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Wednesday, 28 September 2016 00:00

C.Re.S.Co., lettera aperta alla Regione Puglia

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Il Coordinamento delle realtà della Scena Contemporanea (C.Re.S.Co.) della Puglia ripropone alla Regione e a tutti i soggetti dello spettacolo dal vivo questioni fino ad ora rimaste inevase. La Regione Puglia, che si era proposta come un modello di sistema teatrale virtuoso, con esperienze felici come quella delle residenze dei Teatri Abitati o come il Festival StartUp di Taranto, si trova a vivere oggi una situazione di incertezza culturale e programmatica.

Dopo l'insediamento della giunta Emiliano, le problematiche sul tappeto, ancorché a più riprese riproposte, rimangono tuttora in attesa di una risposta.
Il Pickwick riceve e pubblica la lettera aperta con cui il Coordinamento C.Re.S.Co. della Puglia ribadisce le questioni ancora aperte, reclamando le risposte dovute, avanzando proposte concrete.

"Il difetto peggiore della cultura in Puglia oggi è che viaggia in controtempo. È ancora troppo presto per parlare della lineaquattordiciventi, cioè del piano di fondi europei che andrà dal 2014 al 2020 (si continua ad usare il futuro anche se siamo nel 2016), ma è troppo tardi per parlare delle assegnazioni destinate allo spettacolo dal vivo per l’anno in corso". L’attuale situazione sfiora il paradosso secondo il Coordinamento delle realtà della scena contemporanea (C.Re.S.Co.) della Puglia, che riunisce dodici compagnie teatrali delle varie province. "Solo ad agosto si è avuta notizia dell’assegnazione (ancora parziale) ai soggetti iscritti all’Albo, con festival e rassegne saltate o rinviate, mentre sono rimaste escluse tutte quelle realtà che pur non raggiungendo ancora i parametri minimi di accesso, sono portatrici di linfa per i loro territori di riferimento", proseguono. Il Fondo Unico Regionale dello Spettacolo, stanziato dal Bilancio regionale 2016 è di 1.735.050. Nel 2015 era di 2.941.150. In un solo anno la riduzione dell’investimento regionale è stata del 41%, oltre un milione di euro in meno. "Come potranno le compagnie iscritte all’Albo immaginare di consolidarsi e quelle non iscritte pensare di raggiungere i parametri dell’iscrizione? Come può alla luce di queste riduzioni un sistema culturale crescere e diventare generativo? Cosa impedisce oggi – come avvenuto dal 2010 dopo una drastica riduzione di circa il 50% – di destinare risorse comunitarie a progetti che pure sono orientati al raggiungimento di obiettivi europei?", si chiedono dal C.Re.S.Co. Secondo gli operatori culturali pugliesi è in gioco la sopravvivenza del servizio culturale che molte realtà hanno assicurato ai loro pubblici negli ultimi anni. "Secondo noi è giusto che un intero sistema si ponga e ponga delle domande. Com’è possibile che quelle che per anni sono state considerate priorità per la Puglia – che nelle dichiarazioni degli amministratori sono la cultura, lo spettacolo, l’arte – debbano fare i conti con un taglio di oltre un milione di euro? Questo può voler dire due cose: o che le priorità sono state risolte ed è giusto allora dedicare le risorse ad altro; oppure hanno smesso semplicemente di essere priorità perché altre più urgenti hanno richiesto attenzione. Si può in coscienza affermare oggi che la Puglia può risolvere e affrontare le urgenze molteplici che la attraversano senza processi culturali partecipati, di cui lo spettacolo dal vivo è cardine innegabile? Queste sono solo alcune delle domande che ci poniamo e che estendiamo a tutti i soggetti dello spettacolo dal vivo e alla Regione Puglia. La nostra proposta è una riscrittura collettiva delle priorità e delle possibilità di questo territorio".

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