“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 15 May 2016 00:00

"Second Hand", la rassegna di chi non si rassegna

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Lo scorso 6, 7 e 8 Maggio è andata in scena alla Galleria Toledo la XIV edizione di danza contemporanea Second Hand – Di Seconda Mano ideata da Gabriella Stazio. Come si può evincere già dal nome, sin dalle origini lo scopo della rassegna è la promozione della coreografia d’autore e della creatività giovanile: il titolo è infatti lo stesso che Merce Cunningham – danzatore e coreografo statunitense tra i maggiori creatori della Modern Dance – scelse nel 1970 per una sua creazione dove mise insieme frasi di danza già “usate” in precedenti coreografie, dando vita a un nuovo prodotto coreografico.

Un programma quello di quest'anno ampio e sfaccettato, ma con un comune denominatore: il mito da un lato e la lotta tra bene e male dall'altro. Cinque coreografie in tre giorni che indagano, sezionano, affettano la realtà facendo riflettere, a passo di danza, lo spettatore.
Si parte la prima sera con Sai che sono qui? del Collettivo DanzaPolis, una riflessione in divenire che attraverso un gioco di sguardi e sentimenti fa diventare sempre più labile il confine tra l’essere oggetto di sguardo e soggetto osservante.
Impressiona sul palcoscenico la performance di Luna Cenere nel suo Kokoro, assolo che nasce dalla riflessione su come nel corso della storia l’essere umano ha costruito il suo mondo reale e, specularmente, ha dato vita ad un mondo immaginario fatto di storie e credenze comuni.
La danzatrice lavora attraverso profondi respiri e giochi di schiena sincronizzati con la musica di Gerard Valverde, dando letteralmente corpo e anima all'essere interiore, il cui concetto viene espresso nella lingua giapponese proprio con la parola kokoro. Di forte impatto il gioco di luci e ombre sul corpo della danzatrice che viene scolpito plasticamente valorizzandone le linee e movimenti.
Serata intensa quella di sabato 7 maggio, in cui si esibisce sul palco un collettivo nato a Berlino ma che racchiude in sé artisti italiani, spagnoli e israeliani: i Connecting Fingers.
Nato prima come documentario dalla mente di Daniela Lucato e adattato dalla stessa per la danza, lo spettacolo porta in scena il tema dei rifugiati in una messa in scena molto espressiva con una perfetta fusione tra danza e teatro. L’idea è nata dalla riflessione sulla condizione temporanea e non permanente dell’essere rifugiato: la Lucato ha cercato di indagare il loro background, in quale situazione hanno vissuto, com’era la loro vita prima di essere costretti a cambiare Paese.
Si chiude domenica 8 maggio con un doppio spettacolo dedicato a due miti celebri: Il canto di Orfeo di Borderlinedanza ed Esasper-azioni di Artedanza dedicato ad Aristofane.
Ne Il canto di Orfeo la perenne attesa dei due danzatori in scena diventa perenne attesa di un treno alla stazione, il tentativo di colmare una distanza incolmabile. Un continuo rincorrersi per perdersi e non ritrovarsi mai. Uno spettacolo, Il canto di Orfeo, che sembra quasi preparatorio all’ultimo della rassegna dedicato al mito dell’androgino di Aristofane, e che nell’interpretazione che ne dà la coreografa Tiziana Petrone, vede l’elemento femminile diventare predominante sino a divenire prepotente e aggressivo e che trova, nel finale, la sua affermazione e individualità nell’isolamento. Un gruppo di dieci danzatrici sul palcoscenico sembra rappresentare e danzare in uno stato dapprima “embrionale” circumnavigando l’unico esponente del sesso maschile in scena, per poi rigettarlo quando si palesa la “donna in rosso”, evidentemente simbolo estremo del femminile pronto a rivendicare i soprusi e l’apparente parità conquistata dalle donne, specie in materia di sesso e gravidanza.
E con questo spettacolo, riflesso di un genere umano, in questo caso femminile, che non si dà per vinto, si chiude la rassegna di protagonisti che rappresentano mondi e persone che mai si rassegneranno dinanzi ai soprusi della vita.

 

 

 

 

Second Hand – Di Seconda Mano  Rassegna di Danza Contemporanea
XIV Edizione
ideata da Gabriella Stazio

Sai che sono qui?

coreografie Collettivo DanzaPolis (Valeria D’Antonio, Nicolas Grimaldi Capitello, Lia Gusein-Zade, Federica Massaro, Arturo Minutillo, Francesca Pascazio, Simona Perrella)
con Valeria D’Antonio, Nicolas Grimaldi Capitello, Lia Gusein-Zade, Federica Massaro, Simona Perrella

Kokoro
di e con Luna Cenere
musiche Gerard Valverde

Napoli, Galleria Toledo, 6 maggio 2016


Connecting Fingers Performance
idea, regia, drammaturgia Daniela Lucato
assistente alle coreografie Alessio Trevisani
con Nicola Campanelli, Liat Benattis, Roberta Ricci, Ana Cotoré
musiche David Travers

Napoli, Galleria Toledo, 7 maggio 2016


Il canto di Orfeo
regia e coreografia Claudio Malangone
autori e interpreti Luigi Aruta, Antonio Formisano
costumi Borderlinedanza
video Checco Petrone
luci Francesco Ferrigno
produzione Borderlinedanza

Esasper-azioni
coreografia Tiziana Petrone
con Tiziana Petrone, Ilaria Parrella, Vincenzo Capasso, Carmen Albanese, Luisana Vinci, Felicia Luciano, Michela Chirico, Sara Vllahu, Eleonora Santoro, Assunta Gaeta
costumi Artedanza
produzione Artedanza, Lustri Teatro 2015

Napoli, Galleria Toledo, 8 maggio 2016

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