“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 24 April 2015 00:00

Spettacolo certosino

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Im...pazienza certosina non può definirsi uno spettacolo teatrale e nemmeno una visita guidata, si tratta piuttosto di un percorso che conduce in un tempo altro dove la spiritualità costituisce l'unico modo di stare al mondo. Non basta entrare in una storica certosa per coglierne i codici austeri e lo spirito che costituirono un ordine che, una volta scelto, diventava ragione di vita e di morte. E d'altra parte tentare di spiegare il silenzio attraverso la sola parola è una sfida persa in partenza, oltre che una contraddizione in termini.

Questo percorso alla ricerca di un'aura lontanissima dalla nostra contemporaneità si è affidato, quindi, ad una sinergia tra attori e tecnici della materia che, insieme, hanno sperimentato un'efficacissima formula basata sull'alternanza tra didattica – coinvolgente e studiata per intrattenere anche un pubblico giovanissimo – ed eloquenza fisica della rappresentazione.
Attraversata la biglietteria, gli spettatori/visitatori si ritrovano nel pronao della chiesa della magnifica Certosa di San Martino; affidati all'eloquio delle due bravissime guide – Daria e Imma – ricevono le prime informazioni storiche sul complesso monumentale e sull'organizzazione dell'ordine certosino. Presi dalla narrazione gli astanti non si accorgono del lento avvicinarsi di una figura austera, si tratta di Padre Vincenzo, il priore – guida spirituale e allo stesso tempo 'capomastro' – a cui è affidato il compito non semplice di far rispettare le dure regole ecumeniche del monastero, prendendosi allo stesso tempo cura delle fragilità recalcitranti dei novizi. Ed è proprio un novizio – Fratello Stefano – che sopraggiunge interrompendo bruscamente il priore in quanto assillato da un'urgenza che non può essere rimandata e non può essere trattenuta nel silenzio di una preghiera: la colazione!
Assistiamo così a un dialogo durante il quale Padre Vincenzo con autoritaria bonomia rammenta al novizio le regole basilari dei monaci certosini, regole che contemplano: il silenzio, la meditazione, l'obbedienza, la preghiera; ma no, in nessun caso la colazione.
Dichiararsi a favore di Dio non vuol dire essere pronti anche ad abbracciare con la medesima determinazione la vita monastica, a volte cuore e corpo possono avere tempi ed esigenze diverse e mentre uno ha già saltato la staccionata, l'altro può essere ancora titubante e restio a lasciare le vecchie abitudini e gli agi; e il corpo del giovane novizio sembra essere famelicamente ostinato a non voler rinunciare a certe abitudini strettamente legate al cibo. La visita prosegue e i due monaci si allontanano, ma subito dopo aver affrontato la storia dello scisma anglicano e dei primi abati andati incontro al martirio per mano di Enrico VIII, li ritroviamo nell'opulenta sala della preghiera dove la cassa acustica diffonde le loro parole con un grande effetto suggestivo: al catalogo dei morti letto dal novizio si sovrappone la voce dell'abate che ne descrive i cruenti dettagli. Poi il silenzio e la preghiera.
Il percorso del giovane novizio è lastricato da dubbi e perplessità, è difficile fare proprie certe condotte di vita e l'immedesimazione degli spettatori, verso la fine della rappresentazione, è pressoché totale, un brivido di pietà tangibile coglie i bambini quando apprendono che Fratello Stefano non potrà mai più non solo far colazione, ma nemmeno mangiare un cheeseburger!
Dopo la visita al magnifico chiostro arriva il momento della decisione. A Stefano – come a noi – sono ben chiare le rinunce e le durezze della vita monastica, il priore l'ha condotto fino alla soglia del confine delle sue decisioni. Ora spetta a lui decidere e non soltanto sui colori della pergamena votiva. E nonostante qualche bambino gli strizzi l'occhietto invitandolo ad andarsi a mangiare un bel cheeseburger, alla domanda "Sei tu pronto per questo passo che ti porterà nel deserto della certosa vivendo da ora le sue regole di obbedienza, preghiera, meditazione e… silenzio?", Fratello Stefano saprà dare la sua risposta.

 

 

 

 

Im...pazienza certosina
(visita con spettacolo)
messa in scena Enzo Musicò
con Stefano Ferraro, Enzo Musicò
consulenza scientifica Maria Laura Chiacchio
produzione Le Nuvole/Progetto Museo
in collaborazione con Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta
Napoli, Certosa e Museo Nazionale di San Martino, 19 aprile 2015
in scena 19 aprile 2015 (data unica)

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