“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 06 August 2014 00:00

Les Voyages de Lubylu – NATALE A TAIPEI_8giorni in 8mail

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4° GIORNO

"Che puzza"
E' la frase che JJ dice più spesso. Non a torto, anche se credo che gli slavi non è che sanno 'e gelsomino.
Al secondo posto: "Just in case", c' piace assai. All'inizio pensavo che sta Justine fosse una di Discovery.
Al terzo: "Wait, wait, wait“ l’aspetta, aspetta, aspetta che conosciamo bene.
Ma da quando siamo arrivati s’è presa la fissazione di parlare male di Greenpy. "Ha poco idee, ma confuse. Si agita. Non é operativa. Confonde lo staff".
Eppure mi ricorda qualcuno…
Certo in questi giorni Peace è stata poco presente e guardava Jenadostovic con lieve diffidenza, perché mai? Ma stasera nel fietaxi Julia mi ha raccontato che hanno un po' parlato, e lei si è sfogata, poverella, abbandonata da settimane qui a Taiwai da Audio International, la nostra casa madre. È tanto carina Green. (Oh! sta rientrando ora in albergo, è tutta contenta per il banco; quasi quasi le faccio leggere cosa si dice in Serbia di lei). L'unica sua grande pecca è quella di non sapersi alliccare il Cliente. Cosa che JJ e io sappiamo fa talmente bene, che oggi ho rischiato di vomitare. La Tzetzelchia, infatti, ci adora e stamattina quando ci ha visto, ci ha riempito di complimenti, ha detto che siamo le prime due persone di Discovery very professional. La nostra presenza è un grande regalo. Immaginatevi la reazione di Juliuzza: una serie di pompe idrofobe sono ancora al lavoro per prosciugare il Mant.
'Ste giornate iniziano troppo presto e finiscono troppo tardi, chiuso ind' a chillu Museo, che non sono riuscito ancora a visitare, sto facendo 'a fine e Lobeltino. Oggi altre talantelle con Jena che mi scoccio pure di raccontare. Le stesse che avvengono quando siamo in Vaticano, cambiate solo lo Stato e la lingua e ricordatevelo bene: non comprende nulla di quello che le si dice. Ogni volta che chiedo di tradurre inizia sparata, poi si blocca, dice che il concetto non è chiaro, poi mi chiede che ne penso... ma se non agg' capito che ne posso pensare?
Alla fine le sue ultime parole:"Just in case.. wait, wait, wait".
Sto fatto mi puzza.
Oggi 'a birreria (Joyce) ha tradotto il modulo di iscrizione per la GloupInToul Cald in cinese: sfizioso assai, me lo sono fotocopiato, lo metterò nel curriculum, vicino alla foto col Papa.
Verso le 19 di stasera, con Greenpeace, ci siamo messi a vedere il suo booking System, brava. Mi ha chiesto dei consigli. Io le rispondevo e JJ rideva per il mio Inglese. Green Peace comunque capiva cosa dicevo, non so come, ma capiva. Non contenta, JJ ci ha fotografato, foto niente male: Green, il computer ed io che 'mmane ind' e capill’. Ma ciò non ci distraeva e allora JJ ha iniziato a scaricare le foto che abbiamo fatto fino ad ora, e ce le ha fatte vedere. Ma Green ed io abbiamo ricominciato a parlare e allora JJ continuava a ridere (la famosa risata-poor Luca was trying so hard-). Noi tranquilli, Pace a chiedere ed io a rispondere. Allora la slava si è messa a cercare foto mie che aveva sul computer.
"Luca vieni a vedere!”.
"Je', un momento sto parlando co' chesta".
Quindi ha deciso di venire lei da noi, si è seduta sulle mie gambe e ha cacciato dal cascione una foto a tavola a Roma con voi (è stato bello rivedervi), la grande capa Marta e Andrew 'o chef! A questo punto Greenpeace l'ha inserita nella nostra conversazione, che poi è diventata inesorabilmente la loro.
Poco male, c'aggia fa’. I' so' suggelitole. E ormai il mio grado di attenzione era finito da tempo. Diciamo che dopo le 17 faccio una fatica a rimanere sveglio. Nu suonno esagggerato!
Sono le 21 ed il banco GIT del Mant, quello che ha ridato il sorriso alla girl-friend del giovane Woody Allen è pronto. In sole sei ore (tre ieri e tre oggi) è stato costruito, non assemblato, proprio costruito dal nulla dagli opelai del museo. Fanno paura 'sti cinesi. Sei metri, laminato in nero, trentadue cassettoni ad incastro e scomparsa, con chiusura a chiave. Tutti gli spazi preparati per inserire i nuovi rack EJ con le prese di corrente nel retro, già attivate.
In sole sei ore la macchina opelativa taipanese ha realizzato la più imponente e mastodontica opera cinese dai tempi della Muraglia.
A proposito: e se ci facessimo costruire una bella muraglia al posto delle Mura Vaticane?
“July, perché non ne parli a Bullonelli?”.

(CONTINUA)

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