“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 14 January 2015 00:00

Le lacrime dei colori primari

Written by 

Da un leggio bianco una scrittrice cerca l'ispirazione per una nuova storia. Parole senza senso escono dalla sua bocca, sono lo specchio di una mente assorta dal momento creativo, quando le idee si affastellano indisciplinate e cercano di farsi strada per trovare il proprio posto sul foglio bianco. Alle sue spalle una grande tela immacolata segnata da un lungo squarcio verticale attende in silenzio qualcosa da poter rappresentare.

Vorrebbe scrivere di principesse dalla pelle liscia vissute nel periodo grigio del mondo. Un tempo in cui tutto era bianco o nero, e quando non era né bianco né nero, era grigio. Dalla tela fuoriesce timidamente una figura vestita di grigio, potrebbe essere la principessa della storia, ma si rifiuta di voltarsi e di esaudire gli ordini e le suppliche del narratore. La ragione è presto spiegata, qualche problema di comunicazione tra l'idea e la sua rappresentazione ha fatto sì che la principessa in realtà non fosse esattamente una leggiadra fanciulla dalla pelle liscia, ma un uomo. Tuttavia la storia deve proseguire, anzi deve iniziare, e la scrittrice decide di accontentarsi di ciò che la tela le ha offerto.
Il principe consegnato era alto e forte, come tutti i principi, e anche se in realtà non lo era, per esigenze letterarie non si poteva definirlo altrimenti; tuttavia non parlava, era un principe senza voce dalla cui bocca usciva solo puzza. Impegnava le sue giornate regali ad affrontare i nemici del regno: schiacciava le formiche bianche, acciuffava le mosche nere e trafiggeva i lombrichi grigi. Ma un triste giorno uno stato di torpore dell'anima si impossessò di lui tanto che i nemici del regno poterono girare indisturbati senza dover temere più nulla dai piedi e dai dardi della testa coronata ridotta all'immobilità. Dagli occhi del principe cominciò a sgorgare dell'acqua, in quel regno nessuno aveva mai stillato acqua dagli occhi, escludendo i rubinetti. Le sue lacrime vennero portate dai dottori e analizzate, e dal loro ribollire (blu, blu, blu, blu) venne fuori un colore nuovo, che chiamarono: blu! In onore di quel nuovo bellissimo colore tutto il regno fu colorato di blu, venne lanciata la moda del blu, e anche i bambini diventarono blu. Ma presto anche quel colore venne a noia, anzi quella nuova tristezza divenne una vera e propria malattia, la 'noiosite'. Altre lacrime sgorgarono e, analizzate dai dottori, diedero vita al giallo. Nuovamente tutto il regno si adeguò al nuovo colore e la moda del giallo rimpiazzò la precedente. Anche questa volta all'entusiasmo iniziale seguì una malattia, il 'dolore'. Poi venne la volta del rosso e della 'rabbia' che ne conseguì. E sarebbe andato avanti così all'infinito se i bambini non avessero anche loro imparato a piangere con sentimenti e colori diversi che, mescolandosi, colorarono il regno di tutti i colori.
Uno spettacolo raffinato dove narrazione e danza, poesia e ironia, si fondono in equilibri perfetti capaci di avvincere il pubblico di tutte le età. Il testo, semplice e diretto, è un percorso all'interno delle emozioni, dove i colori primari rappresentano le linee guida indispensabili per riconoscere e nominare i propri sentimenti e quelli degli altri. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione con insegnanti e bambini della scuola dell’infanzia e di seconda elementare che hanno donato a questa storia molti dei pensieri legati al loro vissuto emozionale e alla loro piccola ma grande esperienza di vita. È così che sono nate espressioni come questa: "Sono triste quando muoio al cimitero", ed è così che a quel sentimento è stato assegnato un preciso colore.

 

 

 

 

Le lacrime del principe
liberamente ispirato a Il mago dei Colori
di Arnold Lobel
di Monica Mattioli
con Monica Mattioli, Massimo Prandelli
coreografie Francesco Praino
collaborazione artistica Monica Parmagnani
disegno luci Cinzia Airoldi
produzione Compagnia Monica Mattioli – Milano
lingua italiano
durata 50'
Napoli, Teatro Galilei 104 – Teatro Le Nuvole, 11 gennaio 2015
in scena 11 gennaio 2015 (data unica)

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook