“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 05 September 2017 00:00

Misteri e memoria

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GUL: il giallo e il nero. GUL: Stoccolma, 1986, un politico viene ucciso e non si sa da chi. Olof Palme, Primo Ministro svedese, socialdemocratico, viene assassinato in pieno centro mentre si accinge a far ritorno a casa insieme alla moglie Lisbet dopo essere usciti dal cinema. Molti i testimoni, nessun colpevole. Un caso ancora oggi irrisolto.

Lo spettacolo parla di un mistero: chi ha ucciso Olof Palme? Il mistero, così come il dolore, è universale. GUL, parlando di un mistero e di un dolore svedesi riesce a parlare anche dei nostri misteri e dei nostri dolori, di ciò che rimane impresso nella nostra memoria, individuale e collettiva, come rimane impressa una cicatrice che procura dolore e rabbia. La loro memoria diventa così la nostra memoria.
Lo spettacolo appare complesso all’inizio, difficile entrarci in relazione: l’immagine del volto dell’attrice immersa nel buio colpisce e allo stesso tempo allontana. Nella prima parte è una poliziotta sulla scena del delitto, poi diventa la moglie della vittima, infine la personificazione dell'assassino.
Arriva forte, come ad un  punto arriva l’urlo dell’attrice, la sensazione che questo spettacolo parli di tutti noi, parli dello strazio umano di fronte alla morte, dell’universalità di questo strazio. Colpisce molto come il ricordo di un momento romantico della coppia − di fronte una fontana, a Roma, durante il viaggio di nozze − diventi improvvisamente l’immagine della tragedia. La forza dell’evocazione, il sangue che sgorga come lo zampillo di quella fontana. Il ricordo e la memoria evocata fanno emergere ricordi che possiamo ricondurre anche al nostro vissuto, quando affiorano alla mente anche i momenti più dolorosi. Gemma Carbone è stata capace di fondere un momento bellissimo con un istante terribile.
Il gioco di luci è stato in grado di mettere in evidenza i momenti e i dettagli della storia, rafforzando attraverso l’iilluminazione del volto dell’attrice, la rabbia, la paura, lo sgomento, il senso di fallimento (“Ho fallito”), la sconfitta.
Il giallo è il colore dominante, insieme al nero: giallo e nero nelle luci, nella scena, negli abiti e negli accessori. Altro momento-chiave: l’attrice butta giù una betulla, giocando simbolicamente con una frase di Licio Gelli che, in un messaggio inviato tre giorni prima della morte di Palme, anticipa a un deputato repubblicano statunitense “che la palma svedese verrà abbattuta” (la palma/Palme nella messa in scena diventa perciò una betulla, albero tipico della Svezia).
È qui che lo spettacolo improvvisamente diventa il nostro, quando l’indagine sembrava essersi conclusa con l’arresto di “un uomo qualunque”, un pregiudicato nazistoide prima condannato e poi prosciolto per mancanza di prove: il fatto diventa e da allora resta a tutti gli effetti un mistero di Stato che coinvolge anche l’Italia, Gladio, la P2. Il mistero di GUL incarna un mistero in comune e ha dentro le nostre storie, i nostri casi irrisolti, che siano privati o collettivi.
“Io so ma non ho le prove”. La Svezia sa ma non ha le prove; il mondo sa ma non ha le prove; Andria sa ma non ha le prove.
GUL, 12 luglio 2016: Ferrovia Andria-Barletta, un tragico incidente ferroviario, un caso ancora irrisolto, le tinte del mistero condiviso, molti i testimoni, nessun colpevole: il nostro giallo e il nostro nero.



Pio Losito
Maria Pilato
Nadia Troia
Angela Zicolella




Festival Internazionale Castel dei Mondi
GUL
Uno sparo nel buio
da un'idea di Gemma Carbone
con Gemma Carbone
scritto da Giancarlo De Cataldo, Gemma Carbone, Giulia Maria Falzea, Riccardo Festa
assistenti alla regia Giulia Maria Falzea, Riccardo Festa
musiche Harriet Ohlsson
costumi Marika Hansson
consulenza artistica Salvatore Tramacere
ricerca attoriale in collaborazione con Marco Sgrosso
produzione Cantieri Teatrali Koreja
con il supporto di Konstnärsnämnden, ABF, Teatro Dimora l'Arboreto, Armunia – Centro di residenza artistica Castiglioncello – Festival Inequilibrio, Residenza IDRA
coproduzione Naprawski (SWE)
organizzazione Laura Scorrano, Georgia Tramacere
paese Italia, Svezia
lingua italiano, svedese
durata 1h
Andria (BAT), Palazzo Ducale, 3 settembre 2017
in scena 3 settembre 2017 (data unica)

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