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Sunday, 17 July 2016 00:00

La rana ha sempre ragione

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Come raccontare qualcosa che mi è sembrato meraviglioso e poter restituire a chi legge quella meraviglia?

C’era una volta...  un sipario altissimo e di un rosso brillante che viveva sul palcoscenico di un famoso teatro di Napoli. Un giorno il sipario ingoiò una cantante vestita di un rosso mantello che aveva appena terminato la sua prima esibizione sul proscenio. La cantante scomparve davanti agli occhi del pubblico stupefatto come se il suo corpo si fosse sciolto diventando liquido. Dopo aver ingoiato il sonoro pranzetto, il sipario si ritirò da un lato ondeggiando morbidamente fino a sparire.
Rivelò così di aver nascosto per molto tempo una stanza tetra e buia, come una caverna, nella quale vivevano cose, persone e creature di ogni genere: un violinista che sapeva anche danzare col suo violino, una pianista alla quale ricrescevano in un secondo braccia e capelli e aveva il corpo talmente morbido che si piegava all’indietro, un servo piccolo e buffo, un uomo grosso e minaccioso, una donna che viveva in alto su una creatura dagli occhi luminosi.
La donna e la creatura osservavano tutto muovendosi sopra alla stanza e qualche volta scendevano a rimettere ordine e rimproverare. La creatura che sembrava una ninfa, si nutriva di luce che succhiava con una cannuccia da un acquario. La vasca piena d’acqua era il rifugio della pianista che vi si sdraiava dentro o ci si infilava a testa in giù. Ma in quella stanza, come ho detto prima, vivevano anche le cose e il piano suonava da solo, i piatti si moltiplicavano e si muovevano, il cappotto sceglieva su chi stare e la scala a chiocciola girava e girava che sembrava salire sempre più in alto.
Tutto era caos e disordine.
Si litigava per cose di poco conto e si tentava di sconfiggere l'oscurità con la fantasia. Con uno spintone i corpi rotolavano e si contorcevano. Tutti erano in qualche modo capaci di volare, volteggiando su cavi e macchine. Poi all'improvviso un'enorme rana bianca apparve per rimettere tutto in ordine perché era solo lei ad avere ragione.
James Thierrée porta al Napoli Teatro Festival Italia una favola in cui tutto ciò che è raccontato si vede e si sente ma non ha bisogno di essere capito. Lo spettacolo musicale, che non utilizza parole comprensibili ma si serve della voce come di uno strumento proprio dell'essere umano, cerca di colpire il pubblico con l'atmosfera fantastica creata dalla scenografia e dalle luci, con le acrobazie degli artisti in scena, con le trovate clownesche e i suoni. Tra gli interpreti un solo attore, con lui ci sono una cantante, una contorsionista, un performer, una danzatrice e poi Thierrée che è regista, scenografo, acrobata, clown, danzatore.
Teatro che si fa con il corpo, spingendolo oltre i limiti. Spettacolo in cui una gamba che pare senza ossa vale più di un verso di un poeta. La grenouille avait raison ha tanto del circo ma anche tanto del teatro e riesce a creare nella fusione dei due generi di spettacolo un’esperienza affascinante per lo spettatore, qualsiasi età esso abbia. Lo spettacolo, infatti, si ispira al mondo e alla letteratura per l’infanzia ma non è riservato ai bambini, forse al Bambino che ognuno è stato e che segretamente continua ad essere quando immagina di poter spiccare il volo o di respirare nell’acqua o di illuminare il buio con la propria fantasia o con l’ingegno. Quando costruisce macchine o riesce a dare la vita a creature nuove su questa terra. Quando non ha paura di usare la propria creatività.
Regina della scena Valérie Doucet, contorsionista-clown che cattura gli sguardi di tutti e riesce a rendere possibile l'impossibile.
La platea del Teatro Bellini si è divisa in due: da un lato quelli che si sono alzati in piedi per applaudire, dall'altro quelli che sono rimasti seduti. Da un lato chi come me è rimasto dispiaciuto perché avrebbe voluto che lo spettacolo continuasse ancora e ancora e − dall'altro − chi, come il critico seduto accanto a me, ha esclamato: “Pure il bis, che esagerazione!”




Napoli Teatro Festival Italia
La grenouille avait raison
testo e regia James Thierrée
con James Thierrée
e con Valérie Doucet, Mariama, Yann Nedelec, Thi Mai Nguyen, Samuel Dutertre
scenografia e musiche originali James Thierrée
costumi Pascaline Chavanne
marionette Victoria Thierrée
luci James Thierrée, Alexandre Hardellet
suono Thomas Delot
produzione e cordinamento Emmanuelle Taccard, Sidonie Pigeon/La compagnie du Hunneton
in coproduzione con Théâtre de Carouge-Atelier de Genève, Célestins-Théâtre du Rond-Point Paris, Théâtre de la Ville Paris, Théâtre Royal de Namur, La Coursive Scène Nationale de la Rochelle, Sadlers Welles Londres, L'Arc Scène Nationale le Creusot, Le Radiant-Bellevue Caluire, Opéra de Massy, Odyssud Blagnac, Théâtre de Villefranche sur Saõne, La Comédie Clermont Ferrand, Théâtre Sénart, Le Festival International d'Edimburg, Espace Jean Legendre-Théâtre de Compiègne
paese Svizzera
lingua italiano
durata 1h 30'
Napoli, Teatro Bellini, 1° Luglio 2016
in scena 1° e 2 luglio 2016



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