“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 15 February 2013 02:51

Cinque secoli di volti

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Volti meravigliosi, intriganti, drammatici attraversano cinque secoli di storia, lasciano segni immensi del genio pittorico di maestri senza pari. Volti che guardano complici, che cercano giudizio e mostrano sofferenza; figure introspettive e pensanti, sacre e consuete che dopo aver conquistato la Basilica Palladiana vicentina, ora si offrono alla città di Giulietta e Romeo.
Da Botticelli a Matisse, Volti e Figure nel Palazzo veronese della Gran Guardia, si muove e si evolve senza soluzione di continuità, pregiandosi di nuove accezioni e consolidate emozioni.

Una mostra curata da Marco Goldin, forse l’unico in Italia che riesce in allestimenti di altissimo spessore, confortati in egual modo da critica e pubblico. Qui dà vita ad una esposizione che oltrepassa tempo e luogo per divenire puro godimento, contaminatio unica di divinità artistiche lontane e prossime.
Botticelli, Beato Angelico, Filippo Lippi, Mantegna, Bellini, Guercino, Tiepolo, Tintoretto, Bosch, Veronese, Caravaggio, Correggio, El Greco, Manet, Matisse… e ora Van Eyck e perfino Antonello; raccontati in ottanta opere, fuori da uno schema di cronologica visione ma attraverso quattro tematiche ben precise, per meglio comprendere l’arte come eguale diversità non replicabile.
- Il Sentimento Religioso. Il meraviglioso Cristo Risorto è di un Botticelli ormai maturo negli aggraziati tratti lineari che delicato infonde sul viso del Cristo, nell’intensa e profonda forma spirituale che riesce a veicolare verso l’elevata consapevolezza artistica raggiunta.
La Crocifissione di Antonello da Messina: rappresentazione devastante di un sacro tema della pittura, in un gioco di luci e di sguardi, richiama all’arte fiamminga e la reinterpreta alla sua maniera; qui c’è tutta la divina genialità dell’artista siciliano, il più grande e misterioso magister di pittura, tradito dalla storia e oggi finalmente (ri)conosciuto e (ri)scoperto nella sua sublime purezza pittorica.
- La Nobiltà del Ritratto. Il dipinto di Velasquez Filippo IV Re di Spagna  mostra il potere e la ricchezza del trentenne monarca, ma l’espressione del suo volto restituisce l’immagine vera della realtà in quello sguardo fuggente che va oltre l’opulenza Reale e diviene vita reale; opera che sancisce la consacrazione dell’artista spagnolo come maestro indiscusso della fisionomia seicentesca.
- Il Ritratto Quotidiano. Ritratto d'uomo con copricapo azzurro di Jan van Eyck è non a caso l’immagine della mostra. Un quadro perfetto nella fredda ricerca cromatica, nell’incredibile attenzione ai particolari del viso, alla perfezione delle mani; il pittore fiammingo, precursore massimo del ritratto moderno, non descrive più il semplice volto dell’uomo, ma penetra clamorosamente nella sua coscienza. 
- Il Novecento e lo Sguardo inquieto. Su tutti Autoritratto di Van Gogh, due occhi ti scrutano, piccoli, neri, inquietanti. Van Gogh sconvolge, devasta, spacca la storia. Da questo momento la pittura dei volti, degli sguardi, delle espressioni non sarà più la stessa; la verità fisica diventa verità psicologica, pensiero vero, sofferenza vera.
Ed infine Christina Olson di Andrew Wyeth; l’artista americano riesce in maniera mirabile a descrivere la profondità di una donna, il suo sguardo che volge verso l’oceano oltre la malattia, oltre il dolore, terribilmente sospesa tra luci e morte, vita e ombre. 
Con questo ennesimo capolavoro si conclude l’incredibile viaggio tematico di cinque lunghi e contradditori secoli; ad essere rappresentata è sempre e comunque l’umanità, negli squarci religiosi e quotidiani, nel suo aspetto mistico, regale e reale. L’uomo e la donna esaltati e abbattuti, trionfanti e sconfitti, fieri e distrutti.
Cinque secoli di un’umanità che rincorre e riscopre la propria dignità.
Da Botticelli a Matisse, Volti e Figure è assolutamente una mostra da guardare dritta negli occhi, da scrutare a fondo nelle immagini e nel senso; spaccato irripetibile di secoli di vissuto, scrigno prezioso di atti creativi geniali e ineguagliabili; una mostra dei più grandi artisti generati dalla storia, vissuti nella storia e divenuti storia per sempre.

 

 

 

DA BOTTICELLI A MATISSE, VOLTI E FIGURE
Palazzo della Gran Guardia
Verona dal 2 febbraio al 1° aprile 2013

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