“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 27 July 2014 00:00

Mercier Cunningham: danza d'avanguardia e tecnologia

Written by 

Il 26 luglio si ricorda la scomparsa del grande coreografo e danzatore statunitense Mercier Philip Cunningham. Nato a Centralia, la sua prima formazione artistica e teatrale si svolse a venti anni  nell’attuale Cornish College of the Arts di Seattle. Fu qui che nel 1939, Martha Graham lo vide danzare e lo invitò ad unirsi al suo ensemble tutto al femminile come primo uomo, insieme ad un altro grande talento, Herik Hawkins.

A New York iniziò così la sua brillante carriera da danzatore solista nella prestigiosa Martha Graham Dance Compay, la quale durò circa sei anni. Nel ’44 Merce presenta un suo primo lavoro coreografico, che costituisce anche il sodalizio della collaborazione con il noto compositore d’avanguardia John Cage, suo futuro compagno di vita.
Nel 1953, Cunningham  fondò la Merce Cunningham Dance Company, in residenza presso il Black Mountain College nel North Carolina, punto di partenza della sua ricerca stilistica.
Cunningham fu il primo che oltre a creare opere danzate per il teatro (circa duecento), mise in scena una serie di lavori che oggi potremmo definiamo site specific.
Produsse il primo happening della storia, ovvero un evento dove le coseaccadono hic et nunc, senza una struttura predefinita. Alla nozione classica di spettacolo, si sostituì quindi quella di “laboratorio”, “improvvisazione” e performance, tutti eseguiti in residenze all’interno di luoghi storici e culturali. Se la Graham è considerata la “grande madre” della modern dance, Cunningham ha gettato le basi del filone post-modern.
Quella di Cunningham è una  danza “antinarrativa” che parla di sé stessa e degli elementi che la compongono: tempo, spazio e velocità. Per questo le sue ricerche hanno aperto la strada alla danza contemporanea d’avanguardia. Si distaccò ben presto infatti dalla danza “psicologica” della Graham, quella che raccontava dell’uomo e delle sue emozioni. Nella coreografia di Cunningham,  i danzatori non rappresentano necessariamente  delle figure storiche, delle passioni o delle idee.
Ha teorizzato e praticato una totale indipendenza tra musica e danza, rimettendo queste due forme di espressione sullo stesso piano. Per Cunningham, come anche per Cage, nella partitura coreutica, la danza contemporanea non necessita della musica e viceversa. Entrambi si impegnarono in oltre nella rivalutazione del Walker Art Center, il noto centro di arte contemporanea fondato da Thomas Barlow Walker  nel Minnesota.
Oltre al suo ruolo di coreografo ed insegnante, Cunningham non abbandonò mai il mestiere del danzatore, anzi prendeva parte alle sue creazioni in qualità di performer e lo continuò a fare fino ai primi anni novanta. Ha condotto la sua compagnia fino alla morte avvenuta il 26 luglio 2009 portando in scena pochi mesi prima il suo ultimo grande lavoro: Nearly Ninety, andato in scena alla Brooklin Academy of Music in occasione appunto del suo novantesimo compleanno. Nel 2009, la Cunningham Dance Foundation ha annunciato il Piano Legacy, primo esempio nel mondo della danza, di piano per il proseguimento dei lavori di Cunningham e la celebrazione del suo patrimonio artistico. Il Piano Legacy include una documentazione completa ed un programma di conservazione di pezzi di repertorio Cunningham che potranno essere studiati, interpretati e apprezzati da generazioni future e da altre compagnie o società, in modo originale e fedele così come sono stati pensati al momento della creazione.
Cunningham e Cage, nel loro percorso visionario, iniziarono le sperimentazioni volte a cancellare le differenze tra arte e vita: a tal proposito si soffermano sui repentini cambiamenti tecnologici che investirono proprio il periodo tra gli anni cinquanta e sessanta. Le possibilità offerte dai nuovi media affascinavano i due artisti, che iniziarono ad interrogarsi sul futuro della danza in rapporto alle tecnologie.
Cunningham credeva molto  nell’avanzamento tecnologico come metodo per arricchire il processo di creazione coreografica, processo ritenuto quasi scientifico. Ma la riluttanza del mondo accademico, secondo la sua opinione, rischiava di rallentare questa collaborazione. Il desiderio di Cunningham era quello di trovare il mezzo ottimale per realizzare questo obiettivo. Partendo da questi presupposti, Cunningham ipotizzò un sistema di “notazione di danza elettronica immediata” che serviva a mostrare, creare e riprodurre i movimenti della danza, fermandoli o rallentandoli sullo schermo del computer. Nel 1986 questa sua idea si materializzò nella prima versione di un software per simulare movimenti coreografici in digitale secondo i principi della motion captureLife Forms.
Molti i danzatori formati sotto la guida di Cunningham e che approfondirono la sua tecnica di danza  e che in seguito ne rielaborarono il lavoro in rapporto alle altre arti ( audio-visive, sceniche ecc.). Ricordiamo, tra i più noti  ed attivi nel panorama internazionale, Paul Taylor  e Karole Armitage.
Cunningham ha guadagnato alcune delle maggiori onoreficenze nel campo colturale, tra cui la National Medal of Arts e il MacArthur Fellowship. Ha conseguito il  Laurence Olivier Award, ed è stato nominato Officier della Legion d'Onore in Francia. Nell’anno della sua morte ricordiamo il prestigioso riconoscimento al Jacob’s Pillow Dance Festival.
La vita di Cunningham e la sua visione artistica sono stati oggetto di numerosi libri, film, documentari e mostre, e le sue opere sono state presentate dal Balletto dell'Opera di Parigi  al New York City Ballet e l’American Ballet Theatre.

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook