“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 17 January 2013 18:19

Perfezione eterea e senza tempo

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Trionfo della bellezza classica. Inno alla perfezione che il corpo umano può raggiungere, nei limiti della sua natura.
Il lago dei cigni ha mantenuto inalterate nel tempo queste peculiarità che ne hanno fatto il repertorio più amato di sempre. Il balletto, di scena al Teatro Bellini di Napoli con il corpo di ballo di Mosca “La Classique”, regala al pubblico momenti di grande intensità stilistica. La forza del suo fascino senza tempo sta nella riproposizione dello schema classico fiabesco; Il lago dei cigni, con le superbe musiche del maestro Pëtr Il’ič Čajkovskij, prende vita infatti dalla rielaborazione di un’antica favola tedesca: Il velo rubato.

Il tutto si gioca sull’eterna contrapposizione tra Bene e Male.
Protagonista dell’intreccio è il giovane ed avvenente principe Siegfried che viene attratto dal fascino etereo di Odette, regina dei cigni. Ma Odette e il suo reame di cigni, altro non sono che fanciulle cadute vittime del sortilegio del malefico Rothbart che concede loro di tornare all’umana condizione solo di notte; alla pallida luce della luna. Unica condizione per sciogliere l’incantesimo è il matrimonio salvifico, ma qui entra in gioco l’altro tòpos letterario: l’inganno.
Il cigno nero, Odile, prende le sembianze di Odette per confondere il principe e farlo innamorare. Ma l’amore puro e candido di Siegfried e Odette trionfa nel pieno rispetto dell’epilogo positivo.
La compagnia di danzatori de “La Classique” onora al meglio la tradizione del balletto russo, con un’interpretazione all’altezza del non facile compito. Sì perché Il lago dei Cigni è un importante banco di prova per ogni danzatore che si rispetti, è l’acme della carriera professionale che decreta la maturità artistica del ballerino.
Prova superata a pieni voti quindi per Nadejda Ivanova, l’étoile che con infinita grazia, mette corpo ed anima al servizio della dualità interpretativa del Cigno Bianco e di quello Nero. La difficoltà è per l’appunto proprio quella di alternare la leggerezza dei movimenti che caratterizzano Odette con quelli più intensi che danno vita al personaggio di Odile. Ma la Ivanova non delude ed incanta il pubblico con una serie di scenèes e pirouettes che lasciano gli spettatori con il fiato sospeso e scroscianti applausi di apprezzamento. Grande tecnica ma anche un’alta qualità interpretativa è il fil rouge che percorre la compagnia di ballo, dalle ballerine di fila al danzatore che interpreta il Buffone di Corte, non c’è spazio per imperfezioni. Leggermente di secondo piano è l’interpretazione, a tratti inferiore, del primo ballerino nei panni di Siegfried che rischia di essere adombrato dalla sua partner femminile.
Suggestive anche le scene evocative ora del Regno dei boschi, ora del Regno di Corte, ad opera di Evgeny Gurenko, complici i movimenti sincronici dalle ballerine di scena che creano una magnifica cornice. La sensazione è quella di trovarsi davvero di fronte a creature ultra terrene: il minuzioso lavoro di braccia che replica lo sbattere d’ali del cigno è pura magia. E quando le note del brano della Morte del Cigno di Tchaikovsky si innalzano con struggente intensità, solo le parole di Martha Graham possono esprimere tanta poesia. La scomparsa ballerina e coreografa americana, una delle più grandi danzatrici del nostro secolo, riassumeva così l’essenza della danza:
“Le nostre braccia hanno origine dalla schiena perché un tempo erano ali.
La danza è una canzone del corpo. Sia essa di gioia o di dolore.
A nessuno importa se non sei bravo nella danza. Solo alzati e danza!
Tu sei unico, e se questo non si realizza, allora qualcosa si è perso.
Si impara con la pratica. Che si tratti di imparare a danzare facendo
esperienza di danza, oppure imparare a vivere facendo esperienze di vita, il
principio non cambia.
... Mantieni aperto il canale ...
Non esiste nessuna soddisfazione in nessun momento. Esiste solo una
strana, divina insoddisfazione, una benedetta irrequietezza che ci fa andare
avanti e ci rende più vitali.
In alcuni campi si diventa atleti di Dio.”

 

 

 

 

Il lago dei cigni
di Julius Wenzel Reisinger
tratto dal libretto di Vladimir Petrovic Begičev
regia Elik Melikov
costumi Elik Melikov
scene Evgeny Gurenko
coreografie Marius Petipa
musiche Pëtr Il'ič Čajkovskij
con Balletto di Mosca La Classique
prima ballerina
Nadejda Ivanova
in associazione con Mauro Giannelli, Gabriele Scrima, Giovanni e Filippo Vernassa
durata 2h 15’
Napoli, Teatro Bellini, 16 gennaio 2013
in scena dal 15 al 20 gennaio 2013

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