“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 28 February 2014 00:00

Un tuffo dove l'acqua è più blu

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Claudio Di Palma, per una produzione del Teatro Stabile di Napoli, ha lavorato sul testo di Raffaele La Capria Letteratura e salti mortali, un’opera letterario-saggistica di riflessione ed interrogativi sull’atto creativo in letteratura. Lo spettacolo fa parte di quella collana che si compone di frammenti di opere di La Capria per il ciclo L’armonia perduta e che ha cercato di trasformare in teatro la letteratura.

L’attore-regista appare in scena, quasi come se vi si fosse trovato per caso. Avanza appunto, intonando qualche nota della canzone di Mina E se domani, sembra non essersi ancora reso conto del pubblico e poi pian piano inizia il suo discorso. Un monologo in cui, passi scelti del testo di La Capria, risuonano tra critiche spietate, riflessioni e dialoghi immaginari con i convitati da una lunga tavolata, raffigurazione dei lunghi pranzi familiari della domenica, che si trasformerà in qualcos’altro.
Le onde del mare si muovono in un’istallazione scenografica davvero notevole, accompagnate dal rumore delle gocce d’acqua.
"Mettere in scena non un romanzo, ma una raccolta di saggi, è impresa ardua ma non impossibile, anzi mi piace sfidare l’impossibile, decreta la vittoria del teatro sempre, ma con La Capria ormai ho molto a che fare. Lui desiderava essere un tuffatore più che uno scrittore e questo libro ne è la testimonianza", dice Di Palma.
Di Palma, infatti, aveva già messo in scena nel 2011, in occasione dei cinquant’anni dalla pubblicazione, Ferito a morte, interpretato da Mariano Rigillo.
Letteratura e salti mortali, invece, è proprio una sorta di riflessione ad alta voce dello scrittore che si interroga sul suo mestiere, sull’atto creativo della letteratura e su come non tutti possano aspirare alla grandiosità, come, invece, è successo a pochi (ma non pochissimi) che saranno sempre ricordati. Oggi è il tempo delle “mezze calzette”, denuncia La Capria, come già aveva avvisato Petronio, dipingendo personaggi come Trimalchione.
L’allestimento scenografico è davvero molto significativo: un lungo tavolo con bicchieri d’acqua, il rumore del mare, un accappatoio al centro sul fondale ed una valigetta. L’attore è vestito di bianco, simbolo di un personaggio-fantasma, il narratore appunto, e spesso ripete una sorta di ritornello: il ricordo della carriera da tuffatore di La Capria, quando si allenava con Ciccio Ferraris, ventiduesimo alle Olimpiadi di Berlino del ’36, al circolo nautico Posillipo.
E che c’entra il tuffo con la riflessione sulla letteratura?
L’opera di La Capria, infatti, è proprio una similitudine tra lo scrittore ed un tuffatore. Il tuffatore si lancia nel vuoto e prima di toccare l’acqua deve eseguire dei movimenti tecnici ben precisi che decreteranno la buona riuscita o meno del tuffo scelto. Bisogna, quindi, prepararsi bene alla partenza, in modo da godere del momento di slancio e di volo nel vuoto dell’aria. La sensazione del volo è importante, sentire il momento di souplesse, dice sussurrando l’attore. Ma questo potrebbe essere peccato di hybris da parte dell’uomo che desidera essere quasi come un dio?
Sentirne almeno il brivido è la possibilità e lo spunto per compiere tuffi memorabili e, per similitudine, opere degne di storia a seguire.
Il tuffo più ambito da La Capria era il “rovesciato teso” e l’attore, infatti, verso la fine dello spettacolo, sale sul tavolo che diventa un lungo trampolino. Tutto il precedente, infatti, serviva come trampolino di lancio per eseguire la pratica, ovvero per tuffarsi. Ed ecco, infatti, che Di Palma si prepara ai movimenti del grande tuffo e fa come per lanciarsi tra il pubblico. Bisogna provare l’ebbrezza del lancio per rendersi conto di cosa si prova.
La delicatezza con cui l’attore-regista ha affrontato il testo e la sua messa in scena sono molto consone alla scrittura di Raffele La Capria: semplice, diretta, ma molto profonda.

 

 

 

 

 

 

L’Armonia perduta
Letteratura e salti mortali
di e con
Claudio Di Palma
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche Paolo Vivaldi
datore luci Fulvio Mascolo
fonico
Diego Iacuz 
macchinista Domenico Pepe
assistente scenografo
 Armando Alovisi 
assistente ai costumi Elena Soria
materiale fonico elettrico
Emmedue
produzione Teatro Stabile di Napoli
Napoli, Ridotto del Teatro Mercadante, 25 febbraio 2014
in scena dal 25 febbraio al 2 marzo 2014

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