“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 29 March 2015 00:00

Effetto Alba

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Per La Voce dell’Autore – la visione del film accompagnata dal suo autore – lo Zia Lidia Social Club ha ospitato la regista e sceneggiatrice casertana Barbara Rossi Prudente che ha presenziato alla proiezione e al dibattito del suo Esterno sera.
Alba corre nella notte contro le macchine su una strada di periferia. Con una cuffia da piscina e occhiali da sole, sfida la sorte e gli ignari automobilisti: se ce la farà, saranno soldi guadagnati. Eppure un lavoro ce l’ha, a venticinque anni, figlia di famiglia media di un piccolo centro tra Napoli e Caserta.

Sfida la sorte e l’immagine di rispettabilità che l’età e l’ambiente le richiedono, ma che anche il buon senso e l’istinto di conservazione dovrebbero suggerirle. Lei, però, non ha nulla da perdere, se non il senso di disagio che la rende irrequieta e che la fa sentire fuori posto, in quella famiglia come tante, che cerca di proteggerla e di accudirla. Ma qualcosa di indecifrabile l’ha accompagnata nei suoi anni, qualcosa di non detto e di così prepotentemente avvertito sottopelle. Alba si chiede come mai il padre, più che amarla per un’esigenza sincera, l’abbia amata per dovere. È un’estate risolutiva quella che vede svolgersi la sua vicenda, nel bel mezzo della quale rispunta un cugino che non vedeva da dieci anni – Fabrizio – il quale decide di andare a trovare lei e gli zii approfittando di una sosta forzata a Napoli (una mancata coincidenza col treno per Milano di ritorno dalla Sicilia). Fabrizio è dapprima una presenza discreta, abituato agli sbalzi d’umore della cugina che non si sente vincolata all’ospite. Poi un protagonista decisivo, dacché Alba decide di coinvolgerlo nella sua vita, di trascorrere i suoi momenti liberi e di confidarsi con lui. Allontana anche il suo attuale fidanzato, che esce di scena inerte dinanzi ad una volontà decisa come quella di lei. Nonostante abbia perso il lavoro, Alba decide di impiegare i suoi risparmi prendendo in affitto un appartamento dove vivere da sola, per sfuggire alle premure dei suoi. Accetta, invece, le attenzioni del più giovane Marco, innamorato di lei e pronto a battersi pur di far rispettare l’onore della “fata del primo piano”, ma ignaro che l’interesse mostratogli non sia nient’altro che semplice amicizia. Intanto la ragazza finisce per innamorarsi dell’ombroso cugino, attento a non lasciarsi troppo coinvolgere, sfuggendo quasi il momento di decidere una buona volta se contraccambiare quel sentimento o andar via lontano, impossibilitato da chissà quale segreto.
È un sud non proletario quello ritratto da Barbara Rossi Prudente nel suo primo lungometraggio di finzione, un sud senza forti connotazioni sociali che ne giustifichino le dinamiche. Certo la gioventù sbadata e annoiata della movida è l’ambiente in cui la protagonista si situa e che lei usa per coreografare il suo disagio. Un ambiente (anche upperclass, come la festa alla villa dell’amica) che non la soddisfa perché lei non si sente come gli altri. E i continui, seppur moderati, movimenti della macchina a mano mettono in scena le tensioni del suo animo, un lavorìo di perenne agitazione. Alba non riesce a vivere se non di sera, dopo il tramonto, fugge il giorno e le sue consuetudini. Ma la calma riesce a trovarla solo in quell’imprecisato momento che precede la luce, a cui è indissolubilmente legata nel nome, quando le macchine hanno smesso di correre e la natura non si è ancora destata.
Presentato nella Vetrina giovani cineasti italiani nel Festival Internazionale del Film di Roma del 2011 ed uscito nelle sale solo a maggio 2013, Esterno sera è prodotto dalla stessa autrice e regista in collaborazione con la casa di produzione 19.11, dopo essere stato opzionato per dieci anni da due case produttrici italiane senza che il progetto si concretizzasse. Nonostante la vittoria della sceneggiatura al Premio Solinas nel lontano 1999, la storia ha preso vita solo dopo più di dieci anni. Nel frattempo la regista è stata sceneggiatrice di serie televisive per Rai e Mediaset e ha diretto alcuni corti (Sole di Michele Carrillo, da lei cosceneggiato con il regista, vince il David di Donatello nel 2004, il suo Non ti aspettavo concorre nel 2006 al festival Tribeca di New York). Il suo primo documentario è La carne fresca (2000) sulla prostituzione minorile in Brasile, a cui segue otto anni dopo La bambina deve prendere aria, in cui una madre descrive alla figlia neonata l’inquietante paesaggio urbano pieni di sacchetti di rifiuti.
Lo sguardo della Rossi Prudente sa coniugare la narrazione di un percorso sentimentale, in cui non mancano eccessi melodrammatici e momenti di violenza, con un registro realistico e un uso espressivo della luce (o meglio, della sua mancanza). La recitazione dei protagonisti principali (attori avvezzi al palcoscenico) s’inscrive adeguatamente con il naturalismo degli altri personaggi, senza mai apparire dissonante. Plauso a Valentina Vacca, professionale e passionale, vera forza del film.

 

 

 

 

ZiaLidiaSocialClub 2014/2015
Esterno sera
regia Barbara Rossi Prudente
con Valentina Vacca, Emilio Vacca, Salvatore Cantalupo, Alessandra Borgia, Ricky Tognazzi, Davide Lanni
sceneggiatura Barbara Rossi Prudente
fotografia Rocco Marra
musica Francesco Cerasi
distribuzione Microcinema
paese Italia
lingua originale italiano, dialetto napoletano
colore a colori
anno 2013
durata 101 min.
Avellino, Sala Prove Orchestra – Teatro Carlo Gesualdo, 22 marzo 2015 

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