“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 22 September 2014 00:00

Un epillio spagnolo

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Lo scenario notturno del Real Orto Botanico di Napoli, con una lieve brezzolina ancora estiva, ha ospitato le splendide, evocative e chiare voci di Rosalba di Girolamo (attrice) e Simone Barotti (cantante) e le parole dei racconti di Gabriel García Márquez per lo spettacolo Il cuore ha più stanze di un bordello nell’ambito della rassegna Brividi d’estate 2014.

La pièce, pensata come omaggio ai racconti dell’autore latinoamericano, Dodici racconti raminghi, parla di amore e morte nello scenario della Spagna franchista e del cuore, il cuore individuale e comune, frammentario e frammentato. Tra i vari racconti ce n’è uno, scritto nel maggio del 1979, intitolato e dedicato a Maria Dos Prazeres, anziana prostituta che vive la vecchiaia in attesa di incontrare la morte.
L’attrice recita accuratamente, con pause brevi e misurate, il testo di Márquez, sotto forma di omaggio allo scrittore scomparso non molto tempo fa, narrando così dello sfiorire della giovinezza, della perdita di fiducia nell’amore (eccetto nei confronti del Noi, il cagnolino della protagonista) e la dilagazione dell’odio e dell’omicidio nel mondo.
La vita raminga di Maria, a livello di un'Ecale dell’omonimo epillio callimacheo, che racconta un episodio ritenuto secondario rispetto al mito, immette la donna in un universo quasi mitico, appunto, ma in veste storica, donando al piccolo racconto la figura di un “grande cappotto” della letteratura, una sorta di monumento, come spesso capita alle opere ritenute solo apparentemente minori da parte dei grandi autori.
E cosa dire del Noi? Il cagnolino, anch’esso prossimo alla morte che, nel racconto, è investito di un destino comune alla padrona e che è l’unico fedele e protettivo verso una prostituta in pensione che ormai quasi rifugge gli uomini.
Il sapore di morte, l’arrivo del giovane nei panni di un demone hanno un che di mitologico, teatrale ed artistico.
Infatti, i punti significativi del racconto che l’attrice segnala con movimenti rivolti al pubblico sono amplificati ancora di più dalle canzoni di Simone Barotti ed accompagnati dal flauto di Francesco Desiato e dalla chitarra di Giacinto Piracci che evocano amori, morti, isole, condivisioni e solitudini nel mondo attuale e nelle vite delle singole persone, tra quelle presenti tra il pubblico e non.
Il recitato vuole essere un narrativo senza pretese che solo a volte, a contatto con il pubblico, e via dall’intimità di una sedia rossa di vimini, “pulpito” da cui parla l’attrice, vuole inscenare immaginati dialoghi tra i personaggi ed orizzonti più spaziali.
L’idea che ha fatto nascere tale tipo composito di spettacolo è la natura musicale e musicata delle parole dei testi di Márquez dove, spesso, sembra che, dopo le prime righe, le parole si uniscano nella varietà armonica di un concerto con scenari sgargianti e struggenti, colori storici ed emozionali, labirinti mai ermetici ed irrisolti.
L’esplorazione attraverso i vari racconti dello scrittore ha potuto così dar vita a quella parte letteraria in cui l’autore più volte disse di non trovarsi realmente “ferrato” ma che ha accompagnato molti anni della sua vita.
Le storie, i volti, l’universo storico e sociale sono tinte plurime ed interessanti che fanno delle opere dello scrittore latinoamericano il serbatoio di un mondo da cui attingerne altri reali ed immaginifici. Forse va spiegata in questa direzione la diffusa ripresa che sta verificandosi in questi giorni della vita e delle opere dell’autore in tutte le forme d’arte. Eh sì, perché come hanno ben inteso e messo in scena gli attori di questo spettacolo, le parole di Márquez sono una tela artistica a tutto tondo, che risveglia la pittura, la musica, la danza e la voce e devo aggiungere che durante la serata il pubblico, numeroso, ha ben viaggiato con la mente e le emozioni.
L’attrice si è calata perfettamente nelle donne protagoniste delle opere di Márquez, curando il suo quasi innato aspetto spagnoleggiante, la voce e la musica, invece, sembravano evocare l’anima latinoamericana dell’autore. Il pubblico era davvero motivato, attento, in fila lungo le mura che recintano l’Orto mezz’ora prima dell’inizio e smanioso di entrare.
Nessuna pretesa o mania di grandezza in questa pièce, ma pulizia, chiarezza e volontà di intensificare e colorare il messaggio poetico e sociale di uno dei grandi autori dei nostri tempi.

 

 

 

 

 

Brividi d’estate 2014
Il cuore ha più stanze di un bordello
di
Gabriel García Márquez
con Rosalba di Girolamo, Simone Barotti (voci), Francesco Desiato (fiati), Giacinto Piracci (chitarra)
produzione Il Pozzo e il Pendolo
paese Italia
lingua Italiano
durata 1h 30'
Napoli, Real Orto Botanico, 19 settembre 2014
in scena 19 settembre 2014 (unica replica)

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