“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 06 October 2014 00:00

ART 3.0: AutoRiTratto di Andrea Simoncini

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Dopo la maturità inizia il suo percorso artistico frequentando lo studio del pittore Mario D’Elia che già nel 1976 sviluppava temi metafisici e surreali tanto cari alla poetica di Andrea Simoncini. Vince il primo premio durante una collettiva nel 1978 a Lugo di Romagna. Nei primi anni ’90 partecipa ad una collettiva di artisti contemporanei nell’Oltrarno all’interno del Chiostro del Carmine dove si trovano gli affreschi del Masaccio. Alla stessa mostra partecipano Nino Trinnanzi, Sergio Scatizzi e Luca Alinari. Da allora ha collezionato più di cinquanta mostre tra collettive e personali in tutta Italia.


Quando ti sei accorto di voler essere un artista? 
 
Ho avuto fin da bambino uno spiccato interesse verso l’arte. Quando avevo dieci anni passavo la domenica mattina a vedere le gallerie e musei in compagnia di una cara amica di famiglia. Andavamo con mia madre e lei in giro per Firenze. In quelle occasioni ho avuto i primi stimoli per iniziare a disegnare e dipingere.

Quali sono i passaggi fondamentali della tua evoluzione artistica?

Verso i sedici anni passavo i pomeriggi ad incontrare pittori e galleristi insieme ad una insegnante di storia dell'arte e restavo affascinato. I passaggi fondamentali sono in qualche modo da riassumersi in tre fasi: la prima lo studio dei pittori del Rinascimento in particolare i manieristi; la seconda  lo studio dei nostri macchiaioli e poi dei pittori del primo Novecento; l’ultima relativa alla pittura metafisica e post-cubista, per le quali sento ancora viva una forte attrazione. Il mio lavoro è una ricerca su l’interpretazione figurativa rivista in chiave contemporanea. Sento l’esigenza di contestualizzare modelli e significati utilizzando anche tecniche nuove.

Hai dei modelli a cui ti sei ispirato e perché?

Il modello per me più calzante è la pittura dei maestri della metafisica e del surreale quali Savinio, De Chirico, Carrà, Magritte, Max Ernst. Con loro ho rielaborato il mito. Tema che da sempre mi affascina. Il mito nasce con l'uomo e lo segue per tutta la sua storia. Partiamo dai miti delle civiltà antiche che hanno espresso la più alta cultura per approdare al mito di oggi, che troviamo nei personaggi contemporanei e negli esempi della nostra attuale cultura. Il mito degli uomini politici, il mito degli attori, dei poeti, dei pittori, fino ad arrivare al mito del consumismo espresso nella moda, nel cibo, nelle auto, nella tv, nell’elettronica.
Io trovo in questi soggetti/oggetti ispirazione per le mie creazioni. Sono gli stereotipi, i modelli che la società adotta nella vita quotidiana. Restituiscono a chi osserva con occhio sensibile un ambiente inquieto e sempre alla ricerca di soddisfazione. Una umanità che appaga i propri desideri piuttosto che i propri bisogni. Quindi il pensiero diventa un ottimo laboratorio per la realizzazione di opere a carattere surreale e metafisico.
(Mostra Antologica nel Palazzo della Regione Toscana,  Firenze 2011)

Cosa pensi del mercato dell'arte, quali sono i limiti e quali le potenzialità?
Il mercato dell'arte è in mano a pochi galleristi e critici d'arte che contano e se vuoi emergere è necessario avvicinarsi a loro. Un bravo artista che non riesce a trovare il suo pubblico, resterà un bravo artista sconosciuto. La bravura dei galleristi sta proprio nel fatto di riconoscere nel collezionista l’interesse verso un certo tipo di arte. Il gallerista di cultura capisce subito il valore di un artista e potrà, volendo, valorizzarlo rendendolo vero attore sulla scena nazionale o internazionale.

Se tu potessi suggerire un'idea per valorizzare gli artisti contemporanei cosa suggeriresti?

