“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 19 June 2017 00:00

Madame La Molière, "Chi è costei?"

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Se il nome di Jean-Baptiste de Molière è universalmente conosciuto anche da chi non ha mai messo piede in un teatro, non gode, invece, della medesima notorietà quello di madame La Molière la cui esistenza, sin dal principio, è avvolta nell'oscuro mantello del mistero. Possiamo affermare che le luci della notorietà si sono affacciate sulla fanciulla in questione quando il suo nome, e la sua persona, si sono congiunti con quello del signor de Molière, ma possiamo altresì sostenere con una certa sicurezza che nel medesimo istante in cui lei, grazie a questa unione ha iniziato a risplendere di luce riflessa, lui,  l'immortale commediante del re, il re dei drammaturghi francesi, da questo matrimonio acquisì a titolo di dote muliebre non poche delle ombre sinistre che l'hanno accompagnato fino alla morte ed oltre quest'ultima.

Su chi fosse veramente: Françoise Béjart, alias Menou, alias Armande Béjart, alias La Molière, non ci sono certezze, ma molte ipotesi, alcune delle quali assai illustri. Michail Bulgakov, nella magnifica opera biografica Vita del signor de Molière, intitola il capitolo 18 di quest'opera: "Chi è costei?"; descrivendo nei minimi dettagli un matrimonio celebrato molti anni prima, il 20 febbraio del 1662, nella chiesa di Saint-Germain-l'Auxerrois dove, al fianco di un ingobbito e tossicchiante Jean-Baptiste de Molière, si vede una ragazza di circa vent'anni avvolta in un velo da sposa: "Bella non poteva dirsi – troppo grande la bocca e troppo piccoli gli occhi – ma assai attraente e civettuola. Vestita all'ultima moda la ragazza teneva il capo proteso con fierezza all'indietro". Il contratto di nozze – ci illustra l'autore russo – precisa chiaramente che la sposa, Mademoiselle Armande-Claire-Elisabeth Béjart è la figlia della signora Marie Hervé, madre anche di Madeleine Béjart. Ma qualcosa non torna, in realtà più di qualcosa, e Bulgakov affonda la sua penna nei meandri di un passato in cui non è facile districare i fatti storici dal mero pettegolezzo. Armande è veramente la sorella di Madeleine? O forse è la figlia? Al di là dei documenti ufficiali sembrano tutti più che persuasi dalla seconda ipotesi. E se dobbiamo credere al fatto che sia la figlia, sorge allora il problema di chi possa essere il padre. Le fonti fanno risalire il primo 'flirt' tra Madeleine e Molière proprio a circa vent'anni prima, la medesima età della sposa. È quindi possibile sospettare che il re dei commedianti, quel 20 febbraio del 1662, abbia condotto sull'altare il frutto della sua unione con Madeleine? È, quindi, possibile che il commediante del re, abbia sposato la sua stessa figlia?
Il sospetto è elevato, e lo è oggi come lo era allora, e se oggi la sola ipotesi dell'immondo connubio desta scalpore, provatevi ad immaginare che effetto abbia potuto suscitare nel 1662, una delle epoche più bacchettone di tutta la storia francese, in cui La cabala dei bigotti aveva accerchiato il trono di Luigi XIV esercitando su di esso una tanto venefica quanto efficace influenza.
In questa rappresentazione – portata in scena al Teatro Nuovo di Napoli per la decima edizione del Napoli Teatro Festival Italia – il regista Giuseppe Sollazzo fa propria la domanda posta da Bulgakov: "Chi è costei?", raccogliendo una sfida che si addentra negli stretti e tortuosi meandri del passato per giungere ad una prospettiva di più ampio respiro in cui non è più "costei" il centro della ricerca, ma l'amore di "costei"; l'amore di un'attrice verso il teatro e, quindi, necessariamente, verso le grandi menti che ne hanno illuminato la scena.
