“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 24 June 2014 00:00

Requiem di vita secondo Boris Eifman

Written by 

Si conclude, al Teatro San Carlo di Napoli, la stagione di balletto 2013-2014 con l'ultima creazione di uno dei coreografi russi contemporanei più apprezzati nel panorama della danza internazionale: Boris Eifman. La Eifman Ballet di San Pietroburgo espande i confini del balletto, ricercando un linguaggio del corpo in grado di esternare le molteplici sfumature dell'anima. Eifman definisce il suo genere come “balletto psicologico” e Mozart Requiem ne è un esempio di alto spessore artistico e filosofico.

È una pièce che reinterpreta la Messa di Requiem in Re minore K626, ultima composizione di Wolfgang Amadeus Mozart, opera musicale che rimasta incompiuta, venne considerata un po' la commemorazione della stessa morte del compositore.
Il lavoro di Eifman sembra essere però più un elogio ai misteri dell'esistenza ed all'eternità che un “canto” funebre, nonostante la prima scena dello spettacolo risulti molto macabra: degli individui incappucciati, avvolti in un mantello nero e col volto coperto da maschere ferrignee, trascinano con fatica delle salme “imbalsamate” legate ad una fune, immersi in un'atmosfera nebbiosa e cupa.
I tersicorei del San Carlo, affiancano Oleg Gabyshev e Lyubov Andreyeva, le due étoile della compagnia russa che interpretano il ruolo dell'Uomo e della Donna, in questo viaggio che sembra superare il potere della morte. I due danzatori creano interruzioni di profonda carnalità ed emotività all'interno dei complicati pas de deux pensati da Eifman, in cui si articolano passaggi di peso molto fluidi e sospensioni al limite dell'equilibrio, leggerezza di esecuzione e vigore tecnico. È evidente il riferimento alla creazione, alla nascita, accentuato dalla presenza di Alessandra Veronetti, Prima Ballerina del Regio partenopeo, che interpreta La Madre, una figura astratta e sublime, amara generatrice di vita, punto iniziale di un percorso illusorio che fiorisce nella giovinezza e decade nella vecchiaia.
Le coreografie in linea generale sfruttano la bellezza e la varietà cromatica dei costumi; lunghi e morbidi, danno dinamica ai movimenti e plasticità. Nonostante l'impronta accademica e virtuosistica, non mancano gestualità semplici e comunicative, costruzioni che si aprono nello spazio creando diagonali, file e gruppi.
L'orchestra ed il coro del San Carlo, diretti da Hansjörg Albrecht, arricchiscono di solennità e regalità le note del Requiem fondendosi con la danza in scene di una bellezza tale da trattenere il respiro come durante l'esecuzione di Lacrimosa.
L'interpretazione delle diverse parti del Requiem in versione coreutica è più semplice se si pone attenzione alle soluzioni scenografiche di Semen Pastuh, le quali consistono in pannelli e fondali neri che scorrendo in modo rapido, creano di volta in volta sul fondale del palco, luminosi disegni e geometrie in grado di rimandare alla simbologia religiosa.
Si alternano forme semplici a forme più complesse. La croce ed il cerchio per esempio sono simboli del divino, dell'immortalità e della perfezione più alta, mentre il triangolo isoscele ricorda la Trinità e l'ellissoide al suo centro è chiaramente un occhio, l'occhio di Dio; un simbolo quest'ultimo, in realtà molto conosciuto, poiché divenne durante il XVIII secolo l'emblema della filosofia massonica e dell'ordine degli Illuminati, secondo i quali l'uomo, grazie alla propria Luce interiore, può elevarsi e considerarsi un individuo celeste.
Il Requiem si conclude dopo un'ora con Lux aeterna, in cui tutto l'ensemble danza come un gruppo di angeli sotto dei riflettori luminosissimi ed indossando candide vesti che enfatizzano la purezza delle loro linee. Mani aperte e rivolte con massima estensione verso l'alto sembrano voler osannare la vita eterna ed innalzare un coro di speranza che va oltre la materialità della vita.

 

 

 

Mozart Requiem Ballet
musica
Wolfgang Amadeus Mozart
coreografia e regia Boris Eifman
direttore Hansjörg Albrecht
maestro del coro Salvatore Caputo
scene Semen Pastuh
costumi Ol’ga Šaišmelašvili
luci Boris Eifman
interpreti Alessandra Veronetti / Roberta De Intinis (24, 25 giugno), Salvatore Manzo / Carlo De Martino (24, 25 giugno), Oleg Gabyshev-D'Avossa / Alessandro Macario (24 giugno), Lyubov Andreyeva / Anbeta Toromani (24 giugno), Edmondo Tucci / Raffaele De Martino (25 giugno)
soprano Yulia Poleshchuk
mezzosoprano Adriana Di Paola (18 - 19 giugno) /Francesca Russo Ermolli
tenore Leonardo Cortellazzi
basso Umberto Chiummo (18 - 19 giugno) / Masashi Mori
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo
produzione Eifman Ballet di San Pietroburgo
Napoli, Real Teatro di San Carlo, 22 giugno 2014
in scena dal 18 al 25 giugno 2014

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook