un circolo vizioso che fa coincidere l’inizio con la fine nello spazio neutrale (nude version) del teatro. Ma è difficile, in verità, accettare da una compagnia nota, nel panorama nazionale e internazionale, per l’importanza della vitalità corporea e della politicità dell’atto performativo, una prova tanto “quieta”.  

 

 

 

 

 

 

Short Theatre
Über Raffiche (nude expanded version)
dedicato a Splendid’s
di Jean Genet
regia Enrico Casagrande, Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni, Ilenia Caleo, Sylvia De Fanti, Federica Fracassi, Ondina Quadri, Alexia Sarantopoulou, Emanuela Villagrossi, I-Chen Zuffellato
voce della radio Luca Scarlini, Daniela Nicolò
testi Magdalena Barile, Luca Scarlini
progettazione scenica Andrea Nicolini
produzione Motus
con Santarcangelo Festival
con il sostegno di MiBACT, Regione Emilia Romagna
lingua italiano, inglese
durata 1h
Roma, La Pelanda (Macro Testaccio), 13 settembre 2017
in scena 12 e 13 settembre 2017

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