Il campo scelto da Sollazzo è il teatro, e in quel campo scenderà una sola attrice (una magnifica e perfetta Marieva Jaime-Cortez) chiamata a dare spessore e tridimensionalità alle molteplici sfaccettature di una personalità complessa che occupa l'intera scena.
Da una dimensione spazio/temporale indefinita una donna vestita da astronauta muove i suoi passi sulla scena seguendo un percorso che dal tempo più o meno determinato sfocia nell'eternità del futuro. La donna recita una parte, si tratta della Principessa d'Elide di Molière, il suo è il ruolo della protagonista, e quel ruolo sembra occuparle l'esistenza. Sullo sfondo prende a poco a poco forma l'universo seicentesco francese, tra verità storiche e pettegolezzi di palazzo la vita dell'attrice interrompe con prepotenza il suo recitare, è chiamata a raccontarsi e a svelarsi. Molti sono i 'copioni' scritti su di lei e, veritieri o fasulli che siano, bisogna raccontarli tutti.
Marieva Jaime-Cortez con una performance che potrebbe essere paragonata alla mitica danza dei sette veli, impersona tutte Les Molière, assecondando ogni diceria: è l'egocentrica Menou, l'infedele Armande, la vedova straziata dal dolore e la vedova allegra subito pronta a lenire il proprio dolore. È tutto un giuoco, una beffa, è teatro signori! È la più grande attrice di quel tempo che recita le proprie vite. Un teatrino posto sull'assito manifesta le intenzioni: un teatro, nel teatro che mostra il teatro. Sul fondo l'immagine di Luigi XIV osserva affascinato i mille volti di un'attrice, in platea si coglie negli sguardi degli spettatori la medesima fascinazione, è la prova che con il passare dei secoli non si è attenuata l'alchimia, le candele non si sono spente e la scena non è sprofondata nel buio, la notte in cui Molière è morto.                                
Tornando a La Moliere e al suo rapporto col suo celebre marito, la risposta personale di Sollazzo mi sembra supportata sia dalla logica matematica che da quella della passione. Armande Béjart è stata una grande attrice, figlia di Madeleine Béjart anch'essa attrice di gran talento, è cresciuta in una famiglia singolare in cui la passione ardente per il teatro si tramandava di generazione in generazione. Armande Béjart amava profondamente il teatro, e dato che a quel tempo il teatro era Molière, Armande Béjart ha sposato e amato la sua più grande passione.
In un finale davvero commuovente, Marieva Jaime-Cortez si spoglia dell'ultimo velo e, nella sua nudità, mostra la sua essenza. Grazie ad un gioco di prospettive la vediamo distesa sulla nuda terra che ricopre i resti mortali del grande commediografo, circondata da rose rosse invia un saluto d'addio a Molière, ad Artaud, a Pina Bausch, al suo più grande amore: il teatro.
Si spengono le luci, la scena sprofonda nel buio, e noi abbiamo avuto la risposta per la quale ci siamo riuniti questa sera in questo luogo. Chi è costei? Una grande attrice! Fine della storia.

 




Napoli Teatro Festival Italia
La Molière
drammaturgia e regia
Giuseppe Sollazzo
con Marieva Jaime-Cortez
impianto scenico Lili Kendaka
costumi Annalisa Giacci
disegno luci Guido Levi
movimenti coreografici Gabriella Stazio
aiuto regia Rebecca Salmoni
assistente alla regia Chiara Di Girolamo
assistente volontaria alla regia Elena Paoletti
materiale di scena Peroni
realizzazione costumi Lorenzo Zambrano
realizzazione oggetti scenici Francesco Davide, Renato Delehaye, Massimo Nota
produzione Associazione Jules Renard
paese
Italia
lingua francese (con sovratitoli in italiano)
durata 1h 15'
Napoli, Teatro Nuovo, 16 giugno 2017
in scena 15 e 16 giugno 2017

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