In questo momento, dove è difficile fare promozione, suggerirei di coinvolgere le amministrazioni locali per dare spazi pubblici e già conosciuti per l’allestimento di mostre. Il comune, tramite i suoi canali avrebbe inoltre la possibilità di dare risonanza agli eventi rendendoli di fatto già importanti. Far emergere tutto il tessuto artistico di una città serve a coinvolgere maggiormente il turismo culturale senza togliere importanza ai Maestri storicizzati. Avere il coraggio di unire artisti viventi con i giganti del passato creerebbe un crocevia di scambio culturale. Sia importante riferirsi anche al mercato estero oggi più che mai per trovare canali naturali dove presentare gli artisti italiani, dato che il mercato nazionale è oramai saturo e quasi disinteressato.

Qual è l'opera tua o di altri a cui sei più legato e perché?

L'opera a cui sono maggiormente legato è Metamorfosi perché è proprio da qui che parte il mio percorso.
(Mostra Fiesole. Omaggio alla città di Fiesole nella pittura e nella scultura, luglio 2014)

Se potessi scegliere, dove vorresti esporre e perché e in quale periodo dell'anno?

Vorrei esporre a Londra in dicembre. Londra in Europa rappresenta per me, la città più vitale per l'arte contemporanea. Londra è giovane, i musei sono molto frequentati, vuoi perché con ingresso gratuito e vuoi perché l’ambiente è decisamente stimolante. Da Londra ogni anno passano milioni di persone e tutto questo è ossigeno per l’arte in genere.  
(Mostra a San Casciano dicembre 2013)

Secondo te si può vivere di arte in Italia?
In Italia è impossibile vivere di arte. Credo sia difficile anche per i grandi artisti. L’Italia che per secoli è vissuta d’arte, addesso non si rispecchia più in questo valore e quindi dà per scontato una sopravvivenza che alla lunga sta logorando il tessuto originario. Quando non ci saranno più veri Maestri, quando le altre nazioni non guarderanno più all’Italia come punto di riferimento, anche il sistema stesso di riferimento cambierà e probabilmente si sposterà l’interesse economico su altri mercati.

Nel processo di crescita e nel tentativo di affermazione e diffusione del  proprio lavoro quali sono le difficoltà che, più spesso, incontra un artista?
La difficoltà maggiore è fare conoscere la proprio opera. A meno che non impieghi enormi investimenti rimane difficilissimo affermarsi. Inoltre il problema è quello di avere accanto un curatore d'arte che faccia il lavoro di promozione necessario. Anche se il web è una risorsa, sono necessari i professionisti per arrivare sui “monitor” delle persone interessate.

Cosa potrebbe essere migliorato nella comunicazione dell'arte?

La scelta della strategia è fondamentale. È necessario dare visibilità alle opere tramite spazi aperti al pubblico, eventi, informazione sui giornali specializzati, tv e web. Non voglio escludere i critici e gli storici dell’arte, anzi potrebbero essere il motore e lo stimolo per un confronto costruttivo. È più importante che le persone conoscano l’arte piuttosto che la collezionino. I ragazzi che oggi hanno quindici anni, se ben preparati, domani potrebbero diventare una chiave vincente per il mercato dell’arte. Tutto questo però diventa impensabile quando si osserva la cancellazione della Storia dell’Arte dalle scuole italiane. 

Puoi indicarci un pregio e un difetto della critica d'arte?

Il critico d’arte è un soggetto che ha studiato molto, un grande teorico, ma spesso il critico non riesce a far emergere, con le sue parole, lo sforzo che ha fatto l’artista per comunicare, ma soprattutto cosa ha cercato di comunicare e come lo ha fatto. Non avendo la pratica sul campo non riesce a penetrare in quel mondo già complesso dell’espressione di sentimenti tramite immagini o colori.

Cosa vorresti che i lettori conoscessero di te e della tua arte?
Vorrei dare a chi osserva, la stessa emozione che provo io quando in un quadrato di tela cerco di narrare un’intera storia, fatta di pensieri muti, di pause di anni, di riflessioni interiori difficili da comunicare a parole. Sensazioni che creino quel contatto intimo con tra l’opera e chi la osserva.

 

 

 

 

 

ART 3.0 − AutoRiTratti
Andrea Simoncini
in collaborazione con FiorGen Onlus, Accademia dei Sensi
opere nelle immagini Il pensatore (olio su tela); L'ingresso del mito (olio su tavola); Metamorfosi (olio su tela); L'immagine del tempo (olio su tela)
website www.andreasimonciniarte.it

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