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Sunday, 16 November 2014 00:00

Tre riflessioni sull'amore

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Al Nuovo Teatro Sancarluccio si è svolta la serata di premiazione del Positano Teatro Festival, giunto alla XI edizione. La serata, curata da Gerardo D’Andrea e dedicata al “Teatro che verrà”, ha visto la messa in scena di tre corti teatrali selezionati al festival La corte della formica 2013 di Gianmarco Cesario, che ha presentato la serata.
Isa Danieli ha premiato a fine serata i tre autori con il premio intitolato ad Annibale Ruccello.

Il primo corto è La svolta di Francesco Cossu. Al centro della scena vi è una grossa sedia dall’alto schienale che somiglia ad un trono d'altri tempi. A sinistra vi è la postazione del violoncellista Giuliano Colaci, che accompagna con le sue composizioni i momenti salienti della vicenda. Quello che sembra un trono è lo scranno di un tribunale su cui siede una donna di mezza età vestita di grigio, imputata per aver evirato il marito. Alle sue spalle il Pubblico Ministero, completo di toga, presenta il caso incalzando la donna con una serie di domande sulle circostanze che hanno determinato il fatto. La donna, inizialmente chiusa nel proprio sdegno come se fosse lei la parte offesa, risponde all’avvocato ponendo altre domande sul significato più profondo delle parole che lui pronuncia e, in particolare, sul  termine ”amore”. Lei non aveva rapporti sessuali con il marito, lei “faceva l’amore” perché ”l’amore è una forma piena che si realizza nella soddisfazione altrui”. Di fronte al tradimento del marito cercava di interrogare se stessa, non lui, perché non esiste una risposta a quanto successo. Così tra l’interrogatorio legale e formale dell’avvocato e la meditazione sul senso dell’amore della donna che non è uguale per tutti  − “non si sa se per calcolo o per ignoranza” dice il regista − la pièce volge al termine. L’interpretazione di Gingy Comune rimane compressa e misurata, ma il suo tormento è evidente nel fazzoletto rosso che stringe nervosamente tra le mani e nell’unica volta in cui la sua battuta è un urlo di disperazione. L’interpretazione di Luca Gallone, invece, non si sa se per contrappasso, è fastidiosamente urlata e sopra le righe, accompagnata da una gestualità e mimica di cui non si percepisce il senso.
Il secondo corto, Le (S)confessioni scritto e diretto da Fabio Pisano, vede due sedie sulla scena su cui sono seduti padre Finneghan ed un giovane con il giubbino di pelle che chiede, con insistenza, di essere confessato proprio da lui. Si intuisce subito che la colpa commessa è di enorme gravità. Infatti si tratta di un duplice omicidio che Joshua ha sulla coscienza ma, il tutto, muta quando il giovane attribuisce il vero delitto alle violenze che ha subito da piccolo proprio da padre Finneghan. Così i ruoli si ribaltano fino ad un tragico epilogo finale, stucchevole nell’insistenza simbolica del bimbo in mutande che entra in scena e tira, da un sacco, dei peluche: uno dopo l’altro, a ricordare alla coscienza del parroco le sue vittime.
La recitazione di Ciro Zangaro e Antimo Casertano sicuramente rende la messa in scena più interessante del testo (che dai nomi e dalla situazione sembrava essere ambientata in Irlanda, invece il regista spiega in seguito essere americana), testo che sembra spingere più verso una facile compassione che ad una riflessione più profonda sul tema così difficile come la pedofilia all’interno della Chiesa cattolica.
Il terzo corto, Trash Express, scritto e diretto da Luigi Cesarano, si presenta con due pannelli sul proscenio su cui sono posti due quadri tridimensionali che raffigurano il pupazzo di una donna anziana e di un vecchio. Questi pannelli fungeranno da sipario per nascondere i cambi di scena di questa storia bizzarra recitata con incredibile bravura e diretta senza sbavature. Sulla scena ci sono tre donne che gestiscono una ditta di riciclaggio dei rifiuti. I loro personaggi sono caratterizzati comicamente attraverso le loro ossessioni: Adoliana che desidera solo giocare a carte, la figlia Sinsia che pensa solo allo studio e la zia Valery che ha una passione smodata per l’Opera.
I momenti esilaranti sono quando si scopre il velo perbenista dei dialoghi affettati oltre misura e le donne trascendono verso un lessico più volgare: “Trash”. A loro si aggiunge un quarto personaggio, Andy: un fattorino imbranato che si innamora di Sinsia dando vita a gag esilaranti che porteranno la storia a perdere i confini tra realtà e sogno.
I personaggi sono truccati con il volto bianco ed i pomelli alle guance rosse, a rimarcare il ruolo comico dei personaggi che, però, non si limitano solo a far ridere ma, anche, a far riflettere su situazioni del mondo di oggi del tutto assurde ma tragicamente reali. Questo corto spicca sugli altri per originalità del testo, per la recitazione che segue tempi perfetti e una mimica facciale così controllata che non ha bisogno delle battute per essere completa. Insomma, un piccolo gioiello che emerge con forza ed originalità e che fa presagire un futuro di ottimi lavori. La compagnia di Teatri delle Sguelfe, insomma, è da tenere sott’occhio.

 

 

Teatro che verrà
a cura di Gerardo D'Andrea

La Svolta. Dialogo tra due voci ed un violoncello
di
Francesco Cossu
regia Massimo Masiello
con Gingy Comune, Luca Gallone 
musiche Giuliano Colace

Le (S)confessioni
di
Fabio Pisano
regia Fabio Pisano
con Ciro Zangaro, Antimo Casertano
costumi Annalisa Ciaramella
musiche Guido Leone

Trash Express
di
Luigi Cesarano
regia Luigi Cesarano
con Cinzia Annunziata, Valeria Impagliazzo, Adelaide Oliano, Roberto Ingenito
trucco Romualdo Petti, Luca Zecconi

Napoli, Nuovo Teatro Sancarluccio, 12 novembre 2014 
in scena 12 novembre (data unica)

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